Oggi a palazzo Antonini-Maseri, con scopertura della targa
Firmato Protocollo d'intesa Uniud Comune di Udine, collaborazione fino al 2024
La soddisfazione del rettore e dell'amministrazione comunale
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Firma del Protocollo d'intesa
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Invito
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Salone Nobile di Palazzo Antonini - Maseri
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Rettore De Toni
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Mauro Pascolini
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Salvatore Amaduzzi
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Christina Conti
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Coro “Gilberto Pressacco”
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Attilio Maseri
Un momento storico, oggi a Udine, con la scopertura della targa del Palazzo Antonini-Maseri, (palazzo Palladio), che indica l’intitolazione ufficiale del prestigioso edificio disegnato dal genio architettonico di Andrea Palladio nella metà del XVI secolo al prof. Attilio Maseri, cardiologo friulano di fama mondiale (tra i suoi pazienti la regina Elisabetta II d’Inghilterra) che ha donato la strutture e l’annesso giardino all’Università di Udine, dopo averlo acquistato dalla Banca d’Italia. Dopo questa cerimonia, molto partecipata e davvero sentita da tutto il mondo accademico grato nei confronti del ‘benefattore’ e mecenate, alla quale hanno preso parte lo stesso professor Maseri, accompagnato dal suo collaboratore fiduciario dottor Enrico Coccolo, e il rettore dell’ateneo, Alberto De Toni, i sontuosi spazi del piano nobile del palazzo hanno ospitato un altro atto di importanza storica, per la città di Udine e per l’Università del Friuli: la firma della convenzione (in vigore da oggi, con durata fino al 31 dicembre 2024), del protocollo d’intesa volto a “porre in essere azioni comuni mirate al rafforzamento della relazione di reciprocità fra la città e l’Ateneo e dell'integrazione tra la comunità nativa e universitaria, in vista del miglioramento della qualità della vita di tutta la cittadinanza”. Alla firma, il rettore De Toni e il sindaco di Udine.
«Questo protocollo è un fatto storico – ha detto il rettore dell’Ateneo friulano Alberto De Toni -, perché ci colloca nel contesto delle migliori relazioni università-città a livello europeo. Tutte le città europee grandi e medie che hanno un ateneo hanno un patto con la loro università e quindi noi non soltanto rinsaldiamo il patto storico con il nostro Friuli, ma anche ci proiettiamo in una dimensione europea, dunque ‘Universitudine’ è un turning point tra un passato importante e un futuro pieno di speranze».
Soddisfazione per la sottoscrizione anche da parte dell’Amministrazione cittadina, secondo la quale il Protocollo d’Intesa va nella direzione di un potenziamento di quella volontà di sviluppo economico, culturale e sociale e di dialogo tra ateneo e territorio che fu alla base della creazione dell’Università di Udine, o Universitât dal Friûl, all’indomani del sisma del 1976. Una volontà di rinascita, di riscatto e di rivendicazione di orgoglio da parte di una comunità che aveva capito, nella difficilissima fase della ricostruzione, che il proprio ruolo nella Regione e nel Paese doveva basarsi non solo sulla centralità del lavoro ma passare attraverso la formazione, la ricerca, l’innovazione. È grazie a questo cambio di paradigma del tessuto produttivo che il Friuli ha potuto e saputo diventare, poco più di una decina d’anni dopo, la locomotiva dell’economia italiana. Con la stessa consapevolezza delle nostre potenzialità e fiducia nei nostri mezzi dobbiamo oggi, anche grazie a questa firma, essere in grado di diventare motore per l’uscita da una crisi che da troppo tempo attanaglia il Paese e modello di una coesistenza virtuosa tra comunità e accademia.
Il protocollo, che rafforza un analogo atto che l’11 settembre 2015, a Pavia, i rappresentanti dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI) e della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) approvarono per proporre ai governi cittadini e alle università rapporti di collaborazione sui temi essenziali allo sviluppo dei territori e dei saperi.
La collaborazione è finalizzata a favorire: la partecipazione della cittadinanza, a livello di gestione del bene pubblico e dei relativi processi decisionali; la produzione di innovazione sociale, anche attraverso la sperimentazione e l'impiego di nuove tecnologie; l'inclusione sociale, il benessere e la sicurezza; la sostenibilità ambientale; la valorizzazione del patrimonio architettonico e culturale; lo sviluppo economico sostenibile.
Le linee d’azione, nel concreto, sono state tracciate dal prof. Mauro Pascolini, Delegato per il Territorio e progetto Cantiere Friuli. «La sottoscrizione dell’accordo tra Comune di Udine e Università segna un momento fondamentale lungo il percorso di rendere Udine ancor di più una città universitaria e al tempo stesso rendere l’Università un corpo vivo e un attore importante nella e per la città – ha spiegato -; il protocollo individua alcune aree prioritarie di intervento dove studenti, docenti e personale tecnico amministrativo dell’Università, assieme ai referenti dell’amministrazione comunale e all’articolato mondo dell’associazionismo e della comunità dei cittadini – ha proseguito - potranno dare, attraverso dei tavoli di lavoro, il loro contributo di idee, progetti, ma anche di concrete azioni per una migliore qualità della vita nella città. Alcune azioni sono già pronte a prendere avvio, altre a breve potranno essere realizzate – ha concluso Pascolini - sulla base di una verifica di fattibilità nell’ambito del sociale, della sanità e della cultura. Una Università e una Città che lavorano assieme per la comunità allargata dei cittadini residenti, di quelli temporanei e pure dei visitatori: la città per l’università, l’università per la città».
Tra le macrotematiche su cui si sono già messi i ferri in acqua per collaborare (e che saranno presentate nel dettaglio in occasione di prossimi incontri), quelle che all’interno del progetto Orienta Salute, coordinato dal prof. Silvio Brusaferro, come l’igiene dentale e l’educazione sessuale, ma anche il Portale del Riuso, sistema con cui l’Università degli Studi Udine cede gratuitamente beni e attrezzature ad altri enti pubblici, scuole e organizzazioni no profit, e nasce quale progetto del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società in collaborazione con l'Area Servizi Informatici e Multimediali. C’è, poi, il campo dell’offerta culturale, che prevede come referenti Orietta Lanzarini per Uniud, e la direttrice dei Civici Musei Udinesi, Vania Gransinigh, orientato alla realizzazione del progetto “Voi siete qui. Storie di luce e di materia a Udine”, il quale risponde a uno scopo principale: far conoscere a chiunque sia interessato la vitalità, la ricchezza e soprattutto l’attualità dei valori storici, culturali e sociali che caratterizzano il tessuto di Udine – nella sua veste di “museo vivente - museo diffuso” –, in relazione al più ampio contesto friulano e nazionale. In concomitanza con le attività di Tirocinio (125 ore), un selezionato gruppo di studenti dell’Università degli Studi di Udine (corsi di laurea in Beni Culturali e Scienze e Tecniche del Turismo Culturale) avrà l’incarico di curare (con la supervisione di un docente Uniud e di un rappresentante di un Istituzione culturale) l’organizzazione di una serie di eventi, ciascuno incentrato su un tema specifico.
È stata la Prof. Maria Christina Conti, poi, a illustrare un altro asset importante della futura collaborazione, ’Univercity’. «un processo di “fusione” delle politiche pubbliche con le strategie private – hanno spiegato i docenti Uniud -, uno scenario in cui la dimensione pubblica e quella della iniziativa privata non sono mai contrapposte. L’università assume un ruolo centrale non solo nell’economia urbana, ma anche nella identità della città e del territorio. Si tratta di costruire città del sapere, territori del saper fare, dove queste competenze hanno una doppia direzione, emergono dalla ricerca scientifica verso le aziende e migrano da queste verso le aule».
Comune e Università, a seguito dell’approvazione del Protocollo d’Intesa potranno successivamente aderire alla Rete Unitown, che collega Università e città italiane e straniere sulla base del Protocollo di Pavia, per promuovere l’interazione tra università e città firmatarie con attori economici, politici e sociali delle città universitarie e incentivare l’interazione e il coordinamento internazionale di esperienze tra città universitarie.
Scorrendo il testo del protocollo, emerge come gli ambiti in cui prioritariamente amministrazione e ateneo opereranno in modo congiunto sono: risorse umane, formazione e offerta culturale; trasporti pubblici e mobilità urbana; valorizzazione degli spazi urbani contermini alle sedi universitarie e valorizzazione del patrimonio architettonico (favorendo l'integrazione e la residenzialità degli universitari, anche attraverso accordi comuni con l’ARDISS); civici Musei; ricerca e trasferimento della conoscenza: imprenditoria giovanile e valorizzazione delle politiche di attrattività nei confronti delle imprese; attività ricreative e inclusione; internazionalizzazione; comunicazione.
Per l’attuazione degli obiettivi e delle finalità del protocollo, è costituito un Comitato di coordinamento composto dal Sindaco, o suo delegato, dal Rettore, o suo delegato, e da altri quattro componenti, due indicati dal Comune e due dall’Università, con il compito di redigere il programma annuale delle attività, individuando i settori d’intervento e le priorità nelle azioni da svolgere. L’organismo, si legge nel protocollo, “potrà istituire appositi tavoli di lavoro, con il coinvolgimento di altri attori dell’Università e del Comune e di attori esterni, finalizzati all’approfondimento e alla realizzazione di progettualità specifiche”. I referenti saranno per l’Università, Agostino Maio, per il Comune, l’assessore alla Sanità.
Nel corso dell'evento è stata presentata dal professor Salvatore Amaduzzi (Uniud) la prima edizione dell'Hackathon #UNIUDine, svoltasi di recente a Udine, coinvolgendo gli studenti dell'università e delle superiori nella progettazione della città universitaria del futuro, mentre Martina Lorenzoni (Uniud) ha illustrato ai convenuti la storia e l'arte a palazzo Antonini-Maseri. Infine, un brindisi in musica con il Coro “Gilberto Pressacco” dell’Università degli Studi di Udine, seguito da un momento conviviale.