La cerimonia dalle 10.30 nel polo di via Margreth 3 a Udine

Lunedì 16 maggio l'Ateneo laurea honoris causa Aldo Colonnello

Il maestro elementare, fondatore del Circolo culturale Menocchio, che ha fatto della cultura il fulcro di una vita, civile e professionale

Maestro elementare, fondatore del Circolo culturale Menocchio di Montereale Valcellina (Pn), grande animatore culturale, bibliotecario, archeologo per passione, scopritore e valorizzatore di poeti: Aldo Colonnello sarà insignito dall’Università di Udine della laurea magistrale honoris causa in Scienze della formazione primaria. La cerimonia si svolgerà lunedì 16 maggio con inizio alle 10.30 presso il polo universitario della formazione, in via Margreth 3 a Udine.

 
Porteranno i saluti il prorettore dell’ateneo friulano, Roberto Pinton, la direttrice del Dipartimento di lingue e letterature, comunicazione, formazione e società, Antonella Riem. Seguirà la laudatio tenuta da Angelo Vianello, ordinario di biochimica vegetale. Dopo la proclamazione e il conferimento della laurea magistrale, Aldo Colonnello terrà la sua lectio magistralis dal titolo “Di mestiere: maestro elementare”.
 
Classe 1940, nato a Spilimbergo (Pn), dopo il diploma all’Istituto magistrale “Caterina Percoto” di Udine, Aldo Colonnello svolge nel 1959 servizio pre-ruolo presso la caserma di Maniago e alla scuola popolare di Tramonti di Sotto. Entra in ruolo nella scuola nel 1962. Maestro elementare a Navarons di Meduno, nel 1963 - anno della strage del Vajont - è a Claut, quindi a Fanna. Dal 1967, si stabilisce a Grizzo, frazione di Montereale Valcellina, dove insegnerà fino al 1997.
 
La vasta e variegata attività formativa e culturale di Aldo Colonnello si articola in più filoni. Quello di insegnante e animatore didattico, riconosciuto e apprezzato da grandi pedagogisti del tempo, come Guido Petter, ha visto Colonnello impegnato, con una impostazione interdisciplinare, nell’innovazione e nella sperimentazione didattica collegata alla ricerca scientifica allora più avanzata, per il rinnovamento didattico della scuola primaria. Autore di libri di testo per la scuola elementare, ha svolto attività di aggiornamento degli insegnanti, con lezioni, relazioni e cicli di incontri, in molte scuole in Friuli e fuori regione. Ha collaborato anche con l’Università di Udine – dal 2000 al 2005 - attraverso un ciclo di lezioni nel Laboratorio di cultura tradizionale organizzato dalla allora facoltà di Scienze della Formazione.
 
Il suo sconfinato amore per i libri diede i primi frutti sin dalle scuole, quando Colonnello, scolaro di terza media della professoressa Novella Cantarutti, pubblicò il giornalino “L’indisciplinato”, edito nella cucina della poetessa. Un’attività che riprese da adulto, con un imprecisato numero di pubblicazioni, in cui coinvolse insegnanti, alunni e loro genitori. Appena diplomato organizzò una mostra-mercato di libri, attività che lo porterà a diventare fondatore della Biblioteca civica di Montereale, di cui nel 1969 fu nominato bibliotecario incaricato. Negli anni Colonnello potenziò la struttura nel patrimonio librario, animandola con intense attività socio-culturali e manifestazioni prestigiose.
 
Appassionato di archeologia, instaurò una continua e intensa collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici del Friuli Venezia Giulia che sfociò nella pubblicazione di testi divulgativi e di storia del territorio di Montereale. S’impegnò nell’ambito di varie campagne di scavo di una necropoli del VII secolo a.C. e di manufatti del V secolo a.C. Nel 1995 fu nominato ispettore onorario per l’archeologia del competente Ministero, per il territorio comunale di Montereale Valcellina.
 
Il 1989 è una tappa cruciale nella biografia di Colonnello. A Montereale, ai piedi delle montagne pordenonesi, promuove la nascita del Circolo culturale Menocchio, una delle associazioni regionali più vivaci e propositive nel settore culturale. Con spirito di libertà e universalità, il Circolo ha, negli anni, promosso progetti che sono stati finanziati dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Comunità europea e importanti manifestazioni culturali anche di risonanza nazionale, con l’intento di valorizzare la storia, gli studi archeologici e la cultura di questa terra. Tra questi: la collana I quaderni del Menocchio; Inquisizione e società, in coedizione con il Centro studi sull’inquisizione dell’Università di Trieste; Con diverse lingue, una risorsa: la cultura, curato da Furo Bianco; Archivi della memoria, curato da Franco Crevatin.
 
La dedica del Circolo a Domenico Scandella, il mugnaio Menocchio di Montereale, figura simbolo della libertà intellettuale e di ricerca in Friuli e nel mondo, resa nota dal grande classico della storiografia internazionale Il formaggio e i vermi (1976) di Carlo Ginzburg, evoca l’amicizia fra Aldo Colonnello e Carlo Ginzburg. «Negli anni Settanta del secolo scorso – spiega Angelo Vianello - Ginzburg e Colonnello stavano conducendo indipendentemente ricerche storiche sulla figura di Domenico Scandella: sebbene Ginzburg ringrazi Colonnello all’inizio del suo saggio, i due non si erano mai incontrati. Probabilmente Colonnello aveva fornito consigli e indicazioni a Ginzburg per via epistolare, e soltanto vari anno dopo Carlo e Aldo si incontrarono e divennero amici».
 
E le amicizie, significative e profonde, puntellano tutta la vita di Aldo Colonnello, costituendo una vera rete della sua vita. Per citarne alcuni, Elio Bartolini, Federico Tavan e Pierluigi Cappello, che entrambi hanno dedicato ad Aldo un loro scritto. Claudio Magris, che di Colonnello dice: «C’è chi sa essere attento ai valori del luogo restando immune da quella visceralità municipale che oggi rende spesso così ottusa e regressiva la riscoperta delle identità e delle etnie, in tutta Italia, anzi in Europa, e anche in Friuli come a Trieste».
 

«Un’apertura, quella di Colonnello, promotore della cultura della pace e della convivenza tra i popoli, riconosciuta – sottolinea Angelo Vianello - anche da uno dei più illustri esponenti dell’interculturalità come Predrag Matvejevič». Di Aldo e del “suo” Circolo Matvejevič scrisse: «In nessun luogo ho sentito tanta affettuosità e un tale impegno come nel Menocchio, con Aldo Colonnello. Voglio dirvi che ogni mancanza di rispetto nei confronti del suo lavoro e della sua persona mi colpirebbero profondamente». E infine i curatori e autori del volume ad Aldo dedicato Sotto il segno di Menocchio (Interattiva, 2002), in cui definiscono l’amico «un Domenico Scandella del XX e XXI secolo»: Andrea Del Col, Rosanna Paroni Bertoja, Gian Paolo Gri, Giovanna Paolin, Danilo De Marco, Clara Carboncich, Piero Lucchi.

 

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