E i ricercatori devono capire anche le implicazioni gestionali del loro progetto
«Non basta concentrarsi sull’innovazione di prodotto, la vera innovazione è quella di tipo organizzativo, quella che investe i paradigmi sociali. Ma la percezione del mutamento non è sempre positiva. L’innovazione, infatti, ha un’evoluzione simile a quella delle specie biologiche: la più forte diventa la specie dominante». Questo il messaggio di Furio Honsell, rettore dell’Università di Udine, all’apertura della fiera internazionale dell’innovazione Innovaction.
«I veri cambiamenti - ha continuato Honsell - si realizzano soltanto quando si ha il coraggio di andare fino in fondo». Per questo l’ateneo di Udine, in questa seconda edizione della fiera, ha deciso di proporre un luogo dove dibattere “l’innovazione critica”: il Torneo dei paradigmi sarà una sorta di tribunale dove si affronteranno alcuni temi “caldi”: dagli Ogm al cambiamento climatico, dalle fonti rinnovabili di energia alle nanotecnologie. Facile capire anche perché l’ateneo friulano ha promosso una fiera di questo genere: «A Udine – ha spiegato Honsell - abbiamo voluto insegnare ai nostri ricercatori che essere consapevoli delle implicazioni gestionali del proprio progetto significa offrire una valore aggiunto alla ricerca».
La fiera dell’innovazione nasce da un’idea dell’Università di Udine che ha definito l’architettura concettuale attraverso la definizione di tre piazze: quella della conoscenza (dove si inserisce il contributo delle università e dei centri di ricerca), quella delle idee (dove si espongono brevetti) e quella dell’innovazione, ovvero delle applicazioni. «Alla fine di questo quattro giorni intensi – ha concluso il rettore – mi auguro che tutti avranno avuto la possibilità di contaminarsi e ibridarsi, ma anche di divertirsi. Perché il divertimento è una componente essenziale dell’innovazione».