Risultati presentati ieri al Consiglio di Amministrazione
Consuntivo 2010, risultato "storico" dell'Ateneo che cancella il segno negativo dai dati di bilancio
Completamente risanato il disavanzo dell’amministrazione centrale
Raggiunti e superati con tre anni d’anticipo gli obiettivi
del piano di rientro presentato nel 2008 al Miur
Il Rettore: «Operate scelte difficili ma necessarie, potenziando
e riqualificando gli investimenti in didattica e ricerca»
L’Università di Udine chiude il 2010 cancellando il segno negativo dai propri dati di bilancio, grazie al completo risanamento dei conti dell’amministrazione centrale. Per la prima volta dopo diversi anni, infatti, l’amministrazione centrale chiude l’esercizio 2010 portando l’avanzo dell’amministrazione centrale al 31 dicembre 2010 a + 238 mila euro, recuperando integralmente il disavanzo pregresso che, a fine 2009, era di – 7,8 milioni di euro. Un risultato che nel corso del 2010 è stato raggiunto grazie alla combinazione di diversi fattori. Il disavanzo di bilancio è stato recuperato a seguito dell’attualizzazione dei crediti relativi ai contributi regionali per l’edilizia (per circa 3,4 milioni di euro) cui si aggiunge, ed è questo il risultato più significativo, la realizzazione di un risultato di gestione della parte corrente di + 4,5 milioni di euro.
Un importo del risultato corrente che è stato conseguito grazie alla prudente politica di bilancio intrapresa che vede una riduzione di spese di 1,7 milioni di euro (in prevalenza spese di personale e funzionamento) e, rispetto alle previsioni di inizio anno, registra più entrate (circa 2 milioni di euro) dovute soprattutto alla premialità sui risultati conseguiti (maggiore Fondo di finanziamento ordinario FFO ed entrate proprie). A questo si è aggiunto un saldo positivo di ulteriori 0,8 milioni di euro nella gestione dei residui (crediti e debiti di esercizi pregressi).
Il 2010 per l’Università di Udine «è stato – commenta il rettore Cristiana Compagno – un anno di sofferti, ma grandi successi, che vedono nel completo recupero del disavanzo di bilancio dell’amministrazione centrale e nella riorganizzazione dipartimentale i risultati più importanti».
«Abbiamo operato – spiega Compagno – con un lavoro costante e all’insegna del percorso riformatore, tutt’oggi in corso, avviato nel 2008 attraverso l’impegnativo piano di rientro, stilato e presentato a fine 2008 al Ministero. Atto, questo, di grande responsabilità e programmazione, punto di riferimento costante su cui è stata monitorata la situazione economica-finanziaria dell’Ateneo. La nostra Università ha saputo così dimostrarsi dinamica e reattiva, ha confermato di saper fare sacrifici e operare scelte difficili ma necessarie, comunque entro un quadro strategico di mantenimento e riqualificazione degli investimenti nella didattica e nella ricerca, assicurando la sostenibilità delle azioni intraprese all’interno di un quadro di riferimento generale che vede costantemente ridurre i finanziamenti statali alle università».
Oggi alla presentazione dei dati di bilancio consuntivo 2010 sono intervenuti, con il rettore, il direttore amministrativo Daniele Livon e il delegato alla ricerca e trasferimento tecnologico Michele Morgante. Morgante, in particolare, ha esposto i principali risultati raggiunti dalla ricerca d’Ateneo nell’anno 2010, illustrando i risultati relativi alla produzione scientifica, ai finanziamenti alla ricerca e alla forza lavoro della ricerca.
Assegnazioni statali. Nel 2010 è continuato il processo di applicazione della legge 1/2009 di finanziamento al sistema universitario che, a fronte di una riduzione complessiva del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) di sistema del 3,72%, ha visto un incremento dal 7% al 10% della quota di FFO assegnata ai singoli atenei in base a criteri di premialità basati su parametri di misurazione della qualità dei risultati della didattica e della ricerca. L’Università di Udine ha così ottenuto l’1,23% della somma complessiva della quota premiale di FFO a livello di sistema (8,9 milioni di euro rispetto ai 720 complessivamente disponibili), ottenendo un FFO di circa 75 mila euro. «Sono dati – spiega il rettore – che testimoniano come l’Ateneo possa ottenere maggiori risorse nel momento in cui queste sono ripartite a seguito di valutazione dei risultati e non su base storica. Considerando il rapporto tra la quota premiale a valere sul FFO e FFO complessivo assegnato, l’Università di Udine si colloca stabilmente tra le prime dieci università italiane».
Premialità e prospettive. La distribuzione di importi maggiori sulla quota premiale del FFO «è un segnale positivo – sottolinea Compagno – che, tuttavia, compensa solo parzialmente il sottofinanziamento storico del nostro Ateneo». Nonostante tutto, infatti, l’entità di FFO assegnato nel 2010 all’Università di Udine (1,1% di sistema) rimane inferiore di circa il 10% rispetto a quella derivante dal modello premiale (1,23%). A fronte di prospettive non positive dal punto di vista dei finanziamenti alle Università, «il vero snodo da affrontare e perseguire – dice Compagno – è rappresentato dai nuovi sistemi che la legge 240/10 ha individuato per creare un circolo virtuoso che premi gli atenei più efficienti e capaci di ottimizzare la destinazione del finanziamento pubblico a favore della didattica e della ricerca».
Principali azioni 2010
Personale docente e ricercatore. Il 2010 è stato nel complesso un anno di consolidamento dell’organico, risorsa fondamentale per il conseguimento degli obiettivi di produzione culturale e trasferimento delle conoscenze dell’Università. L’ateneo ha portato a termine 19 assunzioni di docenti (8 ricercatori, 5 ordinari, 6 associati) di cui 9 di personale già inquadrato nell’ateneo, a fronte di 31 cessazioni definitive dai ruoli universitari (19 ordinari, 8 associati, 3 ricercatori, 1 assistente). Unico dato negativo è legato alle riduzioni dei finanziamenti ministeriali che hanno comportato il superamento del limite del 90% nel rapporto tra spese fisse e FFO (91,62%) con conseguente blocco delle assunzioni per il 2011. «L’auspicio – dice il rettore – è che il Ministero renda al più presto operativa la disposizione contenuta nella legge 240/10 che prevede la ridefinizione di tale limite che, come dimostrano i dati positivi di bilancio raggiunti, non sembra essere il più adeguato a misurare la sostenibilità finanziaria delle spese di personale».
Personale tecnico amministrativo. Nel 2010 si è concluso il percorso delle stabilizzazioni (che ha portato alla trasformazione dei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato per 12 unità di tecnici amministrativi e 8 collaboratori ed esperti linguistici) ed è proseguita la politica di contenimento dei contratti a tempo determinato. Tenuto conto delle 10 cessazioni di personale , l’organico complessivo del personale tecnico amministrativo (di ruolo e a tempo determinato) è così passato da 555 unità del 2009 a 534 unità nel 2010. «Una riduzione importante – dice il rettore – su cui è difficile ipotizzare ulteriori razionalizzazioni anche alla luce delle ristrutturazioni organizzative in atto». A livello nazionale, infatti, l’Ateneo si colloca al quinto posto nel rapporto tra personale impegnato nel servizio alla didattica e alla ricerca (tecnici amministrativi) e personale docente e ricercatore, «segno di un elevato livello di qualità ed efficienza della nostra macchina organizzativa».
Offerta formativa, supplenze e contratti. Nell’a.a. 2010/2011, anche a fronte dei sempre più stringenti requisiti imposti dalla normativa ministeriale, è proseguito il percorso di riforma e revisione dell’offerta formativa che si è tradotto in una riduzione complessiva di 5 corsi di laurea rispetto all’anno precedente. E’ inoltre continuato l’impegno dell’ateneo nella razionalizzazione delle spese per supplenze e contratti, passate dai 3,2 milioni di euro del 2009 ai 2,3 milioni del 2010 (-27%).
Riorganizzazione della ricerca. L’azione principale realizzata va individuata nel riassetto organizzativo dipartimentale che ha visto la confluenza dei precedenti 28 Dipartimenti in 14 nuove strutture e che ha interessato complessivamente circa 730 tra docenti e ricercatori e 150 unità di personale tecnico-amministrativo. La riorganizzazione «ha di fatto anticipato per molti aspetti i principi individuati dalla legge 240/10 – afferma Compagno - e costituisce la base su cui pianificare gli ulteriori interventi previsti dalla riforma universitaria che sono collegati alla riorganizzazione dipartimentale». L’ateneo ha infatti avviato un processo di revisione della struttura del bilancio d’ateneo che, a decorrere dal 2011, ha visto il passaggio al bilancio unico in vista dell’imminente ed epocale passaggio alla contabilità economico patrimoniale dal 2011.
Internazionalizzazione. Con l’obiettivo di accrescere la dimensione internazionale della didattica e della ricerca scientifica, nel corso dell’anno è stata pianificata l’attivazione di contratti per studiosi stranieri in qualità di “Visiting Professors” presso il nostro ateneo. Tali esperienze sono state finalizzate allo svolgimento di moduli didattici nell’ambito del secondo e terzo livello della formazione di durata non inferiore alle due settimane, nonché allo svolgimento di attività seminariali ed attività di ricerca. Relativamente inoltre agli interventi a favore della mobilità, pur in presenza di una significativa riduzione dei finanziamenti europei (-11% rispetto all’a.a. 09/10), gli organi di governo dell’ateneo hanno deciso di sostenere 1924 mensilità destinate alla mobilità studentesca Erasmus a.a. 10/11.
Territorio. L’Ateneo ha curato nel 2010 rapporti di positiva collaborazione che hanno consentito di definire importanti accordi attuativi con diverse istituzioni territoriali. Accanto al più importante finanziatore istituzionale (Regione FVG) vanno ricordati gli accordi stipulati con la Fondazione CRUP (che con quasi 1 milione di euro si conferma il principale finanziatore istituzionale privato dell’ateneo), la Provincia di Udine, il Consorzio Universitario del Friuli e il Consorzio Universitario di Pordenone. Da segnalare che non può tuttavia considerarsi strutturalmente a regime la tipologia e la natura dei rapporti con il territorio rispetto al quale l’ateneo dovrà nel futuro portare avanti l’opera di consolidamento.