XII Convegno Internazionale di Studi sul Cinema
Il racconto del film La novellizzazione: dal catalogo al trailer
Dall'8 al 10 marzo all'università di Udine
L'appuntamento, diventato ormai una delle occasioni di incontro e confronto più attese dai maggiori studiosi del panorama cinematografico nazionale e internazionale, si svolgerà nelle sedi dell'Ateneo friulano di Udine e Gorizia, dall'8 al 10 marzo prossimi, per continuare poi a Gradisca d'Isonzo, dall'11 al 19 marzo, dove per il terzo anno consecutivo, dottorandi, ricercatori e appassionati del settore si ritroveranno per partecipare alla Scuola Magis - Gradisca Film Studies Spring School.
Una full immersion di studi e ricerca lunga undici intense giornate, dunque, dedicata all'approfondimento degli argomenti proposti nelle varie sessioni del convegno, che quest'anno ruoterà attorno al tema “Il racconto del film. La novellizzazione: dal catalogo al trailer”, e all'analisi di uno degli aspetti più significativi – le versioni multiple – del passaggio dal muto al sonoro, che sarà invece il tema affrontato durante la Spring School.
Al termine di ciascuna giornata, il Convegno proporrà un programma di iniziative collaterali, legate alle attività di ricerca e restauro condotte durante tutto l'anno dal corso di laurea DAMS – Gorizia dell’Università degli Studi di Udine. Martedì 8 marzo, si comincerà dalla proiezione di alcuni numeri della Rivista Cines (prodotta dalla Cines-Pittaluga), sui grandi schermi italiani, con cadenza mensile, dal settembre del 1930 alla primavera del 1932. Ogni numero della Rivista, della durata di circa dieci minuti, conteneva episodi di attualità e reportage dall’America e serviva soprattutto come veicolo di promozione della produzione e delle attività della Cines: numeri musicali e registrazioni di brani che sarebbero poi stati utilizzati nei film in produzione, presentazioni dei film in produzione, famose personalità del cinema e dell’arte popolare prese a contratto per presentare i numeri della Rivista. Tra gli altri, in particolare, il Convegno proporrà alcuni sketch di Sergio Tofano nelle vesti del Signor Bonaventura, un ancora giovane e imbarazzato Totò, alle prese con quello che pare essere stato il suo primo provino, e il backstage del film “The Dance of the Toys”, di Carlo Campogalliani, (Il Natale di bebè, It, 1931), presentato in anteprima mondiale al Festival Il cinema ritrovato di Bologna nel luglio 2004, dopo un lavoro di restauro condotto presso il laboratorio L’immagine ritrovata di Bologna, per l'immagine, e presso il laboratorio di restauro del film La camera ottica del DAMS – Gorizia, per la ricerca delle fonti documentarie dell’impostazione teorica e metodologia e il restauro della colonna sonora RCA Photophone. Durante la serata, saranno proiettate e presentate alcune anteprime della prossima edizione (luglio 2005) del Festival Internazionale di Bologna Il Cinema Ritrovato.
A dominare la serata di mercoledì 9 marzo saranno i trailers: da Orson Welles a Polanski, ma anche Brass, Ferreri, Germi, Malle, Ford, Rossellini, in una sorta di antologia del cinema, dal muto agli anni Sessanta/Settanta.
Giovedì 10 marzo sarà la volta della letteratura, con la consegna del terzo “Premio Limina Città di Gorizia”, riservato al miglior libro italiano e straniero di cinema. Alla cerimonia di premiazione seguirà un evento “spettacolare”.
Rarità di scena anche nelle giornate successive, durante il MAGIS - Gradisca Film Studies Spring School, che proporrà film in versione multipla, difficilmente visibili altrove, provenienti dai più prestigiosi archivi del cinema europei, uniti in una rete di riferimenti e collaborazioni con l’Università di Udine (Archivi di Praga, Berlino, Wiesbaden, Stoccolma, Londra, Parigi), girate da registi di fama (Pabst, Siodmak, Robison, Alessandrini, etc.) e interpretate da attori e attrici celebri in tutta Europa.
Pensato per superare il problema delle differenze linguistiche, che, con l'introduzione del sonoro nel cinema, vennero a limitare la circolazione dei film al solo circuito di distribuzione del Paese di produzione, il metodo delle versioni multiple diede peraltro nuovo impulso al movimento cosmopolita di registi, attori e maestranze del cinema avviato in Europa già dagli anni Venti. Con l'affermazione delle versioni multiple, infatti, i set cinematografici parigini, berlinesi, londinesi e romani si trasformano in luoghi di raccolta di saperi diversi, centri verso cui confluivano personalità del mondo del cinema di ogni nazionalità. Dettata da esigenze economiche, commerciali, linguistiche e culturali, la prassi di girare un film nelle diverse versioni nazionali, pur partendo dallo stesso scenario, comincia negli anni Trenta e arriva fino agli anni Sessanta. Studiare le versioni multiple, allora, significa andare alla radice dei processi di costruzione e rappresentazione delle identità nazionali, transnazionali ed europee. E significa anche seguirne i processi di cambiamento legati all'evoluzione della storia, al mutamento dei rapporti e allo scoppio di conflitti tra nazioni e culture. Uno specchio della formazione dell'identità europea: ecco cosa le versioni multiple, al di là del dato puramente tecnico e funzionale, rappresentarono allora e continuano a trasmettere oggi a chi le studia e custodisce. Info: www.uniud.it/udineconference/