Cerimonia venerdì 27 ottobre, a Cesena

Gabriele Coassin ospite della rassegna nazionale Videoland

Partecipano anche gli studenti
di Scienze e tecnologie multimediali

        Sei videoclip, realizzati come prova d’esame per il laboratorio di Documentario sull’arte all’università di Pisa e sei per il laboratorio di Progettazione creativa dell’audiovisivo all’università di Udine, nel campus del Consorzio universitario di Pordenone, corsi tenuti dal videomaker trevigiano Gabriele Coassin, sono stati scelti per la rassegna nazionale Videoland, che si tiene a Cesena ormai da 17 anni. Inoltre sono state segnalate dalla giuria altre due opere friulane tutte e due di Dorino Minigutti, giovane regista che aveva iniziato dieci anni fa la carriera come co-autore nelle produzioni di Coassin, e che due anni fa aveva ricevuto a Videoland il premio alla carriera. Era successo già nel 2001. Elisa Scarpa, che aveva come co-relatore per la tesi di architettura proprio Coassin, su suggerimento del docente presenta a Videoland il video realizzato per la laurea. Vince il primo premio. 

        Il secondo va al video Le stagioni del massiccio di Coassin. Che allora, non si sa se con ironia o amarezza disse “quando gli allievi superano il maestro è ora che il maestro si ritiri”. O si dedichi prevalentemente all’insegnamento, suggerirono i collaboratori più vicini all’autore trevigiano. A quattro anni di distanza, Coassin accoglie con soddisfazione la notizia della proiezione in rassegna a Cesena il 27 ottobre di buona parte delle opere dei propri allievi, che saranno tutti ospiti del festival, costituendo il gruppo più numeroso tra tutti i partecipanti, ancor più che la notizia di aver vinto il secondo premio con la mini serie “Trash raiders”. Si tratta di dieci puntate per ragazzi sul riciclaggio dei rifiuti, realizzate nel genere docu-fiction, in animazione computerizzata tridimensionale. Prodotte per il Consorzio del bacino veneziano n. 2 e ancora in attesa di uno sbocco di distribuzione in televisione, le puntate sono state accolte con insperato entusiasmo nelle scuole elementari di Treviso, Marcon (Ve), Mestre e Venezia dove è stato effettuato il test di pre-serie per calibrare la struttura narrativa e il carattere dei personaggi. 

        La presentazione ufficiale è prevista per metà novembre al Centro Candiani di Mestre, dove verrà annunciata la modalità di distribuzione scolastica dell’opera, che sarà accompagnata della splendida pubblicazione Trash.edu curata da Federambiente. Pur trattandosi di opera realizzata a basso costo, con appena 200.000 euro, ci sono molti punti in comune e addirittura di maggior pregio rispetto a produzioni realizzate con budget miliardari. Anzitutto l’impiego di tecnologie professionali “povere”, ma accompagnate da una cura maniacale per la qualità, ha saputo esprimere contenuti brillanti, innovativi e pieni di fascino, pur su un argomento piuttosto antiestetico e ostico come quello dei rifiuti. Questo dipende evidentemente dallo staff che ha supportato il delicato lavoro autorale di Coassin. Anzitutto i dialoghi dei personaggi, un vero spasso fuori del comune, ma di esemplare chiarezza anche per il pubblico dei più piccoli, sono stati curati da Licia Imoli di Treviso, scrittrice di libri per ragazzi pubblicati da Mondadori. 

        Le animazioni, progettate da Studio Azzurro di Milano, sono mosse in tempo reale dal noto attore e videomaker Giacomo Verde, che dà la voce a tre dei quattro personaggi. La voce della spia informatrice è di Doriana Vercesi, che collabora da un quarto di secolo con lo studio Blow Up e che ha commentato quasi tutte le opere premiate in passato. Musica originale, appositamente composta, è dello studio NAX, di cui sono certamente noti i musicisti Paolo Steffan e Stefano Crespan, già collaboratori in colonne sonore hollywoodiane di fama internazionale. «Scopo del mio lavoro all’università – spiega il docente di Scienze e tecnologie multimediali – è quello di contribuire a formare nuovi tecnici e autori dotati di senso di civica responsabilità, creatività orientata all'intrattenimento colto e non solo alla facile spettacolarità. Per questo cerco in ogni modo di favorire il contatto degli allievi più promettenti con rassegne e festival in grado di valorizzare il loro lavoro».

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