Partiranno in questi giorni gli archeologi dell’università di Udine per dare il via all’ottava campagna di scavo dell’antica Qatna, la grande capitale della Siria centrale, sorta in un’ansa del fiume Oronte, a 18 chilometri dalla città di Homs, in una posizione strategicamente cruciale, nel punto di incontro delle vie carovaniere attraverso il deserto siro-arabico tra la Mesopotamia e il Levante. Oggetto di campagne di scavo che hanno portato alla luce oggetti di straordinario valore scientifico e culturale, il sito di Tell Mishrifeh è oggi il più grande cantiere archeologico aperto in Siria e uno dei maggiori dell’intero Vicino Oriente: l’insediamento urbano è esteso su 110 ettari, circondato da un imponente sistema di terrapieni di fortificazione di un chilometro per lato che raggiunge ancora oggi un’altezza di 20 metri.
“Quest'anno – spiega Daniele Morando Bonacossi, direttore della missione archeologica dell’università di Udine - abbiamo una grande missione con 26 partecipanti, di cui 12 fra studenti, dottorandi e assegnisti del nostro ateneo. Fra questi anche due geofisici per continuare le prospezioni geofisiche nella città bassa di Qatna e due petrografi che completeranno le analisi della produzione ceramica antica di Mishrifeh”. Nel 2005 l’ateneo friulano ha realizzato la prima mostra archeologica sull’antica città di Qatna con circa 300 oggetti che abbracciano l’intera storia del sito di Tell Mishrifeh dalla fondazione attorno al 2.600 a.C. al suo abbandono nel 700 a.C., alcuni dei quali saranno esposti nel 2008 al Metropolitan Museum di New York nella grande mostra archeologica dedicata a Siria, Libano e Palestina nel II millennio a.C.. “Nel 2006 – annuncia Morandi Bonacossi - apriremo un nuovo grande cantiere di scavo immediatamente a est del Palazzo Reale, mentre proseguiranno i lavori di scavo del palazzo Reale e del Palazzo della Città Bassa. Parallelamente, continueranno anche il restauro del palazzo Reale e la creazione del parco archeologico di Qatna”.
A documentare i misteri dell’antica Qatna che di anno in anno vengono svelati dagli archeologi dell’ateneo friulano, che in Siria lavora con la Direzione generale delle antichità e dei musei di Siria, c’è anche il nuovo sito internet
www.qatna.org. Realizzato oltre che in italiano, anche in inglese e arabo, il sito è suddiviso in sei sezioni che raccontano tutta la storia dell’antica città siriana e documentano le scoperte archeologiche realizzate fino ad ora, grazie anche al supporto di materiale fotografico.
Terminati gli scavi a Qatna, gli archeologici inizieranno la ricognizione di superficie nel deserto della Palmirena fino al 2 novembre. In base all’accordo firmato l’anno scorso dal rettore dell’università di Udine, Furio Honsell e dal Ministro della Cultura della Siria, Mahmud Sayed, gli arceheologi dell’ateneo friulano effettueranno per la prima volta la ricognizione lungo le antiche vie carovaniere che attraversavano il deserto siriano, passando per Palmira e Qatna stessa.