Indagare il ruolo e l’uso di internet, del telefono cellulare, della televisione satellitare e del Web 2.0, nelle migrazioni contemporanee, nelle nuove comunità che i migranti creano e in quelle rimaste nelle terre d’origine. È l’obiettivo del convegno internazionale “Migrazioni, diaspore e tecnologie dell’informazione e della comunicazione” che si terrà giovedì 13 novembre, dalle 9, nella sala del Consiglio di Palazzo Florio, in via Palladio 8 a Udine. L’incontro è organizzato dal dipartimento Economia, società e territorio e dal dottorato in Comunicazione multimediale dell’Università di Udine. Parteciperanno esperti e studiosi provenienti da Australia, Bulgaria, Filippine, Francia, Germania, Hong Kong e Regno Unito. Aprirà i lavori il saluto del rettore Cristiana Compagno.
Storicamente le migrazioni hanno dato un grande impulso alle innovazioni tecnologiche. Einstein, Fermi, Marconi, Von Neumann erano migranti che espressero al massimo la loro creatività e la loro immaginazione nei confronti della comunità scientifica e tecnologica lontano dalle terre d’origine. Con il termine migrazioni ci si può riferire anche a una rottura con l’ambiente sociale di appartenenza, rispetto al quale l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) giocano un ruolo fondamentale.
«I migranti – spiega la promotrice del convegno, Leopoldina Fortunati, docente di Sociologia dei processi comunicativi all’ateneo friulano – possono usare queste tecnologie per mitigare il trauma della migrazione stessa o per integrarsi più facilmente nelle nuove terre e comunità che li hanno adottati. Forums, giornali online, servizi di telefonia online, il telefono fisso e quello cellulare…Sono tutti mezzi attraverso i quali i migranti possono comunicare tra loro, con i loro cari lontani e con i loro nuovi amici e colleghi».