Compagno: «Si riconoscano e valorizzino i risultati ottenuti e il programma di riassetto rispettando l’autonomia dell’istituzione»
«Sono a ringraziare le diverse componenti politiche che sono scese in campo in questi giorni a sostegno dell’università di Udine. Ma, a margine dell’accesa dialettica politica in atto, voglio affermare con forza che l’università non è di una parte ma di tutta la comunità e con essa le persone che sono chiamate a governarla». Con queste parole il rettore dell’università di Udine, Cristiana Compagno, scende in campo a difesa dell’autonomia dell’ateneo friulano in risposta alle dichiarazioni di esponenti politici riportate in questi giorni dalla stampa.
«L’università – dice Compagno - è una istituzione autonoma al servizio della comunità che l’ha voluta e allo stesso tempo di quella più ampia scientifica e didattica che non ha confini nazionali e tanto meno di appartenenza partitica».
Il rettore Compagno ricorda come «l’Università di Udine ha sempre avuto una storia difficile, in salita, fin dalla sua eroica nascita. Tutti i miei predecessori hanno dovuto lottare quotidianamente per garantire una crescita ed uno sviluppo, operando in sinergia con le istituzioni e le forze locali e nazionali; grazie alla loro preziosa opera oggi l’università di Udine, nonostante lo storico sottofinanziamento, si trova a poter competere in campo nazionale ed internazionale con i propri ricercatori e le proprie strutture».
Quanti ai risultati ottenuti «negli ultimi anni – sottolinea Compagno - l’ateneo è cresciuto sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. La conferma arriva dallo stesso Ministero dell’Università e della Ricerca che valutando la nostra università rispetto ai risultati ottenuti in termini di studenti iscritti, laureati e valore della ricerca scientifica, le ha riconosciuto un peso crescente a livello di sistema universitario nazionale che è passato da 0,97% del 2001 a 1,22% del 2008. In questo periodo la nostra università registra una crescita complessiva dei livelli di performance del 26,14%, collocandosi in termini di tasso di crescita tra le prime 6 università statali. A fronte di tali importanti risultati il sottofinanziamento statale è paradossalmente aumentato, nello stesso periodo, dal 3% al 15%».
«Entro marzo 2009 – annuncia Compagno - il Ministero adotterà i criteri di riparto tra le università di 550 milioni di euro; l’appello più volte lanciato dall’ateneo anche attraverso il confronto con i parlamentari regionali è che gli stessi si adoperino per far si che i risultati della nostra università vengano finalmente riconosciuti nell’assegnazione delle risorse statali, correggendo le distorsioni contenute nei meccanismi di riparto secondo il criterio della spesa storica».
«Questo, per l’università di Udine - dice il rettore -, è un ulteriore periodo di difficoltà dal quale vogliamo e possiamo uscire con lo stile e la tradizione di questa istituzione. Di fronte a un sottofinanziamento statale persistente, siamo tempestivamente intervenuti sul fronte delle spese per ripristinare gli equilibri finanziari; ci siamo così rimboccati le maniche per migliorare i nostri punti di forza e limitare quelli di debolezza, anche attraverso severi processi di razionalizzazione e riqualificazione della spesa. Abbiamo ulteriormente sviluppato il concetto di accountability e di responsabilità sociale, volendo essere trasparenti nei confronti dei nostri stakeholders e stiamo ricercando tutte le sinergie ed i supporti con le forze e le istituzioni del nostro sistema di riferimento».
«Tutta la Comunità accademica – spiega il rettore - vive questo momento come opportunità per consolidare l’esistente e anche come trampolino per realizzare importanti sviluppi. Questa giovane istituzione ha tutti gli elementi per vincere questa sfida, come è stata vinta più volte nel passato: abbiamo un corpo docente di assoluta eccellenza, l’affluenza e l’impegno degli studenti è riconosciuto dalle valutazioni nazionali, i gruppi di ricerca concorrono con successo nel panorama internazionale, le strutture tecnico amministrative hanno una attaccamento ed una dedizione all’istituzione encomiabile».
«Oltre al nostro impegno – conclude il rettore Compagno - serve anche quello della comunità e delle istituzioni, che finora mai è mancato, e che sono certa avremo occasione di censire concretamente a partire dalle prossime settimane».