Testimone sensibile e acuto di eventi che hanno sconvolto gli equilibri mondiali, come il disfacimento dell’Urss e la tragedia di piazza Tien Anmen a Pechino, impareggiabile conoscitore dell’Europa centro-orientale e dell’ex Unione Sovietica, il senatore Demetrio Volcic, giornalista, ma anche scrittore e regista, riceverà dall’Università di Udine la laurea magistrale honoris causa in Relazioni Pubbliche. La cerimonia di conferimento si terrà il 6 novembre alle 11 nella Sala del Conte al Castello di Gorizia. Dopo gli interventi del rettore, Furio Honsell, e del preside della facoltà di Lingue e letterature straniere, Vincenzo Orioles, seguirà la laudatio, che sarà pronunciata dal docente del settore di Filologia ugro-finnica Andrea Csillaghy. Il rettore proclamerà quindi dottore magistrale honoris causa Demetrio Volcic, che terrà una lectio doctoralis dedicata a “La ricerca dei nuovi equilibri”. Un riconoscimento attribuito a Volcic in quanto "importante testimone di avvenimenti e di fatti contemporanei nella storia contemporanea dell'Europa e del mondo", come si legge nella motivazione, "professionista che ha saputo trasfondere la preziosa esperienza e la grande competenza acquisite nel corso di diverse attività e nell'espletamento di incarichi di rilievo, in particolare nel campo della comunicazione radiotelevisiva".
Nato a Lubiana il 22 novembre 1931 da padre triestino e madre goriziana, Demetrio Volcic, nella capitale slovena trascorse l’infanzia e la prima adolescenza. Questo periodo inciderà profondamente sulla sua maturazione culturale e politica, contrassegnata da un approccio “relativista” della realtà rafforzato dai repentini e radicali mutamenti che si susseguirono in Europa in quegli anni, segnati dalla tragedia della seconda guerra mondiale. A Trieste, dove la famiglia Volcic riparò dopo la guerra, Volcic frequentò il liceo e studiò presso la facoltà di Economia e Commercio dell’ateneo giuliano. Gli anni Cinquanta segnarono l’avvio di una carriera che, dal settore giornalistico-radiotelevisivo, spazierà nell’attività letteraria, in quella accademica e nell’impegno politico da senatore, prima, e da parlamentare europeo, poi. Nel 1953 divenne collaboratore fisso della Rai, che lo assunse nel 1956. Nel ’65 si lanciò come collaboratore fisso del Tg1 e inviato speciale, soprattutto nel Nord-Europa: in Germania occidentale, nel ’66, seguì gli sviluppi del movimento studentesco, mentre nel ’68, da inviato speciale, fu testimone della Primavera di Praga. Dal ’69 nominato corrispondente permanente Rai per l’Europa centro-orientale con sede a Vienna e Praga, divenne anche collaboratore fisso de “La Stampa”. Nel 1974 venne trasferito a Mosca come corrispondente e rappresentante dell’emittente pubblica presso il Governo sovietico: dalla capitale russa collaborò anche con il neonato quotidiano “La Repubblica”. Nel 1980 a Belgrado, seguì per sei mesi l’agonia del maresciallo Tito, mentre nel 1981, inviato a Varsavia, vide e raccontò la rivolta di Solidarnosch e il golpe del generale Jaruzelski. Dopo essere stato corrispondente dall’81 all’86 per il primo programma Rai a Bonn, dall’86 al ’93, durante l’era Gorbacëv, tornò a Mosca, dove, anche grazie alle strette relazioni con i collaboratori più vicini all’allora presidente dell’Urss, assistette, documentò e visse in prima persona il crollo di un’ideologia e di una potenza mondiale, la nascita di 15 nuovi Paesi e la ricomposizione della carta geopolitica. Volcic, che fin dall’inizio seguì gli incontri e i vertici politici transcontinentali (Gorbacëv, Reagan, Bush e i capi dei governi europei), nell’89, a Pechino al seguito di una visita di stato di Gorbacëv, vide la tragedia di piazza Tien Anmen. Direttore del Tg1 da settembre 1993 alla primavera del 1995, rinunciò in seguito alla direzione di Rai International, che gli era stata offerta, perchè non gli erano stati comunicati i motivi dell’allontanamento dall’incarico precedente.
Autore di una ventina di film documentari, dall’inchiesta sul suicidio-omicidio del ministro Masaryk durante la Primavera di Praga alla celebre biografia del cantante sovietico Volodya Vysotsky, Volcic ha anche scritto una trilogia di monografie pubblicata da Mondadori nei primi anni ’90, dedicata a Mosca, Sarajevo e i paesi dell’ex blocco comunista. Ha ricevuto oltre trenta premi letterari alla carriera e per singoli periodi giornalistici. Eletto senatore nel 1997, nel luglio 1999 diviene membro del Parlamento europeo, dove ricopre l’incarico di membro effettivo della commissione per gli Affari esteri. Relatore per l’ingresso dei dieci nuovi Paesi membri dell’Ue, con la responsabilità sul processo di avvicinamento della Slovenia all’Unione europea.
All’Ateneo di Udine e, in particolare, al corso in Relazioni Pubbliche del polo isontino, Demetrio Volcic è molto legato: nell’anno accademico appena trascorso è stato vicedirettore e organizzatore del corso di perfezionamento in Giornalismo internazionale “Notizie dal mondo” nel Centro polifunzionale goriziano dell’Università friulana.