XXIII Rapporto AlmaLaurea su profilo e condizione occupazionale

A un anno dalla laurea lavora il 77,5% dei laureati triennali e il 77,7% dei laureati magistrali

Il 77,1% dei laureati si riscriverebbe a Udine, il 69,3% allo stesso corso, il 7,8% cambiando corso di studi

A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (ove si considerano occupati tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) dei laureati triennali del 2019 dell’Università di Udine è del 77,5% contro la media nazionale del 69,2%. Per i laureati di secondo livello del 2019 la percentuale di occupazione sale al 77,7% a un anno dalla laurea, contro la media nazionale del 68,1%. A cinque anni dalla laurea di secondo livello, il tasso di occupazione dei laureati del 2015 dell’Ateneo friulano si attesta al 94,5%, contro la media nazionale dell’87,7%. È quanto emerge dal XXIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati presentato oggi dal Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea, che ha coinvolto 76 atenei italiani aderenti. 

«Il quadro che la rilevazione di Almalaurea ci prospetta – sottolinea il rettore, Roberto Pinton – è molto incoraggiante e conferma la validità della strada intrapresa dal nostro ateneo, sia dal punto dell’offerta didattica sia per quanto riguarda le azioni a supporto placement dei nostri laureati. L’impegno è ora quello, da una parte, di rafforzare e migliorare ulteriormente queste nostre attività, dall’altra di stimolare i nostri studenti a un impegno serrato e costante negli studi per essere in grado di affrontare al meglio la forte competizione del mercato del lavoro». 

«I dati Almalaurea – spiega il delegato dell’ateneo per il job placement e i rapporti con le imprese, Marco Sartor – dimostrano come l’emergenza sanitaria abbia intaccato debolmente la grande capacità di placement dell’Università di Udine. Il sistema economico richiede con forza laureati udinesi; il tasso di occupazione resta eccellente nel breve e nel lungo periodo». 

 

Condizione occupazionale laureati triennali a un anno dl conseguimento del titolo 

A un anno dalla laurea, tra gli occupati, il 20,4% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea e il 17,6% ha invece cambiato lavoro. Il 61,8% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 26,5% degli occupati può contare su un lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 43,6% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 7,7% svolge un’attività autonoma (libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 23,6% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.258 euro mensili netti, in linea con la media nazionale di 1.270 euro netti mensili. Per quanto riguarda l’efficacia del titolo, che combina la richiesta della laurea per l’esercizio del lavoro svolto e l’utilizzo, nel lavoro, delle competenze apprese all’università, il 59,4% degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Più nel dettaglio, il 53,7% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite all’università. 

 

Condizione occupazionale laureati magistrali a un anno dal conseguimento del titolo 

Il 19,8% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 18,1% ha invece cambiato lavoro; il 62,1% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo. Il 18,8% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 47% su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). Il 7,5% svolge un’attività autonoma (libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). Il lavoro part-time coinvolge il 20,4% degli occupati. La retribuzione è in media di 1.336 euro mensili netti (1.248 euro per i magistrali biennali e 1.544 euro per i magistrali a ciclo unico, in linea con la media nazionale di 1.364 euro. Il 66,2% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo (il 56,1% tra i magistrali biennali e l’89,1% tra i magistrali a ciclo unico); inoltre, il 59,5% dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (50,0% tra i magistrali biennali e 81,7% tra i magistrali a ciclo unico). 

 

Condizione occupazionale laureati magistrali a cinque anni dal conseguimento del titolo 

Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 62,3%, mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 18,9%. Svolge un lavoro autonomo il 12,8%. Il lavoro part-time coinvolge l’8,6% degli occupati. Le retribuzioni arrivano in media a 1.550 euro mensili netti (1.560 per i magistrali biennali e 1.642 per i magistrali a ciclo unico), in linea con la media nazionale di 1.556 euro. Il 67,6% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro svolto (è il 63,3% tra i magistrali biennali e il 76,1% tra i magistrali a ciclo unico); il 57,2% dichiara di utilizzare in misura elevata nel proprio lavoro le competenze acquisite all’università (54,4% tra i magistrali biennali e 67,2% tra i magistrali a ciclo unico). Dove vanno a lavorare? Il 73,3% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 24,9% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit 1,6%. L’ambito dei servizi assorbe il 68,4%, mentre l’industria accoglie il 27,9% degli occupati; 3,2% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura

 

Profilo dei laureati triennali e magistrali biennali 

La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 4,3%: il 4,9% tra i triennali e il 4% tra i magistrali biennali. Il 26% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 24,7% tra i triennali e il 31,9% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale il 61,7% dei laureati: il 57,2% per il primo livello e il 62,8% per i magistrali biennali. Possiede un diploma tecnico il 32,5% dei laureati: il 36% per il primo livello e il 32,2% per i magistrali biennali. 

L’età media alla laurea è 25,6 anni per il complesso dei laureati (25,8 la media nazionale), nello specifico di 24,4 anni per i laureati di primo livello e di 27,5 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. 

Il 62,9% dei laureati termina l’università in corso: in particolare è il 60,6% tra i triennali e il 70,4% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 102,1 su 110 (103,2 la media nazionale): 99,1 per i laureati di primo livello (100,1 la media nazionale) e 108 per i magistrali biennali, in linea con la media nazionale. 

Il 63,6% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 65% tra i laureati di primo livello e il 63,8% tra i magistrali biennali (valore, quest’ultimo, che cresce al 79,7% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio). Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) il 12,5% dei laureati: l’8,4% per i triennali e il 19,5% per magistrali biennali (quota, quest’ultima, che sale al 24,0% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 70,3% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: è il 69,2% tra i laureati di primo livello e il 71,4% tra i magistrali biennali. 

Per analizzare la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa si è scelto di prendere in considerazione l’opinione espressa dal complesso dei laureati in merito ad alcuni aspetti. L’88,9% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente e l’86,8% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso. In merito alle infrastrutture messe a disposizione dall’Ateneo, l’87,1% dei laureati che le ha utilizzate considera le aule adeguate. Più in generale, l’89,2% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso. Il 69,3% dei laureati sceglierebbe nuovamente lo stesso corso e lo stesso Ateneo, mentre il 7,8% si riscriverebbe allo stesso Ateneo, ma cambiando corso.

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