La cerimonia si terrà lunedì 5 dicembre alle 11 a Palazzo Alvarez

Si apre il nuovo anno accademico dell'ateneo di Udine a Gorizia

Il Rettore Furio Honsell inaugurerà i corsi di laurea del polo isontino
Nella prolusione la prof. Sestito parlerà della resa del traduttore

        Per gli oltre duemila studenti e i quasi duecento docenti dell’Università di Udine a Gorizia, lunedì 5 dicembre alle 11 si aprirà ufficialmente il nuovo anno accademico. Ancora una volta, come l’anno scorso, l’Ateneo friulano ha deciso di giocare “in casa”, con una cerimonia nell'aula magna di Palazzo Alvarez, sede del Centro polifunzionale goriziano in via Diaz 5 a Gorizia. La relazione del Rettore dell'Università di Udine Furio Honsell sancirà l'avvio ufficiale per i corsi in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo, in Relazioni pubbliche (modalità tradizionale e on-line), per Comunicazione e mediazione interlinguistica (il nuovo nome di Traduttori e interpreti) e in Viticoltura ed enologia, dei corsi di laurea specialistica in Discipline del cinema, Discipline dello spettacolo, Musicologia, Interpretazione, Traduzione specialistica e multimediale, Relazioni pubbliche d'impresa e Relazioni pubbliche delle istituzioni e degli altri corsi della sede di Gorizia, organizzati con il sostegno e con la collaborazione del Consorzio per lo Sviluppo del polo universitario di Gorizia. Ad accompagnare la relazione del rettore, sarà anche quest’anno la creatività del Dams, che curerà l’intermezzo “Silent cinema music”. 

        Come da tradizione, a precedere la cerimonia sarà la Santa Messa, che sarà celebrata il 5 dicembre alle 10, nella chiesetta dell'Immacolata, in via Garibaldi a Gorizia dall'arcivescovo di Gorizia mons. Dino De Antoni. Quindi, a partire dalle 11, nell'aula magna di Palazzo Alvarez, il rettore dell'Università di Udine, Furio Honsell, terrà la sua relazione, che sarà seguita dalla prolusione, affidata quest'anno alla professoressa Marisa Sestito, docente di Letteratura inglese alla facoltà di Lingue e “anima” del corso in Comunicazione e mediazione interlinguistica. Al centro del suo intervento, dedicato a “Cara fedeltà. La resa del traduttore”, la difficile arte della traduzione e dell’interpretazione, con i suoi nodi, i suoi molti entusiasmi e gli inevitabili limiti. Ambivalente, infatti, come spiega la docente, è sia il significato dell’aggettivo “cara”, scelto «sia perché la fedeltà viene assicurata dal traduttore ad un testo amato, sia perché la resa fedele è pagata a caro prezzo, frutto di un lavoro molto faticoso», sia il senso duplice del sostantivo “resa”. Che è, sì, l’esito di tanta fatica, che «significa rendere il tessuto linguistico ma anche quello metaforico, lasciandone almeno lo spessore quando la metafora originale sarebbe insensata nella lingua d’arrivo», ma, in qualche caso, «è una resa nel senso che il traduttore deve arrendersi, quando è costretto a riconoscere la propria impotenza, perchè la lingua di arrivo non gli consente di tradurre fedelmente il significato della lingua di partenza. Uno degli esempi classici è la resa del genere grammaticale: la morte, che in italiano è femminile, in tedesco e inglese è maschile e questo rende difficoltosa la resa poetica in cui la morte viene personalizzata. Lo stesso accade per il sole, maschile in inglese e italiano, femminile in tedesco». La professoressa Sestito lancia un monito ai suoi studenti: guai a peccare di eccesso di chiarezza. «La troppa chiarezza – spiegherà nella prolusione – può anche portare alla banalità. Se il testo di un grande autore è oscuro e pieno di ombre, come accade in Beckett, per esempio, deve restare tale: il traduttore non deve arrogarsi il diritto di chiarirlo. Questo non è facile da capire: lo vedo fra i miei studenti nelle mie classi, dove la tentazione è sempre quella di aggiungere maggiore chiarezza al testo. Invece in questo caso l’interpretazione dev’essere la presa d’atto del limite. E’ qui che va applicata la fedeltà». Che deve dare il massimo di sè nella resa del significato, ma anche del ritmo, perchè «nelle opere dei grandi, come Shakespeare o Dickens, per citarne solo alcuni, pause, sospensioni, accelerazioni e fughe sono fondamentali». Dopo l’intervento del presidente del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario goriziano Nicolò Fornasir chiuderà l’inaugurazione il tradizionale “Gaudeamus”.

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