Sicurezza globale delle scuole: partnership con l'Unesco
Per individuare le criticità per la sicurezza in caso di calamità, definire le azioni di miglioramento e una prima stima dei costi di intervento
Accordo nel campo della sicurezza globale delle scuole tra Università di Udine e Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unesco). La partnership riguarda l’adozione da parte dell’Unesco del metodo di analisi dei rischi di disastro e di individuazione delle strategie di miglioramento delle condizioni di sicurezza, denominato Visus, messo a punto dal laboratorio Sicurezza e protezione intersettoriale (Sprint) dell’ateneo.
La metodologia consente di individuare e classificare rapidamente la situazione di rischio – sismico, da alluvioni, incendi e tornado – in termini di problemi riscontrati e di necessità di intervento, nonché di formulare una prima stima dei costi di intervento. Amministratori e decisori, di vari Paesi, possono così definire strategie di miglioramento per intervenire in modo mirato ed efficace secondo logiche di priorità. L’approccio di Visus consente infatti di condurre valutazioni degli edifici esistenti tenendo conto delle specificità e delle tradizioni costruttive locali. Un valore aggiunto che permette di trasferire le conoscenze ai soggetti locali in modo che si possano autogestire (capacity-building).
Visus verrà ora applicato nell’ambito del programma di “Sicurezza globale delle scuole”, promosso dall’Alleanza globale per la riduzione dei rischi di disastro, che punta a mettere in sicurezza le scuole nel mondo entro il 2030. Dell’Alleanza fanno parte, fra gli altri, oltre all’Unesco, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef), la Banca mondiale, la Croce rossa internazionale, Save the Children e altri enti e istituzioni.
«Il problema della sicurezza delle scuole – spiega il direttore del laboratorio Sprint, Stefano Grimaz, ideatore di Visus –, è da molti anni all’attenzione dei Governi di tutto il mondo, soprattutto in quei Paesi in cui i rischi naturali rappresentano una minaccia concreta e possono portare a conseguenze disastrose. Affrontare il problema in modo organico e razionale, ma soprattutto in tempi sufficientemente rapidi, non è semplice. Da queste considerazioni è nato il metodo di analisi visuale Visus, che mutua, in ambito tecnico, strategie di valutazione consolidate nel settore della medicina dei disastri note con il termine inglese di “triage”.
Si tratta di un’evoluzione della metodologia messa a punto dai ricercatori dell’ateneo friulano nel 1996, per conto del Ministero dell’Interno, per valutare il rischio d’incendio e la messa in sicurezza del centro storico di Venezia dopo l’incendio del Teatro La Fenice. Una tecnica poi impiegata anche nel progetto Assess per valutare la sicurezza sismica delle scuole del Friuli Venezia Giulia. Il metodo, scoperto dagli ispettori dell’Unesco, nel 2012 è stato riconosciuto come buona prassi e presentato nell’ambito della piattaforma mondiale per la riduzione dai disastri a Ginevra.
Nel 2013 l’Unesco ha avviato un progetto pilota in El Salvador, con il coordinamento scientifico dei ricercatori dell’Ateneo di Udine, per testarne l’efficacia operativa in scenari significativamente diversi da quelli in cui la metodologia è stata messa a punto. Attività di training sul campo hanno coinvolto direttamente studenti e professori di università locali creando dei team di rilevatori. I dati raccolti, con applicazioni specificamente progettate, sono inviati in tempo reale nella sede centrale dell’Unesco a Parigi ed elaborati dal laboratorio Sprint che restituisce i report di valutazione e la mappatura dei risultati su Google Earth o OpenStreetMap. A giugno 2014 gli esiti di questa prima applicazione sonostati presentati in Kazakhstan nell’ambito di una piattaforma di esperti e scienziati internazionali che si occupano di riduzione del rischio sismico. Visus è stato promosso all’unanimità e richiamatocome metodologia di riferimento in una risoluzione dell’Unesco.
Recentemente il sistema ha suscitato l’attenzione delgoverno Indonesiano. Unesco e laboratorio Sprint dell’Università di Udine hanno così organizzato un workshop con i massimi rappresentanti del ministeri e delle maggiori istituzioni interessate. L’Unesco ha quindi avviato le trattative con i Ministeri locali per applicare Visus in Laos, Costa Rica, Thailandia e, prossimamente, anche in Colombia, Equador e Perù.
Infine, dopo la presentazione ufficiale della metodologia alla conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla Riduzione dei rischi di disastri tenutasi dal 14 al 18 marzo 2015 a Sendai in Giappone, l’Unesco ha siglato l’accordo di partnership con il laboratorio Sprint dell’ateneo friulano.
«La soddisfazione non è solo nel fatto che Visus abbia trovato un riconoscimento a così alto livello – commenta Grimaz –, ma è soprattutto sapere che quanto messo a punto sia di concreta utilità per la sicurezza dei bambini in vari Paesi del mondo».