Le grandi infrastrutture e il governo del territorio saranno al centro del convegno nazionale promosso assieme dal dipartimento di Ingegneria civile dell’università di Udine, con le università di Firenze, Napoli, L’Aquila, dall’Istituto nazionale di urbanistica e dal dipartimento Territorio e ambiente del comune di Udine, giovedì 6 e venerdì 7 luglio e rispettivamente alle 14.30 nella sala Ajace del palazzo municipale e alle 9 nell’auditorium Tomadini in via Tomadini 30/A a Udine. L’obiettivo del Convegno è quello di identificare e condividere, con importanti attori nazionali del settore, pratiche e strumenti atti a favorire un patto tra sviluppo infrastrutturale e territori nel Paese. All’apertura dei lavori parteciperanno il rettore dell’ateneo friulano, Furio Honsell, il sindaco di Udine, Sergio Cecotti, l’assessore regionale alla pianificazione territoriale e infrastrutturale, Lodovico Sonego. Nel corso del convegno è prevista la partecipazione ai lavori del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi.
«Sviluppo infrastrutturale e sviluppo territoriale - sostiene Sandro Fabbro, professore di pianificazione territoriale all’ateneo friulano e rappresentante del comitato promotore del convegno - non sempre procedono di comune accordo e anzi, spesso, entrano in rotta di collisione l’uno con l’altro. Per superare le incomprensioni di fondo e ripristinare garanzie reciproche di dialogo corretto vanno, pertanto, ridefiniti anche gli strumenti tecnico-culturali dello stesso dialogo». Da questo punto di vista, gli strumenti della pianificazione urbanistica e territoriale «posseggono – sottolinea Fabbro - tutti i requisiti per promuovere, da una parte, la trasformazione e la competitività territoriale e, dall’altra, garanzie efficaci di coesione sociale e territoriale».
Il convegno identificherà, quindi, sia i ruoli dei diversi attori, sia la possibilità di condividere una piattaforma comune di impegni per il futuro. Tra gli obiettivi di tale piattaforma è il cosiddetto “Progetto di Territorio”, «strumento tecnico – spiega Fabbro - che deve fare da base su cui innestare la “territorializzazione” socio-economica, ambientale e paesaggistica del progetto infrastrutturale». La promozione e la istituzionalizzazione, a livello nazionale, di uno strumento capace di maggiore conoscenza dei territori interessati, di valutare preventivamente gli impatti delle strategie infrastrutturali, di assicurare rispetto delle qualità e protezione dai rischi, «riteniamo – conclude Fabbro - possa essere di fondamentale importanza per ripristinare un dialogo corretto tra sviluppo infrastrutturale e sviluppo territoriale del Paese». L’università di Udine è in prima fila nello studio e nel dibattito su questi temi, «anche in vista – ricorda Fabbro – delle problematiche di sviluppo infrastrutturale che riguardano il territorio regionale con il corridoio V».