Riconoscimento al presidente della Danieli

Gianpietro Benedetti, ingegnere gestionale ad honorem

Honsell: «Interlocutore ideale per un ateneo
al servizio della sua comunità di riferimento»

        E’ il Dna dell’azienda che, garantendo la sua identità distintiva, è garanzia di successo, certo non da solo ma certamente necessario, anche per il futuro». Gianpietro Benedetti, presidente e amministratore delegato della Danieli, laureato ad honorem in Ingegneria gestionale dall’università di Udine, spiega così il fattore che ha caratterizzato fin dagli inizi, ai tempi dell’ingegner Luigi Danieli, quello che è ora diventato uno dei gruppi industriali leader nel mondo nella produzione di impianti siderurgici. Un Dna, quello targato Danieli, fatto di «dedizione totale alla missione, spirito innovativo, disponibilità all’accettazione dei rischi e ad affrontare le conseguenze delle proprie scelte», ha sottolineato il manager udinese entrato nell’azienda di Buttrio a 19 anni, nel 1961, come tecnico progettista. 

        Benedetti è stato proclamato dottore honoris causa per aver contribuito «all’innovazione tecnologica, per la spinta costante alla ricerca applicata, per le idee originali apportate come tecnico progettista, per le numerose invenzioni e i relativi brevetti, e per le elevate capacità organizzative». Il rettore, Furio Honsell, ha detto che «ciò che colpisce di Benedetti è la sua costante tensione a interpretare il futuro per costruire il presente e a raccogliere sempre nuove sfide. Egli rappresenta non soltanto l’ideale di imprenditore-scienziato, ma anche l’interlocutore ideale per un ateneo che vuole essere al servizio della sua comunità di riferimento come l’università di Udine». Alla cerimonia, svoltasi nel Salone del Parlamento del Castello di Udine, erano presenti, fra gli altri, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy; l’assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi; il presidente del Consiglio regionale, Alessandro Tesini; il sindaco di Udine, Sergio Cecotti, e i presidenti dell’Assindustria friulana e della Camera di commercio di Udine, Paolo Fantoni e Adalberto Valduga. 

        Ora Danieli ha lanciato un processo di ulteriore internazionalizzazione per meglio presidiare i mercati in espansione. «Una strategia di cambiamento e di metamorfosi – come l’ha chiamata Benedetti nella sua lezione dottorale dedicata a “Sviluppo, stabilità e contrazione aziendale. Le diverse opzioni strategiche” – fondata su due fattori determinanti che appartengono, come responsabilità, alle qualità del management». Il primo fattore è volto a «stimolare e mantenere costante nel corpo aziendale l’insoddisfazione per i risultati raggiunti, a innescare a tutti i livelli la tensione per il miglioramento dell’azienda e del proprio operato». Il secondo fattore è invece dedicato a «mantenere e ravvivare quella caratteristica profonda, “quel cromosoma” che è parte qualificante del Dna Danieli e quel “gene” che ne deciderà il destino: lo spirito d’innovazione, la passione e il coraggio di affrontare il rischio tecnologico, l’ansia intellettuale di concepire il nuovo e l’ottimismo del superamento dei confini». 

        La spinta impressa da Gianpietro Benedetti all’innovazione, con investimenti nella ricerca applicata pari al 5% dei ricavi del gruppo, ha messo la Danieli «in grado di competere con colossi del settore internazionale», ha ricordato nella laudatio, Elso Kuljanic, ordinario di Tecnologie meccaniche. «Benedetti – ha sottolineato Kuljanic – ha posto particolare attenzione sia alla preparazione dei giovani da inserire nella realtà aziendale, sia alla crescita e allo sviluppo professionale dei propri dipendenti». Negli ultimi anni, infatti, il solido rapporto esistente tra l’università di Udine e il gruppo Danieli «è stato ulteriormente rafforzato dai master in Project management and system engineering e in Ingegneria metallurgica, dai tirocini e dagli stages aziendali per studenti e neo laureati e dalle visite di istruzione negli stabilimenti della Danieli di Buttrio e dell’Abs di Cargnacco». Si tratta di una vera e propria sperimentazione di «nuovi modelli relazionali tra università e imprese – ha spiegato il preside della facoltà di Ingegneria, Andrea Stella – articolato in attività formative e di ricerca, come l’avvio di processi di internazionalizzazione e di mobilità di studenti da paesi dell’estremo Oriente e dell’ex Unione Sovietica».

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