Finanziamento di 450 mila euro nell’ambito dell’iniziativa intergovernativa di Cost

Miglioramento dei processi di produzione dell'industria della carta e del legno

Concluso il progetto di ricerca europeo coordinato dall’Ateneo di Udine, che ha coinvolto oltre 200 studiosi di 20 Paesi del mondo

Migliorare e ottimizzare i processi industriali di produzione di carta e pannelli di legno tramite l’applicazione delle più avanzate tecniche di modellazione e simulazione fluidodinamica. È il risultato del progetto di ricerca europeo “Fibre suspension flow modelling” (Modellizzazione fluidodinamica di sospensioni fibrose), guidato dall’Università di Udine, giunto al termine dopo 4 anni, e che ha coinvolto oltre 200 studiosi provenienti dai più accreditati istituti accademici e dai centri di ricerca di eccellenza di 17 Paesi europei e di 3 Paesi extra-europei (Usa, Canada e Brasile). Il progetto ha consentito di sviluppare software in grado di ridurre il fabbisogno energetico attualmente richiesto dal processo produttivo, rendendolo più sostenibile da un punto di vista ambientale e più competitivo nei confronti dei mercati americano e asiatico. I risultati sono stati presentati nel corso della conferenza che si è tenuta dal 9 al 12 giugno alla Norwegian University of Science and Technology di Trondheim (Norvegia).

Il progetto, coordinato dal ricercatore in Fluidodinamica dell’ateneo friulano Cristian Marchioli, rientra nell’ambito dell’iniziativa intergovernativa di Cooperazione europea nei settori della scienza e della tecnica (Cost), che ha garantito un finanziamento complessivo di circa 450 mila euro. Nel progetto sono stati inoltre coinvolti il Laboratorio di fluidodinamica di processo dell’Università di Udine, diretto dal Professor Alfredo Soldati, la Comunità europea di ricerca sul flusso, la turbolenza e la combustione (Ercoftac) e la Società europea di meccanica (Euromech).

Numerose le applicazioni che potranno beneficiare dei risultati ottenuti, in termini di ottimizzazione e di miglioramento della produzione: dall’industria della carta, realizzata a partire da fibra cellulosa, alla produzione di pannelli a base di microfibre di legno, fino alla combustione nelle centrali a biomassa. In particolare, gli studi condotti «hanno permesso spiega Marchioli - di valutare in maniera consapevole l’utilizzo delle più avanzate tecniche di modellazione e simulazione fluidodinamica su scala industriale, incrementando la resa dei processi produttivi. In questo modo, le industrie potranno ottenere prodotti migliorati con un risparmio, valutato sulle prestazioni degli impianti pilota finora testati, fino al 30% circa del consumo di energia elettrica».

Il progetto, oltre agli obiettivi prefissati, ha raggiunto un ulteriore importante traguardo. «I congressi scientifici, i workshop dedicati, gli stage di mobilità e le training school avanzate organizzati nei quattro anni di attività del progetto – sottolinea Marchioli - hanno certamente contribuito a trasferire come mai in passato la conoscenza scientifica e tecnologica tra i gruppi di ricerca e le realtà industriali coinvolti. In tutto ciò l’Università di Udine ha avuto un ruolo di primo piano sia a livello di coordinamento del progetto sia a livello organizzativo».

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