Sarà utilizzato per l’attività di ricerca in campo alimentare e ambientale, in particolare per l’analisi degli inquinanti presenti nelle falde acquifere, nella frutta, nella verdura e negli animali. È il nuovo strumento, uno spettrometro di massa di ultima generazione del valore di 87 mila euro, entrato in dotazione al dipartimento di Scienze e tecnologie chimiche dell’Università di Udine grazie a un importante contributo della Fondazione Crup. Il suo impiego si estende però anche alla didattica. La facoltà di Agraria infatti ha attivato un corso di Esercitazioni di spettrometria di massa nell’ambito della laurea specialistica in Scienze e tecnologie alimentari per fornire agli studenti gli elementi fondamentali per il suo utilizzo.
Alla consegna dello strumento il delegato del rettore per la Ricerca e il trasferimento tecnologico, Michele Morgante, ha ringraziato la Fondazione Crup per la consolidata attenzione verso l’attività di ricerca svolta dall’ateneo friulano. «Queste sinergie tra ateneo e realtà imprenditoriali locali – ha sottolineato il direttore del dipartimento Alessandro Trovarelli, delegato del rettore per l’Internazionalizzazione – sono un volano fondamentale per mantenere alto il livello dell’attività di ricerca in un momento in cui i tagli dei fondi istituzionali rischiano di penalizzarla e ridimensionarla». Il nuovo spettrometro «è uno strumento di notevole interesse scientifico – ha detto Giancarlo Verardo, responsabile del gruppo di Chimica organica che lo utilizzerà –. Grazie a esso gli studenti potranno confrontarsi con i metodi più moderni di acquisizione ed elaborazione dei dati affrontando i vari problemi analitici che troveranno poi nel loro lavoro».
La spettrometria di massa accoppiata alla cromatografia è una delle tecniche analitiche più sensibili, versatili e moderne. Mette insieme le potenzialità identificative della spettrometria di massa, attraverso il peso della molecola e lo studio della sua frammentazione, con quelle separative della cromatografia, cioè la capacità di separare i componenti presenti in una miscela. «Questo strumento quindi – ha detto Verardo – è di fondamentale importanza non solo per lo studio dei meccanismi di reazione in chimica organica, ma anche per l’identificazione e la quantificazione degli analiti presenti negli estratti di miscele complesse naturali e non».
L’analisi degli inquinanti costituisce un’importante utilizzo dello spettrometro. Si tratta di composti tossici, cancerogeni e mutageni direttamente o indirettamente prodotti dall’attività umana presenti nei fumi prodotti dalla combustione di diversi materiali. Possono depositarsi sui vegetali, essere immagazzinati nel tessuto adiposo degli animali e inquinare le falde acquifere. Lo strumento viene anche utilizzato nel controllo antidoping e per scoprire le sofisticazioni alimentari.