Progetto dell’Ateneo in collaborazione con regione FVG, imprenditori friulani e Consultantia agricola di Arad
La creazione di una filiera per la produzione di agro-energia con la Romania è l’obiettivo della convenzione sottoscritta lo scorso anno dall’università di Udine, insieme alla ditta friulana Di Betta di Nimis, con la Consultantia agricola di Arad (Romania). Il primo risultato acquisito è la sperimentazione del girasole alto oleico, fra cui alcune varietà realizzate dagli studiosi dell’università di Udine, e sono state ottenute indicazioni preziose sul comportamento delle nostre varietà di girasole alle condizioni locali. Ricercatori dell’università di Udine e imprenditori friulani saranno ad Arad il 2 e 3 febbraio, insieme all’ambasciatore d’Italia in Romania, Daniele Mancini, e al console d’Italia a Timishoara, Manlio Giuffrida, al convegno “Strategie di internazionalizzazione e cooperazione allo sviluppo di filiere agro-energetiche: il progetto Biosun” (
www.greenenergyfuel.com), il cui scopo è di sviluppare strategie sinergiche fra Italia e Romania nella realizzazione di progetti dedicati alla produzione di energie rinnovabili dall’agricoltura.
La miscelazione fra combustibili di origine fossile e combustibili da colture oleaginose è il primo passo per la riduzione di emissioni gassose previsto nel protocollo di Kyoto. «Il ministero per le Politiche agricole e forestali – dice Franco Rosa, docente e coordinatore del progetto per l’università di Udine – ha varato per l’Italia progetti e azioni diffuse su tutto il territorio per sviluppare filiere agro-energetiche, ma persistono limiti applicativi a causa della ridotta disponibilità di superfici agricole». L’urgenza del problema energetico e ambientale «può stimolare – continua Rosa – un entusiasmo eccessivo per queste produzioni di massa vegetali, che possono causare una banalizzazione del paesaggio non compatibile con l’approccio alle produzioni di qualità». La Romania dispone di un grande potenziale di risorse agricole, mentre l’Italia dispone di risorse tecnologiche, finanziarie e know how «che possono determinare – afferma Rosa – una rapida messa a punto della filiera con vantaggi reciproci».
In particolare, nella due giorni di Arad, saranno vagliate le opportunità di strategie congiunte orientate «a esportare tecnologia – puntualizza Rosa -, produrre alimenti ed energia, ridurre la competizione fra mercato energetico e alimentare e contenere le emissioni di gas a effetto serra». Nelle prospettive di sviluppo futuro «si prevede – annuncia Rosa – lo sviluppo della filiera oleo-chimica per aumentare il valore aggiunto dei prodotti derivati, come plastiche, cosmetici, lubrificanti, surfatanti e la produzione di idrogeno utilizzabile in celle a combustibile per locomozione e produzione di energia elettrica».