Sul campo, fra ottobre e novembre 2017, una missione di esperti e studenti
Conclusa la prima campagna di ricognizione archeologica in Libano settentrionale
Finora totalmente inesplorata, la zona ha rivelato la presenza di un enorme patrimonio dall’epoca preistorica a quella islamica
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La missione di fronte al castello medievale di Tripoli. Da sinistra Ghayss Obeid, Riccardo Menis, Luigi Turri, Marco Iamoni, Sirinn Ghiye, May Haider
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Ritrovamento di bacini nella roccia calcarea, in un sito individuato dall’analisi delle foto satellitari, sulla cima di una scarpata scavata nei millenni da uno wadi
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Indagine di un antico pozzo con le pareti ricoperte di grossi massi, scoperto nei pressi di Amioun
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Amioun, Chiesa di San Phocas, affreschi di epoca bizantina
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Amioun, Chiesa di San Focas, affreschi di epoca bizantina
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I campi e le case di Amioun viste da sud
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Indagine della terra di riporto ad Amioun
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La falesia sulla quale sorge il centro antico di Amioun, dominato dalla chiesa di San Giovanni. Nella parete rocciosa sono scavate decine di tombe di età da definire
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Pausa lavoro presso un giardino alle spalle della chiesa di San Giovanni ad Amioun
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Su un terrazzamento che costeggia la strada principale di Amioun, ricognizione e raccolta di frammenti ceramici antichi, necessari per datare l’insediamento
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Su un terrazzamento che costeggia la strada principale di Amioun, ricognizione e raccolta di frammenti ceramici antichi
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La missione durante una pausa lavoro ad Amioun
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Lacerto di affresco bizantino sulla strada per Bserma
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Casa ottocentesca a Bserma
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Ricognizione di un campo nel villaggio di Bdebba con posizionamento via GPS portatile
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Davanti al mare, nei pressi di Al-Qalamoun, ricognizione di un possibile sito individuato attraverso lo studio delle foto satellitari
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Ricognizione dei terrazzamenti dello Wadi Hab
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Resti di un’antica casa con la tipica struttura formata da volte a sesto acuto incrociate, nascosta al di sotto di edifici moderni a Batroumine
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Indagine della campagna nei pressi di Bishmizzine
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Vista della valle attraversata dal fiume Abu Ali
Si è conclusa a novembre scorso la prima campagna archeologica (25 ottobre – 18 novembre 2017) del Progetto archeologico Libano settentrionale (Palis) condotto dalle Università di Udine e di Tripoli e dall’Institut Français du Proche Orient (Ifpo) di Beirut, sotto la direzione di Marco Iamoni dell’ateneo friulano e la co-direzione di May Hayder dell’Ifpo. Con l’autorizzazione dalla Direzione generale delle Antichità libanesi, il progetto mira alla ricognizione sistematica dell’area finora totalmente inesplorata da un punto di vista archeologico del distretto di Koura, a sud di Tripoli nel Libano settentrionale.
Finanziata dall’Università di Udine, dal ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, la campagna si è concentrata sulle città di Amioun, probabilmente l’antica Ammia citata dalle fonti di El Amarna, e Bishmizzine, forse la neo assira Bit Gismeia, e sulla ricognizione intensiva dello Wadi Hab, in prossimità della costa di Tripoli.
I dati ottenuti hanno rivelato la presenza di un enorme patrimonio storico-archeologico, con attestazioni che spaziano dal periodo paleolitico/mesolitico alle età del bronzo e del ferro, fino all’epoca tardo antica/bizantina e islamica/medioevale.
«Le attestazioni rinvenute – dice Marco Iamoni - fanno riferimento a insediamenti umani di vario tipo in un ampio arco cronologico e dimostrano la crucialità di questa regione, finora priva di indagini archeologiche di superficie. Il progetto potrà quindi affrontare in futuro molteplici tematiche inerenti l’archeologia del Levante: le relazioni costa-entroterra e la comprensione delle dinamiche di occupazione del territorio, che hanno visto nascere le società urbane cananee nel secondo millennio a.C. e la loro successiva fioritura con gli insediamenti fenici nel primo millennio a.C., l’interazione occidente-oriente in epoca ellenistica e di espansione romana, fino alla trasformazione del Levante durante l’epoca islamica».
Il Progetto archeologico Libano settentrionale è pluriennale e prevede almeno altre due campagne di ricognizione, la prima nel corso del 2018, e una campagna di studio dei materiali. La missione 2017 è stata condotta da Marco Iamoni, May Haider, Luigi Turri, esperto di geografia storica dell’Università di Verona, con tre studenti, uno dell’Università di Udine e due dell’Università di Tripoli.