Nuovi reperti dall’ottava campagna di scavi a Qatna in Siria

Gli archeologi friulani hanno scoperto due nuovi edifici e un ipogeo funerario

Trovato anche un “pozzo sacrificale” con 15 giare

        Gli archeologi dell’università di Udine, in collaborazione con l’équipe della Direzione generale delle antichità e dei musei della Siria, hanno portato alla luce ulteriori importanti reperti a Tell Mishrife, l’antica città di Qatna, in Siria centrale, 18 chilometri a nord-est della città di Damasco. Nel corso dell’ottava campagna di scavo 2006, terminata lo scorso novembre, sono stati rinvenuti due importanti edifici monumentali (1600-1200 a.C.) sul lato orientale del palazzo reale, l’officina del palazzo stesso e una sontuosa struttura contenente oggetti di notevole valore. Un ipogeo funerario, il più grande tra quelli rinvenuti dopo la tomba reale, con doppio ingresso a pozzo e quattro camere funerarie scavate nella roccia della collina calcarea dell’acropoli, è emerso dal completamento dello scavo della parte settentrionale del palazzo. Ancora, è stato rimesso in luce un “pozzo sacrificale” profondo circa sette metri, nell’area meridionale del palazzo. La struttura era forse collegata ad un vicino santuario e serviva da contatto con le divinità sotterranee, come è documentato da numerosi altri esempi del vicino oriente antico. Nel pozzo, sono state ritrovate 15 giare in perfette condizioni (1600 a.C. ca.), utilizzate probabilmente per versare liquidi (acqua, olio e vino) nel terreno come offerte per le divinità.
 
            Nel corso della campagna 2006, condotta da un’équipe di 30 persone, di cui una quindicina di studenti, dottorandi e assegnisti di ricerca dell’ateneo friulano, sono proseguiti i lavori di conservazione, restauro e valorizzazione del grande palazzo reale. Circa la metà di questa grande fabbrica palatina è stata anche già restaurata e resa visitabile al pubblico. I lavori di scavo e creazione di un parco archeologico a Mishrife-Qatna da parte dell’università di Udine, sono condotti con il generoso sostegno dell’Ateneo stesso, della Fondazione Crup e del ministero degli Affari esteri e proseguiranno anche nel 2007.
 
            Le scoperte dell’ultima campagna, «sono importantissime – dice il direttore degli scavi, Daniele Morandi Bonacossi, docente di archeologia e storia dell’arte del vicino oriente antico all’ateneo di Udine -, sia dal punto di vista dei rinvenimenti (intarsi in avorio e osso, cretule con impronte di sigilli, elementi di gioielleria in pietre semi-preziose e oro), sia dal punto di vista urbanistico, in quanto inizia a delinearsi una complessa articolazione dell’impianto urbano della città del Bronzo Tardo (1600-1200 a.C.)». Il paesaggio urbano dell’antica Qatna, che nella prima metà del II millennio a.C. divenne, con Aleppo e Mari, la più grande potenza regionale nello scenario geo-politico dell’intero Levante, considerando i risultati degli scavi dal 1999 a oggi, risulta fosse scandito e animato da un susseguirsi di palazzi e altri edifici pubblici, quartieri residenziali, terre coltivate, laghi, fonti e cisterne.
 
        In particolare, uno dei due ultimi edifici rinvenuti ospitava probabilmente le officine reali, come sembra attestare il rinvenimento di centinaia di intarsi in osso e avorio e di ossi semilavorati destinati alla decorazione dei preziosi mobili che decoravano il palazzo reale. L’ipotesi sarà chiarita nelle prossime campagne di scavi. L’altro edificio, che ha restituito oggetti di notevole valore, tra i quali parti di gioielli in oro e pietre semi-dure, oltre ad un peso a forma d’anitra di ematite di ottima fattura, presenta pavimenti intonacati e spazi aperti che sembrano indicare l’appartenenza a un edificio di enormi dimensioni.

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