Elaborata da Università, Cirmont e Coldiretti
Ricomposizione fondiaria: prima legge in Italia
E' stata consegnata oggi a Illy e Marsilio a Pordenone
Saranno i comuni i protagonisti di una riforma che, se diventerà legge della Regione e se sarà applicata, potrebbe modificare sostanzialmente l’assetto dei territorio montani del Fvg, rendendoli più simili a quelli che siamo abituati a vedere in Svizzera, Austria e Germania con una corretta proporzione di aree boschive e di prati pascolo o di aree coltivate. E’ questo l’obiettivo della bozza di disegno di legge presentato oggi dall’Università di Udine, da Cirmont e da Coldiretti al presidente della Giunta regionale Riccaro Illy e all’assessore regionale all’agricoltura Enzo Marsilio. Un disegno di legge a lungo elaborato, frutto di un lavoro interdisciplinare che ha visto la collaborazione dell’Università di Udine, di Cirmont, di Coldiretti del Fvg, dei sindaci, dei Circoli culturali della Carnia ma anche di funzionari pubblici che hanno a lungo collaborato per dare una soluzione al dramma della frammentazione e polverizzazione fondiaria delle aree montane del Fvg e dell’Italia, prima causa del mancato decollo di un’agricoltura moderna e funzionale che ha provocato l’abbandono di aree crescenti del territorio a scapito anche di uno sviluppo turistico diffuso sul territorio in grado di coinvolgere agricoltura, commercio, artigianato e industria in un unico pacchetto in cui arte, tradizioni, agroalimentare, cultura, musei siano correttamente amalgamati.
“Riteniamo che l’Università e Cirmont, accogliendo il grido d’allarme lanciato dalla società civile e dalla Chiesa – ha detto il rettore Furio Honsell riferendosi al convegno di Comeglians del 18 novembre del 2002 quando ha lanciato l’idea di istituire un think tank sulla montagna – non abbia fatto altro che il suo dovere che è stato quello di mettere le conoscenze di qualificati docenti a servizio della società. Ringrazio per questo Mariarita D’Addezio, docente di Diritto agrario e Elena D’Orlando della facoltà di Giruisprudenza, che hanno firmato il documento, ma anche Cesare Gottardo della facoltà di Agraria per il contributo dato, Aurelia Bubisutti e Manuela Croatto, rispettivamente vice presidente e direttrice di Cirmont per il coordinamento. Ringrazio anche la Coldiretti e segnatamente il vice direttore Giancarlo Vatri per le sue conoscenze specifiche sulle questioni fondiarie, i Circoli culturali della Carnia e Giorgio Ferigo, i sindaci rappresentati oggi da Alessandro Oman e la Chiesa per il contributo che ha dato all’epoca del convegno con don Valentino Costante. Grazie al lavoro di tutte queste professionalità è nata questa proposta di legge che credo sia la prima del suo genere in Italia e ci auguriamo che sia approvata dal Consiglio regionale e che innesti nuove idee ed energie in un dibattito strategico per la nostra regione”.
Le caratteristiche del documento, simile per struttura a una legge vera e propria, sono state illustrate dalla D’Orlando e da Ferigo in video conferenza dalla Cirmont di Amaro. In breve il documento parte dalla constatazione che l’abbandono del territorio rischia di compromettere la sicurezza delle comunità montane (e di conseguenza di quelle delle vallate) e che la soluzione sia rappresentata da un progressivo ritorno dell’attività agricola che deve svolgere anche una funzione di tutela e salvaguardia del territorio. Il provvedimento prevede che la ricomposizione fondiaria sia volontaria, ma in taluni casi possa essere anche imposta. La proposta introduce, per la prima volta, il Pip agricolo, ovvero il piano di insediamenti produttivi agricolo, del tutto simile a quelli artigianale, industriale e commerciale.
Soddisfazione è stata espressa per il lavoro svolto dal presidente regionale di Coldiretti Dimitri Zbogar e dal direttore Oliviero Della Picca che hanno ringraziato il Magnifico rettore Furio Honsell: “Questo lavoro – hanno detto – è la dimostrazione che in Fvg ci sono le competenze e le professionalità per produrre innovazione – e questa legge rappresenta un chiaro esempio di grande innovazione - ma anche che occorre essere uniti e collaborativi. La capacità di coordinamento dell’Università, è stata determinante sin dall’inizio di questo progetto coltivato da molti per decenni, ma che ha trovato concretizzazione solo quando l’Università lo ha preso per mano”. Soddisfazione è stata espressa anche dal vice presidente di Cirmont Bubisutti che ha aperto scenari nuovi per l’Università e Cirmont: “Se la legge dovesse essere approvata e dovesse essere applicata (alcuni comuni si stanno già muovendo in questa direzione) per Università e Cirmont si apriranno molte opportunità di ricerca e di sperimentazione in campo agricolo in collaborazione con altre realtà nei settori dell’allevamento, della frutticoltura, della trasformazione e della commercializzazione, ma anche dell’assistenza e della diffusione della conoscenza”. Soddisfazione è stata infine espressa da Circoli Culturali della Carnia: “Ritengo – ha detto Giorgio Ferigo – che la cultura debba confrontarsi con la realtà, con i problemi di ogni giorno che sono anche quelli dell’economia. Credo che la società civile della Carnia abbia dato un contributo per la montagna di tutta la regione e del Paese”.