Territorio, ambiente e migrazioni saranno il filo conduttore dei quattro incontri
Il
4 febbraio verrà inaugurata nella sala Teresina Degan della
Biblioteca Civica di Pordenone l’iniziativa culturale “
Il dialogo creativo. Cultura + appartenenza + cittadinanza”, giunta alla sua quinta edizione. Data la continua e crescente presenza di abitanti di origine straniera nella cittadina pordenonese, ogni anno la rassegna si propone di
analizzare il fenomeno migratorio nelle sue differenti sfaccettature, superando le posizioni ideologiche e i toni allarmistici usati frequentemente dai media.
Quest’anno esperti e intellettuali analizzeranno in quattro appuntamenti il rapporto che intercorre tra ambiente, territorio e migrazioni: quest’ultimo tema viene così inserito nel contesto globale dei cambiamenti climatici e della lotta per lo sfruttamento delle risorse naturali.
Si parte
sabato 4 febbraio alle 16.45 in Biblioteca, con
“Il paesaggio e la costruzione dell’identità”: l’architetto
Moreno Baccichet e
Daniel Cicuttin, presidente del circolo culturale argentino
El Fogon, illustreranno con quali tecniche si può vincere lo spaesamento e lo sradicamento dei cittadini rispetto al territorio abitato.
Sabato 11 febbraio in Biblioteca alle 16.45 la giornalista de La Stampa e Avvenire Marta Ottaviani discuterà della candidatura della Turchia all’ingresso nell’Unione Europea nell’incontro dal titolo “La Turchia e l’Unione Europea: quale futuro?”.
Sempre alle 16.45 in Biblioteca, l’incontro di sabato 18 febbraio “Quando i migranti saremo noi” vedrà lo scrittore Bruno Arpaia presentare il suo ultimo libro Qualcosa, là fuori, mentre il direttore dell’Osmer del Friuli Venezia Giulia Stefano Micheletti esporrà i dati sul cambiamento climatico del territorio friulano.
La proiezione del documentario
“ColOURs”, realizzato dalla giornalista Elisa Cozzarini sul tema dell’accoglienza, concluderà la rassegna
mercoledì 22 febbraio alle 20.30, presso la sede espositiva
Casello di Guardia a
Porcia, in occasione dell’appuntamento
“Dal Cie al Cara: l’accoglienza a Gradisca d’Isonzo”.