Climate Exp0: il ruolo centrale di ricerca e innovazione nel contrasto al cambiamento climatico
La conferenza preparatoria della COP26 ha visto la partecipazione di oltre 760 ricercatori e 2000 studenti per condividere soluzioni per salvare il pianeta
Condividere le ricerche per contrastare il cambiamento climatico. Questo il compito di Climate Exp0, la conferenza organizzata da COP26 Universities Network e dalla RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, coordinata dal Politecnico di Torino, che si è svolta negli scorsi giorni e che anticipa la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di quest'anno (COP26), ospitata congiuntamente dal Regno Unito e dall'Italia a Glasgow nel prossimo mese di novembre.
La conferenza, aperta ad esponenti politici, ricercatori, studenti e al pubblico in generale, alla quale si sono registrate 5200 persone da quasi 160 Paesi, è stata un'occasione per gli oltre 760 ricercatori internazionali partecipanti - provenienti da più di 80 università britanniche e italiane – di condividere le loro ultime scoperte in tema di cambiamento climatico.
L’evento ha visto la partecipazione di tre ministri dell’attuale Governo: Roberto Cingolani (Transizione ecologica), Enrico Giovannini (Infrastrutture e mobilità sostenibili) e Maria Cristina Messa (Università e ricerca) e l’intervento di numerosi esponenti del governo britannico tra cui il Presidente di COP26 Alok Sharma. Inoltre hanno preso parte alla conferenza numerosi esperti del settore, tra cui i docenti Patrizia Lombardi (Prorettrice del Politecnico di Torino e Presidente della RUS), Emily Shuckburgh (Università di Cambridge, Direttrice di Cambridge Zero), Roberto Buizza (Scuola Superiore Sant'Anna) e Alyssa Gilbert (Grantham Institute, Imperial College London, Presidente di COP26 Universities Network), che hanno co-presieduto Climate Exp0.
La condivisione delle ricerche ha rappresentato un contributo fondamentale all’impegno del governo britannico e di quello italiano per far sì che la COP26 di quest’anno si presenti come la Conferenza delle Parti più efficace fino ad oggi, definendo in che modo si possa effettivamente raggiungere l'obiettivo delle “zero-emissioni”, attraverso un impegno continuo nella cooperazione e nella collaborazione mondiale.
Ogni giornata della conferenza si è focalizzata su uno dei pilastri fondamentali di COP26, con approfondimenti che hanno spaziato dalla presentazione di soluzioni innovative nature-based alla produzione di energie rinnovabili alla creazione di nuove tecnologie per trasporti e reti infrastrutturali green.
L’ambizione di Climate Exp0 e della COP26 è però quella di andare oltre il raggiungimento di zero-emissioni nette di gas climalteranti. I ricercatori puntano a definire un piano per proteggere l’ambiente dagli impatti del riscaldamento globale, che già si stanno manifestando, e al tempo stesso costruire una società più giusta e sostenibile. Questo include un piano credibile che permetta di gestire gli eventi meteorologici imprevedibili e spesso dannosi causati dal cambiamento climatico. Inoltre Climate Exp0 si è concentrata sui temi della biodiversità e dell'adattamento, privilegiando in questo il lavoro con le comunità locali; delle implicazioni finanziarie dell’obiettivo zero emissioni, stimolando la partecipazione delle imprese, delle istituzioni finanziarie e dei consumatori per creare un sistema sostenibile.
Particolarmente importante il coinvolgimento e il contributo delle giovani generazioni nell’affrontare la sfida al cambiamento climatico. Oltre 2.000 studenti si sono iscritti a Climate Exp0: un successo che mette in luce ancora una volta la dedizione dei giovani nel costruire un futuro migliore.
Climate Exp0 ha dimostrato il ruolo fondamentale del settore ricerca e sviluppo nella lotta contro i cambiamenti climatici e come motore di un mondo più giusto e più sano. Il ruolo delle Università, che hanno promosso la conferenza, è cruciale per aiutare le Nazioni ad affrontare le minacce per il pianeta e per l’umanità, come si è visto nella risposta alla pandemia di Covid-19.
Cos’è la RUS- Rete delle Università italiane per lo Sviluppo sostenibile
La RUS – promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) nel 2015 – costituisce la prima esperienza di coordinamento e condivisione posta in essere da tutti gli atenei italiani (attualmente 78) impegnati sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. La Rete è attualmente coordinata dal Politecnico di Torino.
Le finalità principali della RUS sono:
• diffondere la cultura e le buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei, mettendo in comune competenze ed esperienze, in modo da incrementare gli impatti positivi delle azioni messe in atto dalle singole università;
• promuovere i Sustainable Development Goals (SDGs) e contribuire al loro raggiungimento;
• rafforzare la riconoscibilità e il valore dell’esperienza italiana a livello internazionale. La RUS si pone inoltre come modello di buona pratica da estendere anche ad altri settori della P.A., dell’istruzione e del territorio in generale, incentivando lo sviluppo di collaborazioni tra università e città, diffondendo innovazione sociale sul territorio e fornendo stimoli culturali per l’intero sistema paese.