Partecipato il terzo e ultimo evento del ciclo “Dialoghi con le istituzioni”
Cantiere Friuli, Officina Autonomia e Istituzioni, fucina di spunti per la politica Fvg alle prese con riforma enti locali
Il rettore Pinton, “dall'università di Udine un libro-mastro sul tema”
«L'università punta a produrre un libro-mastro per il futuro governo degli enti locali redatto sulla basi di solide ipotesi scientifiche, formulate dai ricercatori, per poi verificare con i decisori politici, gli amministratori, quali di queste ipotesi siano realizzabili nella realtà». Lo ha detto ieri il rettore dell'Università di Udine, Roberto Pinton, introducendo il terzo e ultimo incontro organizzato dall'Officina Autonomia e Istituzioni del Cantiere Friuli dell'ateneo, sul tema dei nuovi paradigmi di governo locale, svoltosi nella sala del Consiglio di palazzo Belgrado, chiamando a raccolta come interlocutori esponenti del Consiglio regionale di maggioranza e di opposizione e il Presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) del Fvg. «Si tratta di un metodo scientifico – ha puntualizzato Pinton - che viene applicato a un dialogo aperto con il territorio, dove la ricerca si fonde con la terza missione, che è appunto intessuta di rapporti con il nostro tessuto sociale, economico,culturale e politico».
«Un tema attualissimo, quello scelto per questo incontro – ha spiegato Elena D’Orlando, coordinatrice dell’Officina Autonomia e Istituzioni e Direttrice del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Udine – perché proprio ieri il consiglio regionale ha approvato la prima legge organica sulla riforma degli enti locali e quindi è un momento particolarmente propizio per dare un contributo come Cantiere Friuli. Inoltre – ha proseguito - l'approvazione di questa legge, stando al primo articolo, dà avvio a una nuova fase di riordino delle autonomie, quindi è importante tenere l'obiettivo puntato su quelle che saranno le mosse concrete che faranno i comuni e i decisori pubblici. Abbiamo voluto dare un contributo – ha aggiunto - presentando diversi modelli di allocazione di funzioni amministrative e di gestione dei servizi pubblici locali, che si trovano nel panorama comparato europeo, e alcune declinazioni delle problematiche inerenti alla rappresentanza nelle diverse esperienze di forme di governo».
Dopo gli indirizzi di saluto di Roberto Pinton, Magnifico Rettore dell’Università di Udine, e di Mauro Pascolini, coordinatore del progetto di Ateneo Cantiere Friuli, che ha salutato l'evento come un incontro di massima qualità, «in quanto ai politici mettiamo a disposizione delle suggestioni, chiedendo loro un supplemento di sforzo ideativo per mettere insieme anche le piccole comunità, tenendole unite non solo in termini di erogazione di servizi, ma di condivisione di progetti, valori, ideali», l’evento si è aperto con una prima parte, introdotta e presieduta dalla professoressa Elena D’Orlando. Matteo Daicampi e Pier Marco Rosa Salva, componenti del gruppo di ricerca dell'Officina, hanno illustrato, rispettivamente, i modelli elettorali degli enti di area vasta, e le diverse prospettive in materia di riforme in corso in vari Paesi europei per la promozione della cooperazione tra i comuni. .
A seguire, alcuni spunti di riflessione per un riordino del governo locale in Friuli Venezia Giulia proposti dagli studenti del corso di Diritto regionale italiano ed europeo, a.a. 2019/2020, del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Udine, come esito di un percorso di studio e di approfondimento del tema in una prospettiva di didattica innovativa per la formazione di giuristi critici e propositivi.
Nella seconda parte, il confronto con alcuni esponenti del Consiglio regionale (Diego Bernardis della Lega, Mauro Di Bert di Autonomia Responsabile, Massimo Moretuzzo del Patto per l'autonomia, Francesco Russo del Pd) e il Presidente dell’ANCI Fvg (Dorino Favot) sulla riforma degli enti locali in Friuli Venezia Giulia, in una tavola rotonda moderata da Rossano Cattivello, giornalista e direttore de Il Friuli.
Di Bert ha commentato dicendo che l'incontro è stato arricchente dal punto di vista tecnico giuridico, dal momento che «c'è il rischio nelle riforme di volare alto,senza avere poi la consistenza necessaria per perseguire gli obiettivi che la norma predisposta dal legislatore si propone di realizzare». Russo ha sottolineato che «manca oggi alla politica una riflessione alta e approfondita e il tema su come si governi il locale ha molto a che fare con le dinamiche a livello globale, anche in un territorio piccolo come il nostro, dobbiamo capire quali sono i modi più moderni per organizzare gli enti locali, perché – ha detto - province e comuni così come sono stati concepiti in età napoleonica non sono la riposta attuale».
Bernardis ha evidenziato che l'incontro abbia offerto «spunti interessanti per proseguire il lavoro che abbiamo avviato ieri con l'approvazione della nuova riforma degli enti locali». E dal punto di vista della maggioranza regionale, ha detto, «c'è una visione sul riassetto dell'ordinamento, dal momento che abbiamo introdotto dei nuovi modelli istituzionali, inserendo ad esempio le comunità e le comunità di montagna e prevedendo gli enti di decentramento regionale, istituti preliminari per dare avvio a una nuova costituzione futura delle ex province». E ha concluso dicendo che tenendo conto di questi suggerimenti, «attueremo ora questa nuova fase, che ha dato autonomia e libera scelta ai comuni, rispetto alle scelte imposte dall'alto della precedente riforma che aveva istituito le Uti».
Moretuzzo ha concluso che i suggerimenti tratti dall'incontro con l'Officina possono essere assunti «per alzare l'asticella del confronto, poiché è importante guardare lontano e pensare a cosa vogliamo siano questa regione e questo territorio tra quindici o vent'anni. Abbiamo dinamiche da tenere assieme, non solo amministrative, ma anche sociali, culturali, demografiche e identitarie, per fare questo è indispensabile avere un livello di approfondimento che il mondo universitario più darci e quindi la collaborazione è proficua».
Favot, presidente dell'Anci, ha definito «molto utile, per la nostra associazione e i Comuni che ne fanno parte, il lavoro che sta facendo l'Università, con l'obiettivo di risolvere le tematiche all'ordine del giorno, per i comuni, cioè le forme associative le modalità per dare migliori servizi ai cittadini, e risposte utili alle comunità che compongono il Fvg».