Per Platone l’origine di ogni cosa è, infatti, eminentemente relazionale: è il sommo bene, identificato con una coscienza infinitamente donativa di sé e generativa. A partire da questa origine, sperimentata come primigenia fonte di luce spirituale, perde senso ogni dicotomia fra essere e coscienza, io e altro, soggetto e oggetto, spirituale e materiale. Nella luce del bene essenza della realtà è, dunque, la relazione: una relazione che non assorbe, ma esalta la singolarità dei suoi termini, aprendo un orizzonte in cui individuo e comunità non si contraddicono, ma convivono
e dialogano fecondamente.
Il relatore
Salvatore Lavecchia è stato allievo della Scuola Normale Superiore, dove ha conseguito il Perfezionamento
nel 1998. Dopo soggiorni a Londra e Tübingen, è stato chiamato all’Università di Udine prima all’interno del programma Miur ‘Rientro dei cervelli’, poi come professore associato di Storia della Filosofia antica. Dal 2011 insegna nel Master “Consulenza filosofica di trasformazione” (Verona). Su Platone ha pubblicato le monografie “La homoiosis theo nella filosofia di Platone” (2006); “Oltre l’Uno e i Molti. Bene
ed Essere nella filosofia di Platone” (2010); “Generare la luce del bene. Incontrare veramente Platone” (2015). Attualmente è impegnato nei seguenti ambiti di ricerca: percorsi
di trasformazione nella filosofia antica; il dialogo socratico; la nozione di bene e la filosofia
del principio in Platone e nel Platonismo; la filosofia della luce nel Platonismo; l’estetica antica.
L’incontro rientrava negli appuntamenti ‘Aperture 2016’, iniziativa coordinata dai proff. Francesco Nazzi e Angelo Vianello: martedì 2 febbraio, Sala del Consiglio di Palazzo di Toppo Wassermann, Udine, via Gemona 92. Evento organizzato dall’Università di Udine, in collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Udine e la Fondazione Crup.
In copertina: la statua di Platone davanti all’Accademia di Atene.