Il 27 settembre parte il team del dipartimento di Biologia e protezione delle piante

Sviluppo dell'apicoltura in Kenya, al via il "Progetto Africa" dell' Ateneo di Udine

In collaborazione con i missionari Elvino Ortolan
e Romano Filippi

Contribuire allo sviluppo dell’apicoltura in Kenya per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni delle zone rurali di quel Paese. È l’obiettivo del “Progetto Africa”, della durata di cinque anni, avviato dal dipartimento di Biologia e protezione delle piante dell’Università di Udine assieme a due missionari pordenonesi attivi in Kenya, Elvino Ortolan e Romano Filippi. Dall’apicoltura, infatti, si ottengono prodotti di alto valore nutritivo, come il miele, e utili per l’automedicazione, come il propoli. Compito dei ricercatori dell’ateneo friulano sarà quello di mettere a punto metodi idonei per rendere praticabile l’attività apistica su piccola scala nella regione delle missioni dove operano i due sacerdoti. Gli esperti dell’università dovranno formare i giovani diplomati delle scuole delle missioni, studiare le situazioni ambientali e le eventuali avversità (malattie, parassitosi e nemici animali) e sperimentare metodi apistici adeguati al territorio locale.
 
Don Elvino è attivo presso la Sirima Catholic Mission, mentre don Romano opera nella Mugunda Catholic Parish. Entrambe distano circa 200 chilometri dalla capitale Nairobi e una ventina l’una dall’altra. Il gruppo di ricerca coinvolto nel progetto è formato da Desiderato Annoscia, Simone Del Fabbro, Fabio Del Piccolo, Giorgio Della Vedova e dai coordinatori Francesco Nazzi e Franco Frilli. Il “Progetto Africa” è supportato dall’Ufficio missionario della Diocesi di Concordia-Pordenone e sostenuto dal Rotary di San Vito al Tagliamento, dalle Banche di credito cooperativo Pordenonese e San Giorgio e Meduno e dai Consorzi tra gli apicoltori del Friuli Venezia Giulia.
 
«Non si tratta – spiegano Nazzi e Frilli – di esportare l’apicoltura razionale come viene praticata da noi o di formare futuri apicoltori professionisti. Intendiamo invece facilitare l’esercizio dell’apicoltura con sistemi che aumentino l’efficienza dell’attività su piccola scala, formando la popolazione, soprattutto giovane, e collaborando con la realtà educativa e agricola della regione». Domenica 27 settembre partirà alla volta del Kenia, dove resterà per due settimane, il primo gruppo di lavoro composto di quattro esperti dell’ateneo (Nazzi, Annoscia, Del Fabbro, Del Piccolo) accompagnati da Mario Salvalaggio del Rotary club di San Vito al Tagliamento.
 
L’attività apistica è un’interessante possibilità per le popolazioni delle aree rurali di tutto il mondo di migliorare le proprie condizioni di vita. Infatti, non implica il possesso di terra e può essere svolta come attività, anche part-time, da uomini e donne sin dalla giovane età. Utilizza un’attrezzatura semplice, facilita la conservazione dell’ambiente naturale e incrementa numerose le altre produzioni agricole. Inoltre, fornisce sostanze particolarmente utili all’alimentazione come miele, polline e gelatina reale, e ulteriori prodotti che possono essere usati per medicazioni, come il propoli. Il miele, infine, avendo un elevato valore commerciale, può migliorare la situazione economica degli apicoltori.

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