I risultati del 10° monitoraggio dell’Ateneo di Udine dei maggiori portali dei Ministeri

Siti Web pubblici: restyling non riuscito per Esteri, Beni culturali e Gioventù

Pira : «Ottimi i livelli Governo, Senato, Polizia, Carabinieri. Bene Ministero della Giustizia. Nove i revisionati o riprogettati, ma non sempre offrono maggiore qualità. “Calimero” le Pari Opportunità»

Ottimo l'esempio del ministero della Difesa: on line una guida su come realizzare i portali delle Forze Armate

Dieci anni d’indagini puntuali sui siti dei Ministeri e delle principali Istituzioni italiane per monitorare anno dopo anno l’evoluzione della comunicazione web con i cittadini. Anche questa edizione del Monitoraggio 2009 realizzato dal gruppo di lavoro della facoltà di Lingue dell’Università di Udine (corso di laurea in Relazioni pubbliche), coordinato dal professor Francesco Pira (docente di Comunicazione e Relazioni pubbliche), continua a evidenziare eccellenze e limiti dei nostri portali istituzionali.
 
«Dopo un decennio di scrupoloso lavoro – afferma Pira – posso dire che, alla luce anche di quanto accade fuori dai nostri confini, manca a nostro parere una strategia complessiva sulla comunicazione istituzionale attraverso il web. Gli esempi di eccellenza come il Senato della Repubblica, le forze dell’ordine, Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Vigili del Fuoco, ci mostrano qual è la strada da percorrere. Servizi on line, strumenti di dialogo e trasparenza che rendano comprensibile e vicino ruolo e le funzioni delle Istituzioni. Il proliferare continuo di revisioni e nuovi progetti, ogni anno ne abbiamo censiti una buona percentuale (quest’anno nove tra nuovi e revisioni), non sempre si muove nella direzione di offrire maggiore qualità».
 
Dal monitoraggio emerge come siano stati introdotti nuovi servizi con l’obiettivo di aumentare l’interazione e le funzioni eGov. Rientrano nei primi la versione audio in Mp3 della newsletter del sito del Governo, il servizio SMS del Ministero degli Interni, mentre tra i secondi il servizio Permesso di Soggiorno della Polizia di Stato, l’Agenda online dei Vigili del Fuoco. A cavallo tra i due invece il progetto Senato dei Ragazzi, una piattaforma interattiva con obiettivi educativi.
 
Ma a fianco di novità positive anche quest’anno si segnalano ancora diversi problemi. I portali del Ministero degli Affari Esteri e quello dei Beni Culturali sono accumunati da un restyling non propiamente riuscito delle home page che appaiono più pesanti e meno fruibili. Un progetto grafico non riuscitissimo per il Ministero della Gioventù, che non pare aver trovato un design capace di combinare istituzionalità con linguaggi giovanili e, ultimo tra i citati, “il calimero dei siti istituzionali”, il sito del Ministero delle Pari Opportunità che, nel corso degli anni, continua a cambiare senza trovare una realizzazione efficace.
 
Diversi i siti che sono stati riprogettati. Tra questi il Ministero della Giustizia che, dopo molti anni di segnalazioni, finalmente ha un progetto efficace e accessibile. Ben riuscito il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, meno bene il sito del Ministero della Salute così come quello dell’Economia e delle Finanze.
 
«Falliti anche – rileva il professor Pira – i tentativi di utilizzo degli strumenti di social networking. Tre Ministeri: Esteri, Beni Culturali e Gioventù hanno aperto spazi su Youtube, con poco successo. Poche le visualizzazioni, ancora meno gli iscritti. Questo ci pare il segno di una scarsa capacità di utilizzare le forme di dialogo che il Web 2.0. sta definendo.
 
«Già nel 2008 – prosegue Pira – segnalammo che poteva essere utile seguire l’esempio del Ministero della Difesa che ha messo on line le linee guida per uniformare i portali delle Forze Armate. Siamo convinti che una strategia comune sia indispensabile, per definire quali strumenti debbano essere sempre presenti, quali siano le priorità che ciascun Ministero deve perseguire attraverso il web e quali le risorse debbano essere messe a fattore comune, come stanno cercando di fare Senato e Camera dei Deputati attraverso il progetto, ancora in divenire, di Parlamento.it.
 
«Basta navigare direct.gov.uk per comprendere quale sia il modello a cui tendere, quello nello specifico attuato dal Governo Inglese. Per questo ci auguriamo – conclude Pira – che Italia.gov.it trovi finalmente una sua dimensione sul web».
 
Un’ultima annotazione sull’accessibilità. «Anche su questo delicato e importante tema – sottolinea Pira – pare impossibile che a distanza di ormai 6 anni dal varo della legge Stanca non sia stata progettata una piattaforma base per i siti ministeriali da cui partire per lo sviluppo dei nuovi progetti web».

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