Bilancio approvato oggi all’unanimità dal CdA

Consuntivo 2011: l'Università di Udine chiude con un bilancio positivo di 2,3 milioni di euro

Riequilibrio e pieno consolidamento della situazione
economico-patrimoniale

Sono più che positivi i risultati di bilancio con cui l’Università di Udine chiude i conti per l’anno 2011, dopo il risanamento raggiunto l’anno scorso. Il bilancio consuntivo d’Ateneo registra, infatti, un risultato di gestione di 2,3 milioni di euro, nel quadro di un avanzo di amministrazione complessivo di 53,02 milioni, di cui 50,76 milioni di fondi vincolati, cioè già destinati al sostegno della ricerca, della didattica e dell’edilizia. Il documento contabile è stato approvato oggi all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione dopo il parere positivo unanime del Senato accademico.

Pur in presenza di entrate complessive decrescenti del 8,45%, pari a circa 15,8 milioni di euro, è proseguito l’impegno per razionalizzare e qualificare la spesa complessiva, che ha registrato impegni di spesa inferiori del 15,69%, pari a circa 28 milioni di euro. Fondamentale sottolineare, tuttavia, che i dati, nelle loro specifiche articolazioni, sono difficilmente comparabili con quelli degli anni precedenti per effetto dell’introduzione del bilancio unico (che somma il bilancio dell’amministrazione centrale e quello dei dipartimenti) e del passaggio dal 2012 alla contabilità economico-patrimoniale.

Il risultato positivo è stato reso possibile grazie all’attenta gestione delle attività, all’aumento dell’incidenza delle quote premiali, ad entrate straordinarie rispetto al bilancio di previsione per circa 7 milioni di euro, che hanno consentito per la prima volta di procedere ad accantonamenti prudenziali per oltre 6 milioni di euro.

Il controllo rigoroso della spesa si accompagna a una crescita delle performance. La quota premiale, legata ai risultati della didattica e della ricerca, è aumentata del 21,7%, passando da 8,9 milioni nel 2010 a 10,8 milioni di euro nel 2011, portando il Fondo di finanziamento ordinario assegnato nel 2011 a 76,8 milioni di euro. A fronte di una media nazionale del 12% di incidenza delle risorse per “merito” sul Ffo, Udine si distingue con una media del 14,5%, in crescita rispetto all’11,8% del 2010. La qualità dei risultati certificati dal Ministero colloca così l’Università di Udine al nono posto assoluto in Italia rispetto al decimo del 2010. Nel dettaglio, rispetto al 2010 la quota di finanziamento legata alla qualità dei risultati della sola ricerca è aumentata del +28,6% (3° miglior risultato a livello nazionale), mentre le risorse assegnate in base alla qualità della didattica sono cresciute del +19,5%.

Soddisfatto il rettore Cristiana Compagno per i risultati ottenuti. «È un bilancio di svolta che dimostra la solidità del nostro Ateneo, condizione indispensabile per le strategie di consolidamento, crescita e internazionalizzazione, per aumentarne l’attrattività e il bacino d’utenza, anche attraverso alleanze con altri atenei».

«Il consuntivo 2011 – sottolinea il rettore – registra tre primati: il consistente aumento dell’incidenza della quota premiale sul Ffo che limita l’effetto negativo derivante dalla riduzione sistemica dei finanziamenti statali e certifica, con Udine nella top ten nazionale, la qualità della didattica e della ricerca svolta nel nostro Ateneo; l’ottimizzazione dell’efficienza operativa nella gestione, e il passaggio dalla contabilità finanziaria a quella economico-patrimoniale con l’adozione, per la prima volta, del bilancio unico con tre anni di anticipo rispetto alla previsione di legge».

«Il 2011 – ribadisce la professoressa Compagno – consegna alla comunità universitaria e al territorio un Ateneo dinamico, reattivo, che ha confermato di saper fare sacrifici e operare scelte difficili, ma necessarie, entro un quadro strategico di mantenimento e riqualificazione degli investimenti nella didattica e nella ricerca, cercando di assicurare la sostenibilità delle azioni intraprese all’interno di un quadro di riferimento in forte tensione finanziaria».

Infine, «il ringraziamento doveroso – conclude il rettore – a tutti coloro che hanno contribuito ai positivi risultati conseguiti nel corso dell’anno e a tutti coloro che hanno compreso lo spirito con cui l’Ateneo sta lavorando per assicurare all’Università il ruolo di motore dello sviluppo sociale e culturale anche a supporto della propria comunità di riferimento e del proprio territorio».

 

Le principali azioni 2011

Personale docente e ricercatore. Nel 2011 l’ateneo ha sospeso le assunzioni di personale docente e ricercatore a causa del blocco imposto per legge. È stato tuttavia possibile assumere 15 ricercatori a tempo indeterminato a valere sul finanziamento ministeriale e 2 ricercatori a tempo determinato il cui costo è coperto da finanziamenti esterni. Il saldo tra cessazioni e nuove assunzioni del personale docente e ricercatore di ruolo, rispetto al 2010, è passato da 714 a 708 unità.

Personale tecnico amministrativo. Nel corso dell’anno si sono registrate tre cessazioni per un organico complessivo che a fine anno si è attestato a 520 unità (tre in meno rispetto al 2010). I contratti a tempo determinato, riconducibili a esigenze specifiche (avvio del nuovo sistema di contabilità economico patrimoniale e riassetto organizzativo) sono passati dagli 11 del 2010 ai 27 del 2011 (di cui un dirigente a tempo determinato). L’organico complessivo del personale tecnico amministrativo (di ruolo e non) passa così da 534 unità del 2010 a 547 unità nel 2011 (+13). Nel 2011 è stata portata a compimento la riorganizzazione del Sistema bibliotecario d’Ateneo e degli Uffici dell’amministrazione centrale.

Offerta formativa, supplenze e contratti. Il percorso di revisione (DM 270) dell’offerta formativa si è concluso con l’a.a. 2011-12 e l’Ateneo ha programmato, seguendo principi di innovazione, qualità e trasparenza, la propria offerta didattica su 37 corsi di laurea triennale e 35 corsi di laurea magistrale e a ciclo unico.

Riorganizzazione della ricerca. Con il 1° gennaio 2011 è divenuto operativo il riassetto organizzativo dipartimentale che ha visto la confluenza dei precedenti 28 dipartimenti in 14 nuove strutture. L’operazione ha interessato circa 710 tra docenti e ricercatori e 150 unità di personale tecnico amministrativo. Questa riorganizzazione ha anticipato, per molti aspetti, i principi individuati dalla legge 240/10 e costituisce la base su cui pianificare gli ulteriori interventi previsti dalla riforma universitaria.

Internazionalizzazione. Tra le nuove azioni intraprese per accrescere la dimensione internazionale della didattica vi sono i “corsi di studio all’estero”, per periodi di studio post-laurea presso istituzioni di alta formazione di eccellenza nei paesi dell’Unione europea destinati a laureati disoccupati, residenti o domiciliati in Friuli Venezia Giulia. L’azione è stata intrapresa dal 2011 grazie al Fondo sociale europeo nell’ambito di un accordo con Università, Sissa e Area Science Park di Trieste. Nell’ambito della mobilità Erasmus invece si è registrata una riduzione dei finanziamenti europei (- 45 per cento rispetto all’a.a. 2010/11) per la sola mobilità internazionale per tirocinio (Erasmus placement), in parte sanata da un cofinanziamento del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ha registrato, invece, un aumento di circa 12% il finanziamento europeo per l’Erasmus studio. Inoltre, grazie ai contributi della Provincia di Udine sono state finanziate numerose mobilità degli studenti in Paesi europei ed extra-europei. Complessivamente, per l’a.a. 2011/2012 i finanziamenti hanno consentito di erogare oltre 2000 mensilità destinate alla mobilità studentesca internazionale per tirocinio e studio.

Territorio. La novità principale, che dovrebbe a breve andare a regime, è la riforma degli interventi varata dalla Regione: d’ora in poi il riparto dei fondi terrà conto anche del finanziamento statale (Ffo) e ciò dovrebbe consentire l’inizio di un percorso di riequilibrio. Il 2011 ha visto l’istituzione del Tavolo Uniud 2.0 che coinvolge alcuni tra i principali soggetti che, a vario titolo, forniscono servizi agli studenti universitari. Si conferma il ruolo strategico e insostituibile della Fondazione Crup che affianca il più importante finanziatore istituzionale (Regione Friuli Venezia Giulia). Importanti collaborazioni sono stati realizzate anche con la Provincia di Udine, con il Consorzio universitario del Friuli e con le imprese locali. Fondamentali le relazioni con il Consorzio universitario di Pordenone: l’attività presso la sede pordenonese è stata oggetto di rinegoziazione e tutti gli attori del territorio si sono impegnati a sostenere la presenza dell’Ateneo e, possibilmente a potenziarla. Il Comune e la Provincia di Gorizia garantiscono spazi prestigiosi al Centro polifunzionale goriziano, con il supporto del locale Consorzio universitario che concorre alle spese di funzionamento.

Edilizia. Consolidato il disegno a medio termine della polarizzazione, si sono ridotti gli affitti di locali, ridefiniti i comodati d’uso e gli accordi con i poli esterni e sono state ridotte le sedi in cui opera l’università. Nel triennio 2009-2011 si è verificata una riduzione delle fonti di finanziamento derivanti dai contributi regionali che, almeno in parte, è stata fronteggiata dall’avvio di proficue sinergie con enti e fondazioni regionali. Nel 2011 per ciascuno dei 4 poli sono state completate aule, laboratori di ricerca, e avviati i processi di riordino urbano. I principali obiettivi raggiunti sono: forte intensificazione del processo di polarizzazione delle attività didattiche e di ricerca; accordo con il sistema Gorizia per gli insediamenti di didattica e di supporto gestionale nella sede isontina; acquisizione definitiva di tutti i terreni nella zona dei Rizzi che consentono all’ateneo di pianificare lo sviluppo del polo scientifico.

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