L’accordo riconosce Udine centro di eccellenza a livello internazionale
All'Ateneo di Udine la Cattedra Unesco sulla sicurezza e riduzione dei rischi di disastro
A quarant’anni dall’istituzione dell’Università friulana, nata per volontà popolare a seguito del sisma del 1976
A quarant’anni dalla sua istituzione, l’Università di Udine, nata per volontà popolare a seguito del terremoto del 1976, ottiene un prestigioso riconoscimento dall’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura – Unesco, proprio nel settore della riduzione dei rischi di disastro. La direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, e il rettore di Udine, Alberto De Toni, hanno infatti firmato un accordo per la costituzione, presso l’Ateneo friulano, della Cattedra Unesco in “Intersectoral safety for disaster risk reduction and resilience” (Sicurezza intersettoriale per la riduzione dei rischi di disastro e la resilienza).
La Cattedra di Udine si aggiunge alle 27 Cattedre Unesco operative in Italia, nell’ambito di un network mondiale di circa 700 Cattedre in 116 Paesi. Titolare della Cattedra è Stefano Grimaz, direttore del Laboratorio Sicurezza e protezione intersettoriale – Sprint del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura (Dpia). Focus della Cattedra è l’approccio intersettoriale alla sicurezza, che è il cuore delle attività di ricerca del laboratorio diretto da Grimaz, che da anni collabora con l’Unesco.
«Con la Cattedra Unesco - commenta il rettore Alberto De Toni - viene di fatto attivato un centro di eccellenza a livello mondiale sulle tematiche della sicurezza, della riduzione dei rischi di disastro e della resilienza, che conferma la valenza internazionale e il forte interesse dell’Unesco per l’approccio innovativo e le ricerche del laboratorio Sprint dell’Ateneo friulano. Per l’attività di ricerca che ha fatto sì che il nostro Ateneo ricevesse un riconoscimento così prestigioso – aggiunge De Toni –, il Senato accademico all’unanimità ha voluto attribuire una menzione di merito a Stefano Grimaz».
«L'Unesco - spiega Stefano Grimaz – ha adottato la metodologia Visus, elaborata dal nostro gruppo di ricerca per la valutazione dei rischi nelle infrastrutture scolastiche rispetto a potenziali eventi avversi naturali, come terremoti, alluvioni, uragani o incendi, e per la definizione delle strategie di miglioramento della sicurezza». La metodologia, ritenuta funzionale alle politiche di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu, è già stata applicata dall'Unesco con il supporto scientifico del Laboratorio Sprint in diverse Paesi del mondo (El Salvador, Laos, Indonesia, Perù, Haiti, Mozambico).
«Particolare interesse dell'Unesco – aggiunge Grimaz - è anche rivolto alle innovative tecniche sviluppate dal gruppo di ricerca Sprint a supporto dei Vigili del fuoco per la rapida valutazione delle criticità strutturali post sisma e messa in sicurezza del patrimonio culturale», adottate nei terremoti dell'Aquila nel 2009, in Emilia nel 2012 in Italia centrale nel 2016, e oggetto di specifiche attività di sperimentazione ed esercitazioni nell'ambito della Serm Academy, la scuola internazionale in materia di gestione delle emergenze sismiche istituita l'anno scorso in collaborazione con Regione Friuli Venezia Giulia, Protezione Civile, Vigili del fuoco, Associazione dei Sindaci del terremoto e Comune di Venzone.
In linea con gli obiettivi del programma Unitwin/Unesco Chairs, che promuove la collaborazione internazionale interuniversitaria per la messa in comune di risorse umane e materiali per affrontare le sfide più pressanti e contribuire allo sviluppo della società, la Cattedra Unesco di Udine avrà il compito di promuovere un sistema integrato di ricerca, formazione, informazione e documentazione nell’ambito della sicurezza e di facilitare la collaborazione tra ricercatori del settore e altre istituzioni in Italia, Europa, Africa, Asia e Pacifico, America Latina e altre regioni del mondo.
«Grazie alla Cattedra dell’Ateneo friulano – conclude Grimaz -, tematiche emergenti come la sicurezza intersettoriale e la resilienza ai disastri, sempre più al centro delle politiche di difesa e prevenzione a livello mondiale, potranno trovare anche e soprattutto nell’esperienza del terremoto del Friuli fondamentali spunti e riferimenti metodologici da esportare in diversi contesti internazionali».