«Per celebrare il quarantesimo della creazione di importanti istituzioni accademiche e scientifiche della nostra regione racconteremo cinque storie di straordinario successo lasciando la parola a chi si è formato in Friuli Venezia Giulia e oggi è ambasciatore del nostro territorio nel mondo, tra le fila di quella sorta di ‘corpo diplomatico’ formato da ex studenti, scienziati, ricercatori e professionisti che ci è invidiato ovunque» .
Così l’assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen, ha presentato l’evento che si terrà lunedì 8 ottobre, con inizio alle 10.30, nel Duomo di Gemona, organizzato dalla Regione - Direzione Lavoro in collaborazione con l’amministrazione comunale e con i cinque enti che sono nati a seguito del decreto del Presidente della Repubblica del marzo del 1978: l’Università degli Studi di Udine, la Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori dell’Università di Trieste, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa), il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico (Uwc) e Area Science Park.
Tutti enti di ricerca e istituzioni accademiche « che - ha ricordato Rosolen – sono nati per volontà e in maniera diversa, ma tutti insieme all’indomani del terremoto, a ricordare anche altre ferite che questo territorio ha avuto all’indomani della Seconda guerra mondiale, grazie alla generosità e alla lungimiranza che lo Stato e il Friuli Venezia Giulia hanno avuto nell’investire in cultura e conoscenza».
A tal proposito l’assessore ha ricordato il recente incontro al Quirinale in cui la delegazione del Friuli Venezia Giulia, guidata dal governatore del Friuli Venezia Giulia, ha rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella un ringraziamento «da parte di queste terre per avere creduto e voluto investire in solidarietà dando aiuto al Friuli Venezia Giulia all’indomani del terremoto”.
«Ciò che è stato straordinario al tempo della ricostruzione è stato anteporre obiettivi di lunga visione in momenti in cui poteva apparire invece molto naturale e scontato pensare solo ai beni necessari e contingenti”, ha fatto notare Rosolen, sottolineando anche come “l’evento di lunedì a Gemona, oltre a essere rappresentativo e importante, sarà anche pro Esof, a testimonianza che tutti gli investimenti che sono stati fatti su questo territorio hanno prodotto ottimi risultati perché Trieste nel 2020 Città europea della Scienza rappresentando l’intera regione».
In rappresentanza del rettore dell’Ateneo friulano, Alberto Felice de Toni, è intervenuto il già Prorettore, Roberto Pinton, ricordando come l’Università di Udine sia nata per volontà popolare anche prima del terremoto, ma come fu proprio l’evento sismico, con la fine della raccolta delle firme per l’ateneo tra i terremotati, a far diventare l’Università parte integrante di un programma di rilancio e di sviluppo sociale, culturale economico di un territorio.
Pinton ha sottolineato come sia stato proprio l’Ateneo a suggerire un evento che vedesse protagonisti tutte insieme le istituzioni accademiche e scientifiche. «A Udine abbiamo di recente festeggiato i quarant’anni con un libro dal titolo “Disegniamo il futuro” e il nostro motto è “Hic sunt futura”: vogliamo tener conto della nostra storia, ma vogliamo farlo guardando al futuro», ha aggiunto. E anche il rettore dell’ateneo friulano, Alberto De Toni, che sarà presente a Gemona lunedì 8 ottobre per l’evento, ha voluto far pervenire il suo messaggio. «Questo ateneo venne costituito, in seguito a una forte e corale mobilitazione di popolo, nel 1978, due anni dopo il disastroso terremoto del Friuli, con l'obiettivo di contribuire al progresso civile, sociale, e alla rinascita economica del territorio – ha commentato -, e oggi l'università di Udine può e deve essere, quindi, il volano del cambiamento nella cultura, nelle scienze, nelle tecnologie, nell'economia, nella società. L'università di Udine svolge questo ruolo di scrutare il futuro sia quando si propone come luogo della ricerca, sia quando svolge il prezioso compito della formazione dei giovani: l'università educa gli uomini e le donne del domani, prepara l'anima della società futura, è la culla del divenire».
A motivare la scelta di Gemona come luogo-simbolo per celebrare il quarantennale è stato il sindaco, Roberto Revelant. «Il Duomo rappresenta plasticamente la ricostruzione del Friuli e anche la comunità della Chiesa, che ha dato un importante contributo alla rinascita della regione. Siamo onorati – ha detto Revelant - di ospitare l’evento per ricordare il quarantesimo ma anche per approfondire le nuove sfide del futuro: dalle relazioni che ascolteremo ci attendiamo uno sprone per poter dare alle future generazioni opportunità sociali e economiche nello spirito lungimirante che fu degli amministratori di allora».
Per il presidente onorario dell’Associazione dei Comuni terremotati e sindaci della ricostruzione, Franceschino Barazzutti, «questa iniziativa della Regione è necessaria perché – ha detto - abbiamo il dovere di tenere viva la memoria e di fare conoscere il ‘modello Friuli’ per la ricostruzione e la gestione dell’emergenza in Italia e nel mondo».
In rappresentanza del Collegio del mondo Unito dell’Adriatico è poi intervenuta la responsabile comunicazione dell’Uwc, Amanda De Felice, che ha ricordato come «tutte queste istituzioni sono nate grazie alla lungimiranza di chi si è reso conto che la sfida del prossimo futuro era rappresentata da un mondo sempre più interconnesso e globalizzato, e che per affrontare questo tipo di sfida era necessario educare le nuove generazioni all’apertura internazionale, alla convivenza pacifica e alla conoscenza dell’altro. Per questo motivo – ha ricordato De Felice - una delle cinque istituzioni nate in quel periodo di grande difficoltà del territorio regionale, segnato dal terremoto, è stato il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico, uno dei 17 in tutto il mondo, il primo fondato in un Paese non anglofono».
La scelta per il testimonial è caduta su Ghil’ad Zuckermann, docente di linguistica all’Università di Adelaide, in Australia, «perché abbiamo ritenuto potesse meglio rappresentare il legame d’affetto che gli ex allievi hanno con questo territorio. Esperto di linguistica, Zuckermann parla 13 lingue tra cui italiano e friulano, si dedica alla rigenerazione linguistica e alla salvaguardia di lingue minoritarie e in via di estinzione», ha spiegato De Felice.
A testimoniare «l’entusiasmo con cui Sissa ha accolto la proposta della Regione di celebrare il quarantennale insieme agli altri enti e ricordare come la risposta alla tragedia del terremoto non sia soltanto riuscita a risolvere problemi pratici di grande complessità, ma anche a regalare un sogno di riscatto basato sulla conoscenza, la formazione e la ricerca scientifica a livello mondiale», è giunto il messaggio del direttore, Stefano Ruffo. «La SISSA è uno dei risultati concreti di questa scommessa e a rappresentarla lunedì interverrà – ha reso noto Ruffo - Marco Brancaccio, ex-studente di dottorato, che nonostante la sua giovane età è già Lecturer all'Imperial College London e fellow dell'Istituto inglese per la Ricerca sulla Demenza».
Gli altri protagonisti che interverranno lunedì a Gemona sono, per l’Università di Udine, Francesco De Bettin, classe 1961, nato a Santo Stefano di Cadore, ingegnere civile, imprenditore fondatore di DBA Group, holding di società operative nell’ICT, nel project management e nell’Architettura e Ingegneria; per l’Università di Trieste Stefano Allioni, interprete funzionario presso la Dg Interpretazione (SCIC) della Commissione europea, in cabina italiana e inglese, e membro della Task Force "Trasformazione digitale"; per Area Science Park Sabrina Strolego, triestina di origini friulane, console onorario d’Austria per la circoscrizione del Fvg e socia fondatrice e amministratore della Ergolines Lab, società nata e insediata a Basovizza dal 2003 che opera nel settore della produzione dell'acciaio, sviluppando e producendo sistemi speciali, sensori e macchine elettriche per il controllo di processi siderurgici.