Appuntamento il 3 dicembre a palazzo Florio con Rosario Lembo

Al via in dicembre il ciclo di seminari dedicati ad "Altri modelli possibili"

Dalla decrescita economica alla gestione dei beni comuni,
agli indicatori di benessere delle comunità

Si snoda attraverso sei seminari, da dicembre ad aprile, il percorso formativo “Altri modelli possibili” dedicato agli studenti dell’università di Udine e loro docenti e aperto a tutti gli interessati, pensato per trasmettere nuovi modelli di riferimento per l’economia, la regolazione dei mercati, la tutela dell’ambiente e la gestione dei processi di governance. L’iniziativa è organizzata dall’Ateneo, dall’Associazione Rete Radie Resch di Udine, Oikos fvg, E-labora – Reti di ContaminAzioni socio economiche e l’“Associazione per la città ecosolidale – Scuola friulana per la decrescita” con la collaborazione del Centro interdipartimentale di ricerca sulla pace “Irene” dell’università di Udine. Primo appuntamento lunedì 3 dicembre alle 11 nella sala Florio di palazzo Florio, in via Palladio 8 a Udine. Rosario Lembo, economista, direttore dell’Università dei Beni Comuni affronterà il tema delle risorse naturali esauribili nel seminario dal titolo “Come far crescere una cultura dei beni comuni”.

L’idea dei seminari «nasce dalla convinzione – spiega Giovanni Tonutti, di Oikos, tra gli organizzatori dell’iniziativa – che diversi principi che regolano l’economia, e che vengono spesso assunti come assiomi da cui partire per costruire modelli di sviluppo e di gestione della cosa pubblica e di regolamentazione dei mercati, possano essere messi in discussione e incontrare forme di crescita o decrescita alternative». Il ciclo prevede tre focus tematici: il concetto di decrescita applicato all’economia, alla tutela dell’ambiente e al recupero della dimensione relazionale della vita di ognuno; il concetto di tutela dei beni comuni, intesi come diritti imprescindibili ed inalienabili della vita di ognuno; infine, il concetto di democrazia partecipativa e come l’evoluzione del significato di “democrazia” disegna nuovi scenari di gestione della cosa pubblica.

«Saranno proposti – anticipa il direttore di “Irene”, Luigi Reitani – modelli per certi versi in antitesi con quelli comunemente diffusi e talvolta connotati da una forte vocazione provocatoria, pur sempre finalizzati alla riflessione e alla riconsiderazione delle certezze che i saperi consolidati portano ad assumere sempre più in modalità assiomica». I seminari discuteranno questioni che spaziano dal concetto di decrescita quale paradigma economico alternativo, all’esistenza del solo Pil come attendibile indicatore per misurare la salute di un’economia e il livello di benessere di una comunità. Si cercherà di capire se il livello di benessere di una comunità coincida necessariamente con la sua capacità di generare ricchezze o vi siano altri parametri da considerare. Si proporranno risposte sull’equità della prassi di privatizzazione e generazione di profitto nello sfruttamento delle risorse e ci si interrogherà se la democrazia rappresentativa sia ancora l’unico male minore possibile.

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