Missione archeologica di tre mesi con 30 studenti e ricercatori

Siria, al via la nona campagna di scavi nell'antica città di Qatna

Proseguono le ricerche in un grande edificio pubblico,
i restauri e la creazione di un parco archeologico

È iniziata in questi giorni la nona campagna di scavo della missione archeologica dell’Università di Udine a Mishrifeh, l’antica di città-capitale di Qatna, nella Siria centrale. Fino alla fine di ottobre un gruppo composto da trenta archeologi, studenti, laureandi, dottorandi e assegnisti di ricerca dell’ateneo udinese saranno impegnati nella prosecuzione degli scavi in questo importante centro carovaniero della Siria antica. La campagna di quest’anno sarà dedicata allo scavo di un grande edificio pubblico, a est del palazzo reale della città del II millennio a.C., già portato interamente alla luce negli anni precedenti. Parallelamente, proseguiranno i lavori di restauro e messa a parco archeologico del palazzo reale eseguiti in collaborazione con l’Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). La missione a Qatna è condotta fin dal 1999 dall’Università di Udine in collaborazione con i colleghi della Direzione generale delle antichità e dei musei di Siria e dell’Università di Tübingen. «Le ricerche – spiega Daniele Morandi Bonacossi, direttore della missione archeologica dell’ateneo friulano – hanno permesso di iniziare a comprendere l’organizzazione urbanistica di questa capitale siriana, soprattutto per l’età del Tardo Bronzo, dal 1600 al 1200 a.C.». 

        Al centro di Qatna, circondata da giganteschi terrapieni difensivi quadrati di oltre un chilometro di lato, sorgeva l’acropoli dominata dall’imponente palazzo reale, la più grande fabbrica palatina in tutta la regione siro-palestinese della metà del II millennio a.C.. Attorno al palazzo reale, vero centro nevralgico nel governo della città e del regno di Qatna, venne eretto un anello di edifici pubblici di tipo palatino, nei quali poter organizzare le attività cerimoniali, amministrative, burocratiche, produttive e di abitazione dei membri della dinastia regnante e dei dignitari di corte. Il più importante di questi palazzi satellite è stato scoperto nel 2006 dalla missione udinese immediatamente a est del palazzo reale. Si tratta di un vasto edificio con corti e sale monumentali, nelle quali già l’anno scorso gli archeologi udinesi hanno rinvenuto svariati oggetti di pregio, fra cui elementi di gioielleria in oro. La campagna del 2007 sarà dedicata all’indagine di questa grande fabbrica palatina che si estende oltre le aree finora scavate. I lavori di scavo e creazione di un parco archeologico a Mishrife-Qatna da parte dell’Università di Udine sono portati avanti grazie anche al sostegno della Fondazione Crup e del Ministero degli Affari Esteri.


        «Alla fine di ottobre, terminata la campagna di scavo a Mishrife, – annuncia Morandi Bonacossi – una parte dell’equipe dell’ateneo udinese si tratterrà in Siria per iniziare un nuovo progetto di ricognizione di superficie nel deserto di Palmira, una regione archeologicamente sconosciuta e attraversata, fin dal III millennio a.C., da una delle più importanti vie carovaniere che collegava la Mesopotamia alla Siria occidentale e al Mediterraneo». Nel 2008 alcuni oggetti trovati nel sito di Mishrifeh saranno esposti al Metropolitan Museum di New York nella grande mostra archeologica dedicata a Siria, Libano e Palestina nel II millennio a.C.. Questi reperti hanno fatto parte della prima mostra archeologica su Qatna, realizzata dall’Università di Udine nel 2005, che comprendeva circa 300 oggetti riguardanti la storia di Tell Mishrifeh dalla sua fondazione, attorno al 2.600 a.C., al suo abbandono nel 700 a.C. Per chi volesse saperne di più, il sito internet www.qatna.org racconta la storia di Qatna e documenta le scoperte archeologiche fatte finora, grazie anche al supporto di materiale fotografico. Il sito è realizzato in italiano, inglese e arabo.

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