Ateneo e Comuni per la valorizzazione dei monumenti protostorici

Mereto di Tomba, conclusa la seconda campagna archeologica sul tumulo

Indizi preziosi su tecnica costruttiva e frequentazione del sito

Nel 2008 si scaverà alla ricerca della sepoltura primaria

        Indizi di inestimabile valore scientifico sia sulla complessa tecnica costruttiva e materiali usati, sia sulla frequentazione e uso del sito. Sono in sintesi i risultati della seconda campagna di scavi archeologici organizzata e svolta a Mereto di Tomba (Ud) dai ricercatori del dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’università di Udine, sul ben noto tumulo funerario del luogo. «I risultati raggiunti – afferma la coordinatrice dei lavori, Paola Càssola Guida – giustificano la programmazione di una terza campagna di scavo nel 2008, finalizzata innanzitutto alla ricerca della sepoltura primaria», ossia quella del personaggio per il quale il tumulo fu innalzato, «da ritenersi senza dubbio – dice la direttrice dei lavori, Elisabetta Borgna - un importante membro della comunità stanziata nella zona».
 
        Lo scavo appena concluso ha permesso di compiere uno studio dettagliato sulla tecnica costruttiva e sui materiali. «Su una monumentale piattaforma di pietre – spiega Borgna –, con un diametro di base di circa 25 metri e un’altezza di 6,5, si erge il corpo del tumulo di dimensioni grandiose a forma grosso modo troncoconica, costituita da una fitta alternanza di falde ghiaiose e gettate di terreno argilloso e compatto, scandita da una serie di piccoli “fermi lignei”». Sono emersi, inoltre, importanti indizi sulla frequentazione del sito. «Frammenti ceramici dell’Eneolitico databili intorno alla metà del terzo millennio a.C. – ricorda Susi Corazza, operatrice sul campo -, una cuspide di freccia in selce e resti di sacrifici bovini». Reperti che rimandano anche ad attività rituali anche di tipo funerario «queste ultime – precisa Borgna – testimoniate anche dai primi rinvenimenti di ossa umane, sparse e non composte in una vera e propria sepoltura».
 
            Gli scavi condotti dall’Ateneo friulano a Mereto di Tomba, iniziati nell’estate del 2006 e resi possibili anche dalla generosa disponibilità del proprietario del terreno, Gian Roberto Rosselli della Rovere, sono parte di un ampio progetto di studio, valorizzazione e fruizione delle strutture protostoriche della media pianura udinese. «Strutture – dice Borgna – miracolosamente conservate in condizioni talora eccellenti, come il castelliere di Sedegliano». A sostegno del progetto «si sono da tempo mobilitati – sottolinea Paola Càssola Guida, coornatrice del progetto Castellieri – undici Comuni friulani costituiti in Consorzio che sta dando grande impulso alle ricerche e all’approfondimento delle conoscenze scientifiche in campo protostorico».

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