Il maggio umanistico dell'Università di Udine

Dodici incontri: dall’archeologia alla storia, alle tradizioni andine

Archeologia, preistoria, protostoria, scienze dell’antichità, storia contemporanea, tradizioni andine. Un maggio intenso attende i cultori di queste discipline che potranno soddisfare la loro sete di conoscenza grazie alla dozzina di appuntamenti organizzati dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università di Udine. Ben quattro gli appuntamenti in programma mercoledì 12 maggio, i primi tre nella Sala Politi di Palazzo Politi-Camavitto. Alle ore 9, lezione di Marina Rubinich, dell’Università di Udine, su “Magna Grecia e Oriente mediterraneo: spunti per una riflessione". Seguiranno le relazioni di due docenti dell’Accademia delle Scienze di Lubiana. Alle 11 interverrà Peter Kos con “Celtic coins in the southeastern Alpine region-new thoughts on chronology and distribution”; alle 15, Marjeta Sasel Kos, con “Appian and Illyricum”. E’ invece intitolato “Azuritas y bermellones en el taller colonial. Prácticas y apropiaciones” il seminario che Gabriela Siracusano, dell’Università di Buenos Aires, terrà alle ore 17, nella sala Colonne di Palazzo Florio, in via Palladio 2.

 Giovedì 13 maggio, la Sala Atti di Palazzo Antonini ospiterà due conferenze. Alle ore 9, quella di Werner Eck, dell’Università di Colonia su “Augusto e la Germania”. Alle ore 15, Frederick Maria Fales, dell’Università di Udine, illustrerà “Il saccheggio del Museo di Bagdad”. Nella Sala Colonne di Palazzo Florio, alle ore 17, Gabriela Siracusano, dell’Università di Buenos Aires, parlerà di “Malaquita para curar la melancolia. Pintura y farmacopea en la America andina”. Venerdì 14 maggio, nell’aula 15 di Palazzo Antonini, alle ore 11, seminario di Gianluca Soricelli, dell’Università di Chieti, sulla “Regione vesuviana dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.”. Alle ore 17, nella Sala Colonne di Palazzo Florio, conferenza di Gabriela Siracusano, dell’Università di Buenos Aires, su “Color y poder. Imagen y materialidad en el escenario andino del siglo XVII”.

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