Mercoledì 2 maggio, alle 9, aula M del polo scientifico dei Rizzi

Corridoio V e grandi infrastrutture, convegno internazionale all'Università di Udine

Iniziativa del progetto europeo “Poly5” coordinato dall’Ateneo friulano

Analizzare “Metodi e strumenti per pianificare le interazioni tra i grandi corridoi europei di trasporto e i territori locali”. È il tema del convegno che il dipartimento di Ingegneria Civile ed Architettura dell’Università di Udine organizza mercoledì 2 maggio, alle 9, nell’aula M del polo scientifico dell’Ateneo, in via delle Scienze 206 a Udine. L’Università di Udine, assieme a quelle di Monaco e di Vienna, sta infatti studiando un diverso modo di pianificare le grandi infrastrutture, a partire dal Corridoio V che interessa anche il Friuli Venezia Giulia, che veda un forte confronto iniziale con i territori coinvolti. 

L’incontro rientra nelle attività del progetto europeo “Poly5 – Pianificazione policentrica dello sviluppo locale nei territori interessati dal Corridoio V e dalle sue ramificazioni” coordinato dall’Ateneo friulano con il professor Sandro Fabbro, docente di Progettazione e Pianificazione del territorio.

Il convegno vedrà la presentazione di una decina di relazioni tenute da vari partner dell’iniziativa e una serie di collegamenti in teleconferenza con Torino (per esaminare il progetto dell’Alta Velocità che interessa la Val di Susa) e con esperti delle Università di Londra e di Monaco. Saranno presenti anche una trentina di studenti dell’Università Tecnica di Vienna. 

Secondo Sandro Fabbro è possibile «una alleanza tra territori e infrastrutture purché si determinino una serie di condizioni, di merito e di metodo, non ancora contemplate nelle nostre procedure così come nelle progettazioni infrastrutturali». I progetti, infatti, spiega il docente, «devono presupporre, a monte del processo decisionale, un forte confronto con il territorio, le sue qualità, i suoi rischi, le comunità interessate e le loro legittime visioni di sviluppo». Per fare ciò «in tempi limitati e con garanzie di pervenire ad un esito – sottolinea Fabbro – bisogna costruire anche delle condizioni tecniche e metodologiche particolari per gestire la ricca e complessa conoscenza che serve per decidere».

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