Il testo, opera della Commissione di revisione, recepisce e integra la legge Gelmini
L’Università di Udine ha un nuovo Statuto che fissa valori e principi guida, stabilisce il modello organizzativo e regolamenta l’attività. Il testo è stato approvato oggi a larghissima maggioranza dal Senato accademico, con 40 voti a favore e 2 astensioni, dopo il parere favorevole del Consiglio di amministrazione. Il Senato si è riunito nella sua composizione allargata, come previsto per le modifiche statutarie, integrato cioè da 25 rappresentanti della comunità accademica (professori ordinari e associati, ricercatori, studenti, personale tecnico-amministrativo). Si è così concluso, in anticipo sul termine del 29 luglio, l’iter di adeguamento della Carta fondamentale dell’ateneo alla legge Gelmini (L. 240/2010) che riforma il sistema universitario italiano.
Le principali novità riguardano i principi ispiratori, gli organi di governo e l’organizzazione. «La nuova Carta costituzionale dell’Ateneo – sottolinea il rettore Cristiana Compagno – stabilisce il principio dell’autonomia responsabile e riafferma i principi del radicamento territoriale e dell’universalità della scienza». Per quanto riguarda il ridisegno degli organi collegiali di governo, Senato e CdA, «si è posta – spiega il rettore – particolare attenzione alla divisione delle funzioni tra organi e ai meccanismi di designazione dei componenti di questi ultimi. L’obiettivo, in linea con la legge 240, è quello di evitare duplicazioni e sovrapposizioni dell’attuale assetto e migliorare l’efficienza decisionale del sistema».
Lo Statuto, formato da un preambolo e 66 articoli (a fronte degli 88 del precedente), è stato sottoposto a un complessiva semplificazione dell’articolato. Nei prossimi giorni, con decreto del rettore, sarà trasmesso al ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca che avrà tempo 120 giorni per approvarlo o fare le eventuali osservazioni. Seguirà la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale e l’avvio del processo di attuazione. Il primo Statuto fu varato nel 1993 e Udine fu la sesta università italiana ad approvarlo.
Il Preambolo stabilisce che per l’Università di Udine il valore della scienza e del suo insegnamento sono il fondamento primo e che lo Statuto è la fonte base della sua autonomia garantita dalla Costituzione. L’articolo 1 è l’architrave e si rifà ai principi che stanno alla base dell’istituzione dell’Università di Udine: sede primaria di libera ricerca e libera formazione, che promuove lo sviluppo e il progresso della cultura e delle scienze attraverso la ricerca, la formazione, la collaborazione scientifica e culturale con istituzioni italiane ed estere, contribuendo con ciò allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli.
I principi generali ribadiscono quello dell’universalità della scienza, delle pari opportunità e della parità di trattamento nell’accesso al lavoro, alle cariche accademiche e uffici pubblici nonché sul lavoro. In particolare, lo Statuto afferma con forza il principio delle pari opportunità anche nei meccanismi di composizione degli organi di governo e garantisce almeno il 30 per cento di candidature del genere meno rappresentato.
Il Senato accademico, ridotto a 25 componenti dai precedenti 47 nella composizione più allargata, è la sede dell’elaborazione dell’indirizzo politico dell’ateneo. Vi siedono i rappresentanti di tutte le aree scientifico disciplinari unitamente ai rappresentanti di tutte le componenti della comunità universitaria.
Il CdA diventa organo di gestione con un alto profilo di competenze tecnico-professionali. È formato da 10 membri rispetto ai 24 precedenti. Lo compongono 4 membri interni, 3 esterni, il rettore quale presidente e due studenti come previsto dalla legge. I componenti, sia interni che esterni, devono possedere comprovati ed elevati requisiti di professionalità e onorabilità. La valutazione dei requisiti dei candidati verrà fatta da un comitato tecnico di valutazione indipendente costituito dal presidente del Collegio dei revisori, dal membro esterno del Nucleo di valutazione e dal presidente del Comitato unico di garanzia per le pari opportunità dell’ateneo. Le candidature esterne potranno pervenire dal rettore e da un comitato degli enti territoriali.
Un’altra rilevante novità è la soppressione delle dieci facoltà con il trasferimento delle attività didattiche, tradizionalmente gestite da queste ultime, ai dipartimenti che continueranno ad essere anche le strutture deputate alla ricerca. Prevista anche la possibilità di istituire, al posto delle attuali facoltà, le Scuole interdipartimentali, definite come strutture di raccordo tra due o più dipartimenti per coordinare e razionalizzare le attività didattiche dei corsi studio.
«La transizione ordinata e graduale dalle facoltà ai dipartimenti mantenendo qualità ed efficienza della didattica – sottolinea Compagno – sarà assicurata all’Università di Udine anche per effetto della grande riorganizzazione dipartimentale già realizzata dall’ateneo un anno fa anticipando la riforma».
Lo Statuto inoltre recepisce le principali indicazioni della legge 240. Fra esse, l’allungamento a 6 anni anziché 3 del mandato del rettore che non è rieleggibile. L’istituzione della figura del direttore generale al quale vengono riconosciuti poteri e responsabilità nella gestione e organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale. E ancora, l’adozione del bilancio unico (quindi non più suddiviso tra amministrazione e dipartimenti) e del Codice etico.
Il testo è il frutto di quasi cinque mesi di lavoro della Commissione di revisione nominata da Senato e CdA lo scorso 14 febbraio. Il gruppo di lavoro, presieduto dal rettore, era composto da 15 membri fra i quali, come componente esterno, l’avvocato Pier Giorgio Bressani.