In esposizione il percorso della rivista culturale dell’ateneo
Palazzo Antonini-Maseri aperto al pubblico in occasione della mostra Multiverso
Visite guidate venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 maggio
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L'interno di Palazzo Antonini-Maseri
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Da sinistra Attilio Maseri, il rettore eletto Roberto Pinton, l'assessore comunale Giovanni Barillari, il sindaco Pietro Fontanini, il rettore Alberto De Toni, la past rector Cristiana Compagno, il dottor Enrico Coccolo
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Un gruppo di turisti francesi si appresta alla visita
Palazzo Antonini-Maseri apre le sue porte ai cittadini in occasione della mostra “Multiverso L’incrocio dei saperi”, dedicata alla storia della rivista culturale dell’ateneo friulano da venerdì 24 a domenica 26 maggio.
Il palazzo, ex sede della Banca d’Italia e da qualche mese di proprietà dell’ateneo friulano grazie alla generosa donazione del professor Maseri, sarà visitabile con visita guidata venerdì 24 maggio dalle 14 alle 22, sabato 25 e domenica 26 maggio dalle 16 alle 22. Per visitare il palazzo è necessaria la prenotazione online all’indirizzo uniud.it/AntoniniMaseri. Il Palazzo sarà visitabile liberamente, senza visita guidata, anche sabato dalle 10 alle 16 e domenica dalle 12 alle 16 per visitare la mostra di “Multiverso. L’incrocio dei saperi”, allestita al piano nobile. L'accesso sarà consentito fino al raggiungimento del numero massimo di capienza dello stabile. Per l'iscrizione di gruppi superiori a quattro persone e l’accesso di persone con disabilità motorie è necessario inviare una mail a prenotazionevisite@uniud.it Le visite guidate al palazzo saranno condotte da Martina Lorenzoni del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale (Dium) dell’ateneo, che illustrerà la storia e l’arte dello storico palazzo, affiancata da tre studenti-ciceroni, un dottorando e una dottorata dell’università di Udine. All’organizzazione dell’evento partecipano anche una decina di studenti del Dium.
La mostra. In un percorso che rispecchia la pluralità dei linguaggi utilizzati (parole, segni, immagini, suoni, video e illustrazioni), le stanze saranno attraversate da idee, riflessioni e spunti che danno voce alle domande proposte e presentate nei diversi numeri pubblicati. Arrivata al suo quindicesimo numero, monotematica e multidisciplinare, “Multiverso L’incrocio dei saperi” ha come filo conduttore l’incrocio dei saperi, inteso come strumento per comprendere il presente a partire da una molteplicità di competenze e prospettive. L’obiettivo è quello di superare la frammentazione delle specializzazioni del sapere per offrire, per quanto possibile e almeno su alcuni temi, una visione globale che ci faccia sentire più responsabili rispetto a ciò che ci circonda. Non diventare tuttologi, ma ascoltare punti di vista che possano aprirci a competenze, professionalità e pareri diversi. Un’opportunità per raccogliere dati e informazioni, metterli insieme, assimilarli e ricombinarli per produrre nuove conoscenze e nuove visioni: dalle scienze umane a quelle esatte, dalla fotografia al teatro, dal segno all’immagine, dall’antico al contemporaneo.
Il palazzo. Commissionato ad Andrea Palladio da Floriano Antonini, esponente di una delle famiglie più in vista dell’aristocrazia udinese, il progetto è datato 1556 e il cantiere si chiuse nel 1595. Nel corso del Seicento almeno due campagne di lavori modificarono pesantemente l’aspetto dell’edificio, arrivando a sostituire tutte le finestre, tranne quella sulla destra della loggia nel prospetto posteriore, e le scale interne. Nel 1709 Martino Fischer realizzò gli apparati decorativi, contribuendo a snaturare gli interni palladiani. Dell’originario progetto rimangono la planimetria, escluse le scale, e la volumetria generale, le logge anteriori e posteriori e gli elementi della “Sala a quattro colonne”. Il palazzo è stato per più di un secolo sede della Banca d'Italia di Udine, dal 1900 fino al 2009, quando gli uffici furono trasferiti nella sede di Trieste. L’edificio si caratterizza per una splendida facciata a semicolonne ioniche e per il magnifico parco di 3 mila metri quadrati, che collegano l’edificio affacciato su via Gemona e piazza Antonini alla piazza I Maggio.