Torneo dei Paradigmi
Rifiuti, un problema del quotidiano che ha bisogno di risposte scientifiche
E' stato uno degli argomenti caldi
della prima giornata di InnovAction
Riuso e riciclo dei rifiuti: un tema quanto mai all’ordine del giorno è stato uno degli argomenti caldi della prima giornata di InnovAction. Dalla selezione dei rifiuti tramite raccolta differenziata fino alla discarica, il ciclo dei rifiuti è quanto mai complesso. Ma, in Italia, ancora lontano dall’essere considerato eccellenza.
“Dagli ultimi dati, risalenti a dieci giorni fa, risulta che ancora il 50 per cento di rifiuti viene smaltito in discarica”, ha spiegato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, “e, fino agli anni Novanta, vi finiva addirittura il 90 per cento”. Le possibilità di trasformare questo problema in un’opportunità di sviluppo però ci sono, come dimostrano alcuni casi in Italia. “Il problema dei rifiuti in Campania non è di questi giorni, risale al 2002 quando vennero chiuse due discariche. La stessa cosa accadde in Veneto e Lombardia, ma queste due regioni, assieme al Trentino, hanno saputo trasformare un problema in un’opportunità arrivando ad un livello di recupero dei rifiuti che adesso sfiora il 40-50 per cento”.
Gli impianti di incenerimento, ha spiegato Ciafani, non vanno demonizzati. Possono essere una soluzione, ma solo per quella percentuale di rifiuti che non possono essere recuperati. E per questo è impensabile partire dall’assioma che in Friuli Venezia Giulia sia necessario, per risolvere il problema dei rifiuti, ricorrere a tale soluzione. Soprattutto in una regione che, dati alla mano, si colloca nella parte alta della classifica delle regioni per percentuale di riciclaggio, nonostante alcune differenze tra Gorizia e Pordenone (province più virtuose) e Trieste e Udine, che restano più indietro. “In primo luogo”, ha precisato, “per via dei tempi necessari alla realizzazione, almeno tre o quattro anni, nel corso dei quali la situazione si sarà evoluta: questa regione non può permettersi, per affrontare questo problema, di attendere tanto. In secondo luogo, per i numeri: gli impianti già esistenti hanno una capacità adeguata”.
L’importante, ha sottolineato Raffaello Cossu, docente di Ingegneria Ambientale presso l’Università di Padova, è che la questione non venga trattata come un dogma. “Solo evitando questa trappola si riuscirà a parlare un linguaggio comune. Dobbiamo essere sicuri di valutare in modo scientifico tutti gli aspetti del problema, ma senza reagire poi in modo medievale”. Un altro problema è stato poi portato alla luce da Luis F. Diaz, consulente internazionale e presidente della CalRecovery Inc: quello della scarsa professionalità nella gestione dei rifiuti. “Non solo in Italia, ma in tutto il mondo, la gestione dei rifiuti non viene vista come una professione, ma come una vocazione: spesso non ci si rivolge a persone adeguatamente preparate in questo campo, bensì ai non professionisti. Con un enorme spreco di tempo e denaro”.