Il rettore: "Persone come lui convalidano il motto della nostra Università"
Pierino Burba laureato ad honorem Ingegnere per l'Ambiente e il Territorio dall'ateneo friulano
Oggi la partecipata cerimonia nell’aula magna di piazzale Kolbe. Il neodottore: “Sono sorpreso ed emozionato”
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Pierino Burba laureato
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Indirizzo di saluto del rettore De Toni
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Pubblico in sala
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Pierino Burba in attesa della proclamazione
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Pubblico
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Rettore De Toni
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Laudatio della prof.ssa Alessandra Gubana
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La vestizione
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Conferimento
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Lectio magistralis di Pierino Burba
Sentita, solenne e partecipata la cerimonia, svoltasi oggi nell'Aula Magna di piazzale Kolbe, per il conferimento della Laurea Magistrale Honoris Causa in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio dell'Università di Udine a Pierino Burba, “faber vitruviano” nato a Lungis, in Carnia nel 1937, autentico e riconosciuto maestro nel campo delle costruzioni. Un professionista innamorato del suo mestiere, già direttore tecnico e consigliere di amministrazione, responsabile tecnico dell’ufficio progettazione e attualmente responsabile della Ricerca e Sviluppo della I.CO.P Spa di Basiliano, azienda che, anche grazie al suo impegno, rappresenta oggi un punto di riferimento nel mondo nel campo delle realizzazioni ad alta tecnologia di infrastrutture ed opere di fondazione. «Sono molto sorpreso ed emozionato per questo riconoscimento – ha detto il neodottore nel corso della cerimonia – che considero di enorme valore ed importanza».
Prima della consegna del diploma di laurea, gli indirizzi di saluto del rettore Alberto De Toni e del prof. Marco Petti, direttore del DPIA. Ma il rettore ha innanzitutto dato la parola al professor Giorgio Macchi, docente emerito all'Università di Pavia, che è stato chiamato a fare parte della Commissione di esperti interni ed esterni costituita dall'ateneo per la valutazione della proposta di conferimento della laurea, insieme con il prof. Sebastiano Pelizza, (Politecnico di Torino) e Luigi Biolzi (Politecnico di Milano). «La costruzione è sempre stata la sua creatura e il suo pensiero sempre impegnato a perfezionare la regola di sempre e di tutti, trasformando sempre il suo lavoro in un'Arte», ha detto il professor Macchi in apertura.
«Questa laurea honoris causa – ha detto il rettore De Toni – è un meritato riconoscimento al contributo dato da Burba alla progettazione di nuove tecnologie nell'ambito dell'ingegneria delle infrastrutture, assieme all'augurio di riuscire a trasmettere questa sua passione per la ricerca ai suoi più giovani collaboratori. La ricerca e l'innovazione – ha continuato - sono terreni fertili per la crescita del territorio, e l'Università di Udine ha sempre creduto in questi fattori di sviluppo e le nuove generazioni che qui studiano sono stimolate a comprenderne l'importanza. E' anche grazie a persone come Pierino Burba – ha concluso – che il motto del nostro ateneo, Hic Sunt Futura, è sempre valido».
Il direttore del DPIA, Marco Petti, ha spiegato la procedura per il conferimento della laurea, illustrandone le motivazioni, «come i brevetti per i sottopassi ferroviari in cui gli studi e i marchingegni concepiti da Burba hanno consentito alla I.CO.P di raggiungere un livello così elevato di sicurezza, tanto da poter eseguire le operazioni nelle sole ore notturne».
A seguire, la corposa e dettagliata laudatio pronunciata dalla professoressa Alessandra Gubana, associata di Tecnica delle costruzioni al DPIA,sul tema “Pierino Burba e l'arte di costruire”.
«Con questo atto l’Università intende dare risalto all’insieme delle attività di una persona che, per competenza e per capacità, per sapere e saper fare, è stata in qualche misura maestro», ha esordito la docente, «In questo caso - ha proseguito - è anche il segno del legame speciale tra questa Università ed il territorio che la ospita e la alimenta, perché Pierino Burba non solo qui è nato, qui è vissuto e qui vive, ma rappresenta bene l’archetipo della gente di questa terra, nel suo essere schivo, serio, impegnato, appassionato del suo lavoro». Poi la laudatio ha ripercoso l'avventura esistenziale e professionale del neodottore, a partire dagli anni Sessanta fino a oggi. All'inizio del 1961, Burba è stato assunto come disegnatore dall’Impresa Petrucco (che nel 1965 si trasformò in I.CO.P. S.a.s.), dove si è fatto subito notare per le sue capacità e per una serie di progetti e realizzazioni innovative che hanno caratterizzato lo sviluppo della successiva I.CO.P. L’azienda conta oggi circa 400 dipendenti e opera nel sottosuolo con diaframmi, micropali, tiranti, colonne consolidate, palancole per diversi tipi di terreno e struttura.
Le capacità riconosciute hanno consentito a Pierino Burba di aver anche un ruolo sempre più significativo nell’Impresa, dove cura anche gli studi di prima fattibilità e l'adeguamento delle tecnologie al processo produttivo ed è responsabile dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo, occupandosi delle opere speciali che l’I.CO.P realizza nel mondo. Assieme all’ing. Paolo Petrucco è titolare di oltre 16 brevetti e altre 4 domande sono state recentemente depositate. Di ricente, ha ricordato Alessandra Gubana, «ha progettato e costruito le attrezzature per l’esecuzione dei pali in mare utilizzati nella costruzione di una nuova Piattaforma Logistica del porto di Trieste: si tratta di un’attrezzatura idraulica galleggiante per il posizionamento dei pali molto più sofisticata delle dime tradizionali».
Dinnanzi alla commissione di laurea composta dal magnifico rettore dell’Università di Udine, Alberto De Toni, dal direttore del DPIA, Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura, prof. Marco Petti, dai coordinatori, prof. Nicola Baldo e prof. Stefano Sorace, dai docenti Gaetano Russo, Antonino Morassi e Alessandra Gubana, Pierino Burba ha tenuto la sua lectio doctoralis causa, sul tema “Il Bailey: non solo un ponte”.
«La leggenda vuole che alcune brillanti idee nella storia della scienza e della tecnologia – ha esordito Burba - siano nate da un’intuizione scarabocchiata velocemente sul retro di una busta. Il ponte Bailey è una di queste e la campagna d'Italia fu lo scenario di guerra nel quale si costruirono il maggior numero di ponti Bailey. E questo ponte nato nel corso della guerra è diventato oggi un ponte di pace». Dopo questa digressione storica, il neodottore ha raccontato come il manufatto sia entrato nella sua storia: dal Ponte sul Tagliamento, nel 1962, fino a quelli di Pietratagliata in Alto Friuli per l'alluvione del 2003 e in Sud Sudan nell’ambito di una recente missione umanitaria organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile per togliere dall’isolamento il villaggio di Yrol durante la stagione delle piogge.
Al termine, il caldo abbraccio dell'ateneo al neodottore con il canto del “Gaudeamus” a cura del coro G. Pressacco dell’Università degli studi di Udine.