Collaborazione nei settori della sismologia e dell’ingegneria della sicurezza e dell’emergenza
Nasce Resist, il polo di ricerca di Ateneo e Ogs sulla resilienza sismica territoriale
Per migliorare la capacità di una comunita di affrontare e riprendersi in modo tempestivo ed efficiente dagli effetti di un eventuale terremoto
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Da sinistra Stefano Grimaz, Alberto Felice De Toni, Maria Cristina Pedicchio
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Da sinistro Alessandro Trovarelli, Stefano Grimaz, Alberto Felice De Toni, Maria Cristina Pedicchio, Norberto Tonini, Marco Mucciarelli
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Alberto Felice De Toni e Maria Cristina Pedicchio
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Da sin. Alessandro Trovarelli, Stefano Grimaz, Alberto Felice De Toni, Maria Cristina Pedicchio, Norberto Tonini, Marco Mucciarelli
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Da sinistra Norberto Tonini, Marco Mucciarelli
Costituire a Udine un polo di ricerca inter-istituzionale sulla resilienza sismica territoriale (Resist), cioè la capacità di una comunità di far fronte ai terremoti in zone sismiche. È l’obiettivo dell’accordo firmato oggi a Udine dal rettore dell’Ateneo friulano, Alberto Felice De Toni, e dalla presidente dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), Maria Cristina Pedicchio. Il nuovo polo di ricerca permetterà di capitalizzare, porre a sistema e sviluppare, conoscenze ed esperienze maturate in quasi quarant’anni di studi e ricerche svolte a seguito del terremoto del Friuli, mettendole a disposizione del territorio e delle future generazioni di scienziati, tecnici e dell’intera comunità.
Resist sarà attivo nell’ambito della mitigazione del rischio sismico basato sul concetto di resilienza, secondo un approccio integrato tra sismologia e ingegneria della sicurezza e dell’emergenza. Compito di Resist sarà quindi quello di studiare, e contribuire a migliorare, la capacità di un sistema territoriale di resistere, assorbire e riprendersi in modo tempestivo ed efficiente dagli effetti di un eventuale terremoto. Un’attività scientifica di prevenzione con ricadute pratiche anche per la realtà regionale. Questo perché, pur riguardando la risposta post-evento, la resilienza presuppone attività – dalla conoscenza, al monitoraggio, alla preparazione con corsi di formazione – da realizzarsi prima che il fatto accada. Tutte attività che vedranno protagonista Resist, con un conseguente miglioramento del supporto scientifico alla Protezione civile.
A loro volta, studenti, dottorandi e ricercatori potranno beneficiare della collaborazione tra Università e OGS, grazie anche al previsto potenziamento della competitività dei progetti europei e internazionali che saranno realizzati congiuntamente. Resist coinvolgerà, per l’Ateneo il Laboratorio di sicurezza e protezione intersettoriale (Sprint) del Dipartimento di chimica, fisica e ambiente, per l’OGS il Centro di ricerche sismologiche (Crs) di Udine.
«L’alleanza tra Università di Udine e OGS – ha detto De Toni –, consolidata da più di un decennio di fruttuosa collaborazione, consente ora di unire le rispettive risorse e peculiarità scientifiche nel settore specifico, per dar vita a un centro di eccellenza sulla resilienza sismica di livello nazionale e internazionale».
«Siamo molto soddisfatti di questo risultato. La firma dell’accordo di collaborazione scientifica tra OGS e Università di Udine sancisce il rafforzamento di una collaborazione già attiva da tempo nell’ambito della mitigazione del rischio sismico» ha commentato Pedicchio. «La sede di Udine del Centro di ricerche sismologiche rappresenta un anello di collegamento con le eccellenze dell’ateneo friulano ed è per noi di prioritaria importanza proseguire con questa collaborazione, sviluppando nuovi progetti e attività nel settore della sicurezza, della protezione e della divulgazione delle buone pratiche per la riduzione del rischio».
Alla firma dell’accordo, a palazzo Florio, erano presenti anche i direttori del Dipartimento di chimica, fisica e ambiente Alessandro Troverelli, del laboratorio Sprint Stefano Grimaz, dell’Ogs Norberto Tonini, e del Crs Marco Mucciarelli.
La ricostruzione post terremoto del 1976 ha già dimostrato che la comunità friulana possedeva un buon livello di resilienza. La nascita dell’Università di Udine ha permesso di dar vita ad attività di ricerca nel settore sismologico che hanno portato notevoli avanzamenti nelle conoscenze del settore. «Con l’istituzione del Laboratorio Sprint – hanno spiegato Trovarelli e Grimaz –, queste attività sono state integrate con aspetti di ingegneria della sicurezza e gestione delle emergenze i cui risultati sono stati di fondamentale supporto per la gestione della risposta in occasione di altri terremoti successivi, in particolare quelli dell’Aquila nel 2009 e dell’Emilia 2012».
«L’OGS, già operativo e in prima linea in occasione del sisma del 1976 – hanno evidenziato Tonini e Mucciarelli –, ha istituito il Crs, con sede a Udine, per la gestione della rete sismica regionale. Un sistema di fondamentale importanza per le attività di monitoraggio sismico a supporto della protezione civile. Negli ultimi anni OGS e ateneo friulano, soprattutto con il Laboratorio Sprint, hanno sviluppato, in modo sistemico e sinergico, molteplici attività di ricerca e di supporto alla protezione civile regionale».
«Questi studi – hanno sottolineato Grimaz e Mucciarelli – hanno portato alla elaborazione della mappa del rischio sismico per l’intera Friuli Venezia Giulia, alla riclassificazione sismica del territorio regionale, alla valutazione della sicurezza sismica delle scuole con il progetto Assess, alla ideazione e sviluppo di progetti finanziati dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca per la diffusione della cultura della sicurezza sismica nella scuole con il progetto Sisifo».