Primo risultato a livello mondiale. Studio dell’Università e dell’Azienda sanitaria integrata di Udine

Esposti all'amianto: screening con Tac spirale dimezza la mortalità per cancro al polmone

Ricerca dell’epidemiologo Fabio Barbone, dell’oncologo Gianpiero Fasola e di altri nove esperti pubblicata sull’International Journal of Epidemiology della Oxford University Press

Arrivano da Udine i primi dati a livello mondiale di una ricerca scientifica in cui si dimostra come lo screening con tac spirale, rispetto a una sorveglianza effettuata soltanto con la radiografia toracica, dimezza la mortalità per tumore al polmone nei soggetti che sono stati esposti all’amianto. Sono questi i risultati dello studio condotto da un gruppo di 11 studiosi, per la maggior parte appartenenti all’Università di Udine e all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, il cui articolo è stato pubblicato lo scorso 15 ottobre online sulla rivista International Journal of Epidemiology, tra le più importanti al mondo del settore.

L’articolo “Impatto dello screening della tomografia computerizzata a basse dosi sulla mortalità per cancro del polmone tra i lavoratori esposti all'amianto”, di cui primo firmatario è Fabio Barbone, epidemiologo del dipartimento di Area medica dell’ateneo friulano (dal 2016 nominato direttore scientifico dell’IRCCS Burlo Garofolo di Trieste), è stato realizzato anche da Fabiano Barbiero, Valentina Rosolen e Manuela Giangreco del dipartimento di Area medica dell’ateneo friulano, Federica Pisa dell’Istituto di Igiene e clinica epidemiologica dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Alessandro Follador e Gianpiero Fasola del dipartimento e attività integrata di Oncologia dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine, Ornella Belvedere del dipartimento di Oncologia del York Teaching Hospitals NHS Foundation Trust in Gran Bretagna, Tina Zanin dell’Ass2 isontina, Francesco Grossi della divisione di oncologia medica della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore di Milano e Stefano Meduri del dipartimento di Radiologia dell’ospedale di Latisana.

“Si tratta di un risultato che la sanità pubblica internazionale aspettava da tempo ed è stato raggiunto grazie a un paziente lavoro di squadra durato oltre 15 anni” dichiara il professor Barbone. Il punto di partenza della ricerca è stato uno studio, iniziato nel 2002 e pubblicato nel 2008 da Gianpiero Fasola, sull’efficacia dello screening con tac a basso dosaggio di radiazioni per rilevare il cancro del polmone in fase precoce nei lavoratori esposti all'amianto. Lo studio, che aveva coinvolto mille persone esposte all'amianto iscritte al “Programma di sorveglianza sulla salute professionale di Monfalcone” e residenti in Friuli Venezia Giulia, ha dimostrato che lo screening con tac spirale identificava un certo numero di tumori polmonari in stadio iniziale, potenzialmente guaribili.

La nuova ricerca è partita da questo risultato per cercare di capire, nello stesso campione di popolazione, se l’analisi precoce con tac spirale avesse comportato negli anni anche una minore mortalità nei soggetti sottoposti allo screening. I ricercatori hanno confrontato la mortalità dei  partecipanti allo studio del 2002 con quella di un campione di un migliaio soggetti esposti che non avevano partecipato allo studio. Seguendo queste persone dal 2002 al 2011 si è scoperto che la mortalità per cancro del polmone del primo gruppo era ridotta del 59% rispetto a quelli del secondo gruppo. Si tratta del primo studio a livello internazionale a dimostrare questo tipo di evidenza nei soggetti esposti ad amianto. In precedenza altri studi avevano dimostrato che la diagnosi anticipata con la tac spirale riduceva del 20% la mortalità causata dai tumori al polmone nei forti fumatori.

“Il fatto che un’idea pionieristica, sviluppata nel 2002, ci abbia condotto a questo risultato è certamente gratificante - dichiara Gianpiero Fasola, direttore dell’Oncologia di Udine - credo però che la cosa più importante sarebbe ora valutare come utilizzare questi dati nell’ambito di programmi pubblici di prevenzione che dovrebbero essere orientati a soggetti che siano contemporaneamente esposti all’asbesto e forti fumatori” 

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