Confronto con le istituzioni. Chiuderà il governatore Fedriga
Quaderno di Cantiere Friuli, ’Grande Spinta’ per dare al territorio speranza di futuro
Venerdì 4 ottobre a Udine presentazione del volume e dibattito con le istituzioni. Conclusioni a cura del presidente della Regione
Un piano straordinario di investimenti finalizzato alla rigenerazione del territorio, con interventi rivolti in particolare alla sicurezza e alla riqualificazione energetica degli edifici attraverso il ricorso a una filiera delle costruzioni profondamente rinnovata.
È quanto propone il volume “Una grande spinta. Dopo dieci anni di crisi, analisi e proposte per ricostruire una speranza di futuro per il territorio friulano” di Sandro Fabbro, professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica al DPIA (Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura) dell’Università di Udine, Elisabetta Paviotti, ingegnere e libera professionista, e Domenico Tranquilli, già presidente dell’Ires e direttore dell’Agenzia regionale del lavoro dal 2006 al 2012, pubblicato nella collana dei “Quaderni” del Cantiere Friuli dell’Ateneo friulano nel 2019 per i tipi di Forum Edizioni.
Al libro è dedicato un evento di presentazione seguito da un confronto con i rappresentanti del mondo economico e delle istituzioni regionali sui temi al centro della pubblicazione, organizzato dallo stesso Cantiere Friuli, in programma venerdì 4 ottobre alle ore 16 nella Sala Valduga della Camera di Commercio di Pordenone e Udine, in piazza Venerio 8 a Udine.
All’inizio l’introduzione alla collana “Quaderni di Cantiere” a cura di Mauro Pascolini, delegato del Rettore per Territorio e Cantiere Friuli. A seguire, l’illustrazione del Quaderno a cura degli autori Sandro Fabbro, Elisabetta Paviotti e Domenico Tranquilli.
Dalle ore 17, tavola rotonda con i rappresentanti delle istituzioni: Giovanni Da Pozzo, presidente della Camera di Commercio Pordenone e Udine, Pietro Fontanini, sindaco Comune di Udine, Andrea Garlatti, direttore del DIES, Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’Università degli Studi di Udine, Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, al quale sono affidate le conclusioni. A coordinare i lavori sarà l’on. Giorgio Santuz, politico di lungo corso e già Ministro dei Trasporti.
«Il Quaderno di Cantiere “Una grande spinta” costituisce il risultato del percorso dell’Officina coordinata da Sandro Fabbro, che ha potuto contare su un’importante gruppo di lavoro espressione del mondo delle categorie economiche, del sindacato, dei professionisti, di qualificati esperti espressione del territorio e di colleghi dell’Ateneo friulano – spiega Mauro Pascolini - e si propone di innescare una discussione virtuosa attorno al tema della rigenerazione del capitale territoriale in chiave sostenibile ed efficiente, con particolare attenzione al potenziale economico legato alla efficentazione energetica e al recupero del patrimonio edilizio, dando così nuova linfa ad un settore, ora in crisi, ma che nel tempo ha rappresentato uno degli assi portanti dell’economia regionale».
Con postfazione di Gioacchino Garofoli, professore Ordinario di Politica Economica presso la Facoltà di Economia dell’Università dell’Insubria, il Quaderno che sarà spunto al successivo dibattito analizza lo stato del capitale territoriale nella regione Friuli Venezia Giulia e, a partire dalle sue evidenti criticità, propone un progetto che si colloca alla base di una “nuova politica territoriale e di sviluppo”'. «Il volume – evidenzia il prof. Sandro Fabbro - analizza l’impatto devastante di dieci anni di crisi sul territorio friulano e sviluppa una possibile, anche se impegnativa, via d’uscita. La proposta del libro è quella di una grande spinta sociale, economica e politica – continua - per superare una fase negativa che, qualora perdurasse, metterebbe a serio rischio la sopravvivenza stessa dell’intera comunità friulana. La 'grande spinta' è basata, in primo luogo, su un massiccio piano straordinario di investimenti, pubblici e privati, capace di innescare cambiamenti significativi sul piano del lavoro ma anche su quello ambientale e su quello politico-istituzionale. Ma bisogna però, prima di tutto, “voler reagire”. E questo – conclude – è il senso anche morale della 'grande spinta'».