L’Ateneo friulano trionfa alla finale di Torino

Innovazione, Udine vince il Premio nazionale e va in Europa

Sul gradino più alto dei podio i medici del gruppo Tor

        Straordinario successo per l’Università di Udine che per il secondo anno consecutivo si aggiudica il Premio nazionale per l’innovazione sbaragliando le altre 9 università partecipanti (Bologna, Padova, Napoli, Perugia, Pisa, Torino, Trieste, e i Politecnici di Milano e Torino), risultando il migliore dei 30 progetti in gara. Il gruppo Tor sale sul gradino più alto del podio di Torino aggiudicandosi il primo premio da 60 mila euro. Non solo. Grazie a questa vittoria l’Università di Udine rappresenterà l’Italia in Europa come simbolo dell’ateneo italiano più innovativo. I vincitori udinesi, infatti, parteciperanno alla Start Cup Europea che si terrà a Parigi a maggio 2005 in rappresentanza del nostro Paese.
        
        «L’Università di Udine – dichiara il rettore Furio Honsell – si riconferma una superpotenza nazionale a livello di capacità di generare imprese innovative. Sono orgoglioso che la squadra di Udine rappresenti l’Italia in Europa. Un riconoscimento speciale va al direttore del premio, Cristiana Compagno, a tutta al sua equipe e alla Fondazione Crup che ha saputo credere in noi». «Questo risultato – sottolinea il direttore Cristiana Compagno – dimostra che l’investimento che l’Università di Udine sta facendo per diffondere la cultura dell’innovazione premia il nostro ateneo, ponendolo ai vertici nazionali per la capacità di generare innovazione dalla ricerca applicata».
        
        Ma Start Cup, la “business plan competition” sostenuta dalla Fondazione Crup, non si ferma dopo la finale nazionale. Il gruppo Tor, la cui innovazione consentirà al settore dei trapianti di compiere un enorme passo avanti grazie a tessuti ed organi prodotti attraverso la coltura di cellule staminali controllata da sistemi computerizzati, guarda già al futuro. Il Consiglio di amministrazione dell’Università di Udine ha già dato il via libera per la costituzione dello spin off di ricerca, primo passo verso la nascita della nuova impresa. Ma che cosa farà esattamente Tor? «L’obiettivo – dichiara Francesco Curcio, portavoce del gruppo – è quello di produrre cellule da trapiantare in condizioni di maggiore sicurezza per i pazienti. Le potenzialità di commercializzazione sono molto alte. Basti pensare che ogni anno in Friuli-Venezia Giulia vengono fatti oltre 2 mila interventi di chirurgia maxillo facciale e implantologia odontoiatrica, il settore a cui si rivolgerà Tor, perlomeno nella fase iniziale». In un primo momento, infatti, i ricercatori produrranno frammenti di osso di 1-2 centimetri e poi un poco alla volta passeranno a frammenti più grandi e ad altri tessuti. Una strategia tecnologica che per ora riguarda un frammento osseo ma che in futuro potrebbe riguardare un osso intero, un tessuto o un organo. Merito delle possibilità offerte diversi dalla medicina rigenerativa e dall’ingegneria tissutale, studiate con successo da anni dai ricercatori dell’ateneo friulano che si sono riuniti dando vita al centro interdipartimentale di Medicina rigenerativa, che si occupa di fegato, pancreas, midollo osseo, vasi e cartilagini. 

    Il gruppo, che ha vinto la finale udinese, è formato da 10 componenti, che arrivano dalla facoltà di Medicina: i docenti Francesco Curcio, Francesco Saverio Ambesi-Impiombato e Franco Quadrifoglio, lo specializzando Antonio Beltrami, i dottori di ricerca Matteo Toller e Annamaria Zambito, il dottorando Massimo Moretti, l’assegnista Antonella Meli, il laureando in Biologia Federico Ferro e il tecnico del laboratorio biomedico Renza Spelat. Il tutor è il consulente Marco Cestari.

       

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