L’Università di Udine apre le porte al grande pubblico per far conoscere la sua preziosa collezione di opere d’arte, ancora sconosciuta ai più, che ha il merito di offrire uno spaccato dell'arte contemporanea friulana dagli anni Settanta ad oggi attraverso quadri, sculture, installazioni, disegni. Si è infatti concluso il lavoro di catalogazione di oltre 80 opere di 51 artisti che sono collocate in varie sedi dell’Ateneo e rappresentano il frutto di acquisizioni e donazioni ricevute nel corso degli anni. Ora nel sito internet
arte.uniud.it, presentato ufficialmente stamane nel polo scientifico dei Rizzi, è possibile consultare il catalogo on line della collezione d'arte dell'Università di Udine che conclude il lavoro avviato lo scorso anno dalla Commissione Patrimonio Artistico Uniud.
«L’Ateneo, con questa operazione di valorizzazione della sua collezione – ha sottolineato Alessandro Del Puppo, presidente della Commissione Patrimonio Artistico Uniud – vuole far conoscere e mettere a disposizione della cittadinanza il patrimonio delle proprie opere d’arte. Quadri e sculture sono collocati in spazi pubblici e trasformano l’Ateneo non solo in una sede di studi e ricerca, ma in un luogo dove un pubblico più ampio si può recare per poter ammirare un’importante raccolta di opere che, anche se non musealizzata, è a disposizione di studiosi, appassionati, studenti e di un pubblico occasionale».
Al termine della presentazione del catalogo, al 2° piano del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, è stata inaugurata l’installazione video dell’artista cinese
Cheng Ran, “In course of the miraculous”, che si potrà vedere ai Rizzi
fino al 9 giugno e che rientra nell'ambito della mostra “
Paradoxa. Arte dalla Cina attuale”, curata da Denis Viva (visitabile fino al 27 agosto a
Casa Cavazzini a Udine).
«Paradoxa – ha sottolineato Denis Viva, docente di Pratiche museali all’Università di Udine - è un progetto dedicato all'esplorazione dell'arte contemporanea dell'estremo Oriente asiatico, attraverso il tema del paradosso e della contraddizione. Con l'edizione di quest'anno, dedicata alla Cina, la mostra si è allargata alle sedi universitarie. Il coinvolgimento dell'Università, già patrocinatrice dell'evento, ci è sembrato una naturale prosecuzione del lavoro che abbiamo svolto in museo. Molti collaboratori della mostra, e io stesso, ci siamo formati in questo Ateneo e il gruppo di ricerca di storia dell'arte contemporanea è stato, per molti aspetti, il punto d'avvio e di accrescimento di tanti progetti e conoscenze sviluppate in questo settore, uscendo dagli spazi e dalle aule del Dipartimento».
«Credo – ha concluso Viva - che l'arte contemporanea abbia dunque bisogno dell'università per almeno due ragioni: in primo luogo, per non perdere una consapevolezza storica e disciplinare che troppo spesso, invece, viene sottostimata; in secondo luogo, per entrare in contatto con una comunità, di docenti e studenti, che non può che arricchirla, offrirle nuove prospettive, suggerire degli strumenti e delle vie per non arroccarsi in un ambito troppo specialistico e autoreferenziale».
Gli artisti. La collezione d'arte dell’Ateneo presenta un complesso assai variegato di tendenze artistiche che vanno dall'astrattismo geometrico allo spazialismo, dal recupero della pittura negli anni Ottanta all’uso dei media digitali. La lista degli artisti comprende nomi illustri, come Sergio Altieri, Dino Basaldella, Carlo Ciussi, Giorgio Celiberti, Giuseppe Zigaina, a cui si affiancano artisti come Bruno Aita, Gaetano Bodanza, Walter Bortolossi, Beppino De Cesco, Riccardo De Marchi, Franco Dugo, Claudio Feruglio, Massimo Poldelmengo, Federico Rizzi, Toni Zanussi, i fratelli Nata e Gian Carlo Venuto. Non mancano, poi, due fumettisti di fama internazionale: Francesco Tullio Altan e Renato Calligaro.
La collezione. Il primo nucleo di opere d’arte dell’Ateneo è nato con il Consorzio Universitario del Friuli che, negli anni ’80, ha acquisito sedici dipinti e sculture, oggi in deposito presso l'Università, ma di proprietà del Comune di Udine e della Provincia di Udine. A queste opere si aggiungono una serie di donazioni e acquisizioni compiute a favore dell'Ateneo, in diversi momenti degli anni Novanta, di dipinti e sculture realizzati da numerosi artisti locali. Nel 2008 contribuiranno all'incremento della collezione gli artisti che hanno donato una propria opera in occasione del Trentennale dell'Università e, negli anni successivi, importanti donazioni di privati: i galleristi Anna e Valentino Turchetto, proprietari della Galleria d'arte Plurima di Udine,
Caterina Basaldella, figlia dello scultore Dino, e Iolanda Cernigoi, vedova dell'artista
Aldo Giobatta Foschiatti. Complessivamente il censimento ha riguardato circa 120 opere d’arte, di cui un’ottantina sono state catalogate e inserite nel sito on line. Tutta la documentazione è stata riversata nel database
Sirpac, il sistema informativo che raccoglie nel web i dati relativi alla catalogazione del patrimonio storico artistico e culturale del Friuli Venezia Giulia.
Il sito. I contenuti offerti dal sito
arte.uniud.it comprendono immagini, informazioni relative alle opere e alla storia della collezione, cataloghi di mostre. Il lavoro di rilevamento e schedatura delle singole opere è stato realizzato da
Matteo Colovatti, studente della Scuola di specializzazione in Beni storico-artistici dell'Ateneo udinese che, poche settimane fa, ha ottenuto il diploma di specializzazione discutendo la tesi proprio sulla collezione. Le schede raccolgono le informazioni tecniche (autore, datazione, tecnica esecutiva, dimensioni, collocazione), accompagnate da un breve testo di inquadramento storico-critico e dalla relativa bibliografia. Le opere si trovano dislocate in varie
sedi dell’Ateneo: Biblioteca di Santa Lucia in via Mantica, Biblioteca di Economia e giurisprudenza in via Tomadini, Palazzo Antonini in via Petracco, Palazzo Caiselli in vicolo Florio, Palazzo Florio in via Palladio, il polo scientifico dei Rizzi in via delle Scienze, la sede di via Cotonificio, il polo della Formazione in via Margreth. Sul cartellino che descrive la singola opera è presente un “QRcode” che rimanda alla relativa scheda presente sul sito.
L’opera di Cheng Ran. Il film dell’artista cinese Cheng Ran (1981) "In Course of the Miraculous” (2015), della durata di circa 5 ore, è il lungo racconto intrecciato di tre misteriose sparizioni assai distanti e diverse tra loro. Alle immagini dello scalatore britannico George Mallory, disperso sul Monte Everest nel 1924, si alternano le scene della confusa e agghiacciante vicenda dell’ammutinamento di un peschereccio cinese, avvenuto nel 2011 al largo del Pacifico, e quelle della mitica scomparsa, nel 1975, dell’artista olandese Bas Jan Ader. Quest’ultimo episodio ha suggerito a Cheng Ran il titolo per il suo filmato: Bas Jan Ader svanì, infatti, durante quella che sarebbe poi divenuta la sua ultima performance, “In Search of the Miraculous” (1975), ovvero la traversata dell’oceano Atlantico a bordo di una minuscola imbarcazione. In un susseguirsi di episodi frammentati che lo spettatore ha il compito di ricondurre ogni volta al giusto protagonista, Ran arriva a fondere magistralmente realtà e finzione sperimentando nuove tecniche di ripresa come quella del montaggio parallelo.