Metodi comuni, o condivisibili, fra filologia e biologia. La conferenza di Alessandro Minelli
L’inconsueto binomio filologia–biologia è l’oggetto di questa conferenza. L’uomo ha sempre manifestato una prorompente necessità di ordinare ogni oggetto o aspetto
della sua vita e del mondo in cui opera. È un’esigenza pervasiva che ha interessato sia le discipline umanistiche sia le scienze della natura.
Per rendere più agevole questo compito, l’uomo ricorre a schemi, modelli, immagini, metafore. Fra quest’ultime, una delle più frequenti e fortunate è la metafora dell’albero: essa ci aiuta a raggruppare una classe, anche vasta, di oggetti simili, secondo le loro relazioni di parentela o di discendenza temporale. In ambito filologico Angelo Poliziano fu il primo a sviluppare un metodo esplicito per ricostruire la storia di un testo a partire dalle differenti versioni disponibili, realizzando di fatto un ‘albero di codici’. Quattrocentocinquanta anni dopo, Willi Hennig, utilizzando un principio molto simile, fondò la cladistica. Questa scienza ricostruisce le parentele tra le specie viventi e le rappresenta anch’esse
in forma di albero.
Alessandro Minelli, già professore ordinario di Zoologia presso l’Università di Padova, ha iniziato la sua attività di ricerca dedicandosi a problemi
di sistematica zoologica, filogenesi e biodiversità, per poi indirizzarsi verso la biologia evoluzionistica dello sviluppo. È stato presidente dell’International Commission on Zoological Nomenclature e ha diretto il progetto Checklist delle specie della fauna italiana. È autore dei volumi Biological Systematics (1993), The Development of Animal Form (2003), Forme
del divenire (2007), Perspectives in Animal Phylogeny and Evolution (2009). È pure autore di libri e articoli divulgativi di notevole valore.
L’incontro rientrava negli appuntamenti ‘Aperture 2015’, iniziativa coordinata dal delegato del Rettore alla Cultura, prof. Angelo Vianello: martedì 17 marzo 2015, Auditorium di Palazzo Toppo Wassermann, Udine, via Gemona 92. Evento organizzato dall’Università di Udine, in collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine e la Fondazione Crup.