Conferenza finale del progetto Interreg Italia-Austria Cleanstone
Migliorare e innovare i processi di produzione dell'industria lapidea italiana
Concluso il progetto di ricerca transnazionale coordinato dall’Ateneo di Udine con partner accademici, pubblici e industriali
-
Alfredo Soldati durante la conferenza
-
Il gruppo di lavoro del progetto
-
Visita al sito di Bad Bleiberg
-
Il sito Jakomini Quarry Mineral Abbau GmbH di Bad Bleiberg
Si è svolta il 31 marzo e 1° Aprile presso il campus tecnologico della Carinthia University of Applied Sciences (Cuas) di Villaco, la conferenza finale del progetto di ricerca transnazionale Cleanstone. Il progetto, partito nel 2018, ha consentito di migliorare e ottimizzare i processi di estrazione e lavorazione della pietra naturale tramite l’applicazione delle più moderne metodologie di valutazione dell’impatto ambientale e delle più avanzate tecniche di simulazione fluidodinamica. Per garantire risultati supportati da una solida base scientifica, sono stati utilizzati sia modelli di calcolo fluidodinamico di stato dell’arte, per valutare le dispersioni atmosferiche del particolato lapideo, sia specifici indicatori per la biovalutazione e il biomonitoraggio delle attività nelle aree di estrazione.
Le attività di ricerca, coordinate dall’Università di Udine, hanno coinvolto partner accademici (Università di Padova e Cuas) e pubblici (Confartigianato Vicenza, ECO Institute for Ecology) oltre numerose aziende estrattive operanti in diversi contesti industriali all’interno dell’area di progetto (Consorzio Pietra Piasentina, Consorzio marmisti Valpantena e Consorzio pietra di Vicenza, in particolare).
«Si tratta – spiegano i referenti del team di ricerca dell’Ateneo friulano coinvolto nel progetto, Alfredo Soldati e Cristian Marchioli, docenti di Fluidodinamica – di un primo tentativo di integrare tecniche di recupero innovative sviluppate appositamente per le industrie del settore lapideo, principalmente Pmi a gestione piuttosto tradizionale. Da anni è in corso una sfida per ricavare materiale secondario direttamente commerciabile dai residui di lavorazione del materiale lapideo, principalmente cocciame e fanghi. La difficoltà di tale sfida è legata sia alle diverse tipologie di pietra trattate, che richiedono tecniche di recupero dedicate, sia ai diversi vincoli legali e restrizioni di carattere regionale a cui sono soggetti i processi di estrazione e taglio».
«La nostra speranza - aggiunge Marchioli – è che, grazie a Cleanstone, le autorità locali, regionali e nazionali possano avere maggior consapevolezza dei vantaggi, in termini di economia circolare e protezione ambientale, derivanti dall’attuazione delle soluzioni di miglior prassi proposte e dalla conseguente minimizzazione della quantità di rifiuti smaltiti nell’ambiente per mezzo di impianti di trattamento a modesto consumo energetico».
Durante la conferenza sono stati presentati, e condivisi con gli stakeholder e gli attori interessati, i due principali strumenti messi a disposizione delle aziende estrattive. Il primo strumento consiste in una serie di linee guida e criteri per valutare l’impatto ambientale delle attività di lavorazione e definire protocolli innovativi per la valorizzazione economica degli scarti mediante conversione in materie prime secondarie. Il secondo strumento è un Libro Bianco con proposte di modifica della legislazione vigente in Austria e Italia in tema di smaltimento degli scarti, che attualmente non valorizza appieno il potenziale di riuso/riciclo. È stato altresì possibile visitare il sito Jakomini Quarry Mineral Abbau GmbH di Bad Bleiberg, uno fra quelli coinvolti nella biovalutazione e il biomonitoraggio delle attività estrattive.