I più veloci ad ottenere il titolo? I laureati in Giurisprudenza e in Scienze. Quelli che ottengono i voti più alti sia agli esami sia alla laurea? Sicuramente i neo-dottori in Lettere. Gli studenti in Medicina e in Ingegneria, invece, sono i più assidui alle lezioni universitarie. Sono i principali dati della fotografia scattata da Almalaurea (consorzio che riunisce una quarantina di atenei italiani) ai laureati dell’università di Udine, che si distinguono a livello nazionale soprattutto per la capacità di conciliare il lavoro con lo studio: quasi l’80% ha un’occupazione mentre frequenta l’università. Con i colleghi del resto dell’Italia, invece, hanno in comune gli aspetti cercati nel futuro lavoro: i neo-dottori al primo posto mettono l’acquisizione di professionalità, mentre l’aspetto ritenuto meno rilevante è il tempo libero.
L’età media della laurea è stata abbassata dalla riforma universitaria, anche se le differenze fra una facoltà e laurea non sono scomparse. A Giurisprudenza a Udine ci si laurea in media a 23,6 anni, età che sale a 24,5 anni nel resto dell’Italia, a Scienze i giovani ottengono il titolo a 23,8 anni, mentre nel resto del Paese a 24,4 anni. I voti agli esami e alla laurea, invece, sono in generale di qualche punto più basso all’università di Udine rispetto al resto dell’Italia. I neo-dottori che ottengono le migliori performance sono quelli di Lettere (27,8 agli esami e 105,7 alla laurea). Si laureano con una media del 103 i giovani che scelgono Lingue, Agraria e Scienze della formazione, fanalino di coda gli informatici con un voto medio pari a 96,4.
Record di studenti con esperienze di lavoro alla facoltà di Lingue: 86,3% all’ateneo udinese contro il 78% di media italiana. Ma anche gli altri neo-dottori si difendono bene: lavora mentre studia l’84% degli studenti di Agraria, l’83% di quelli di Veterinaria, l’81% di Lettere, l’80% di Economia. Alto gradimento, infine, per il corso di laurea frequentato. I più entusiasti sono i neo-dottori della facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali: l’83% si iscriverebbe allo stesso corso nello stessa università. A seguire il 74,8% dei laureati in Giurisprudenza, il 72,2% di Veterinaria, il 71,6% di Agraria, il 70,5% di Ingegneria.
La maggior parte, poi, intende proseguire gli studi dopo la laurea triennale. La percentuale più alta, pari al 94,3%, è quella dei laureati in Giurisprudenza, la più bassa (il 28,9%) quella dei neo-dottori in Scienze della formazione, anche perché il corso di laurea per insegnanti è rimasto inalterato anche dopo la riforma. Tutti soddisfatti, infine, del corso di laurea intrapreso: oltre la metà dei laureati di tutte le facoltà si iscriverebbero di nuovo allo stesso corso dello stesso ateneo, con punte che superano l’80% a Scienze e il 74% a Giurisprudenza.