Atmosfere del Rinascimento e del Barocco friulano e veneto dal 16 al 19 aprileall’Università di Udine. Palazzo Caiselli a Udine sarà teatro di una mostra di strumenti musicali antichi e di un concerto di musica del Cinquecento. Gli eventi, organizzati dal dipartimento di Storia e tutela dei Beni culturali con l’Associazione musicale “Gilberto Pressacco” e il Centro studi Claviere di Vittorio Veneto, si inseriscono nell’ambito della Settimana della cultura.
Il programma si aprirà lunedì 16 aprile, alle 17, nel salone del Tiepolo (vicolo Florio 2/b) con l’inaugurazione della mostra, visitabile fino al 20 aprile dalle 15 alle 18. Nell’occasione sarà presentato il volume di Elena Modena, curatrice della rassegna, “Strumenti musicali antichi a raccolta” (Aracne, Roma).
La mostra propone diversi strumenti musicali antichi, parte originali parte copie filologiche. Fra gli originali si segnalano quelli a tastiera come i fortepiani, presenti con alcuni esemplari delle scuole artigiane viennese e inglese attive dalla metà del ‘700 al primo trentennio dell‘800. Fra gli strumenti copie, clavicembali italiani e francesi, e strumenti a fiato e ad arco medievali e rinascimentali.
Giovedì 19 aprile, alle 15.30, nel salone del Tiepolo, appuntamento con il concerto, alternato a versi d’autore e popolari, intitolato “Musica e poesia nel Cinquecento veneto e friulano” proposto dall’Ensemble Claviere. In programma gli autori friulani Giorgio Mainerio e Marc’Antonio Pordenon, ma anche compositori e musicisti come Marchetto Cara, Marco F. Caroso, Girolamo Frescobaldi, Antonio Stringari, Bartolomeo Tromboncino e Adrian Willaert. Gli interpreti sono Elena Modena (voce, viola da gamba tenore, campanelle), Ilario Gregoletto (viola da gamba basso, flauti diritti, cembalo, cialamello) e Claudio Zinutti (voce, cembalo, percussioni).
«L’iniziativa – spiega la coordinatrice Patrizia Augusta Verduchi – intende offrire un significativo scorcio della produzione italiana, in particolare dell’area friulana e veneta, che si espresse tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Seicento». Un’epoca in cui «l’affermazione delle lingue nazionali e il consolidarsi dei rapporti fra musica e poesia – sottolinea Verduchi – si realizzava, forse per la prima volta pienamente nella storia della musica occidentale, su temi tratti dal quotidiano: l’amore infelice e la passione corrisposta, il contrasto fra condizione di natura e stato d’animo umano, l’ironia della sorte e il piacere di prendersi in giro, le figure di carattere, la melanconia sublimata tramite il canto».