La vista, il senso che la cultura occidentale ha reso egemonico, è stato definito il senso della lontananza, rispetto a tatto, gusto, odorato e udito, sensi della prossimità. «L’occhio dello straniero vede solo ciò che già conosce», recita un proverbio africano.
Molto spesso partiamo per un viaggio con un carico di immaginario che ci conduce a vedere ciò che già avevamo in mente prima di partire.
Il viaggio così si trasforma da scoperta in verifica, condotta spesso sulla base di stereotipi e pregiudizi, che raramente coincidono con le realtà locali.
Che cosa succede quando l’esperienza della diversità si affida soprattutto allo sguardo culturalmente orientato, e quando la riflessione sulla diversità delle culture, prima di entrare nel registro del linguaggio, viene ricondotta ai fondamenti percettivi e sensoriali?
Un incontro mancato: lo sguardo del turista
con Marco Aime e Gian Paolo Gri
Vicino/Lontano, Udine, Oratorio del Cristo, venerdì 8 maggio 2015
a cura di Multiverso
Marco Aime è docente di Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche sulle Alpi e in Africa occidentale.
Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e testi di carattere antropologico, tra i quali, nel 2014: Etnografia
del quotidiano (éleuthera); La fatica di diventare grandi (con G. Pietropolli Charmet, Einaudi); Tra i castagni dell’Appennino. Conversazioni con Francesco Guccini (UTET); Je so’ pazzo. Pop e dialetto nella canzone d’autore italiana, da Jannacci a Pino Daniele (con Emiliano Visconti, EDT).
Gian Paolo Gri, già docente di Antropologia culturale presso il nostro Ateneo, la sua ricerca, sul campo e in archivio, è volta a indagare saperi che sintetizzino cultura materiale e valori simbolici e rimandino al rapporto fra tradizione e modernità.