Al lavoro il cantiere-scuola unico in Italia di archeologia subacquea in un fiume

Nello Stella una miniera archeologica tutta da scoprire

Reperti romani e una nave medievale unica in Europa: i risultati della 4^ campagna del progetto Anaxum

Oltre 700 reperti pregiati di epoca romana riportati in superficie dal fiume Stella, tra cui una bilancia per beni preziosi e ceramiche d’importazione dal Mediterraneo; il recupero e la messa in sicurezza del relitto d’imbarcazione dell’XI secolo scoperto lungo l’argine del fiume nel 2012, un unicum mondiale per i contesti fluviali perché rappresenta una forma di transizione tra il modo di costruire antico e quello medievale-moderno. Sono questi i principali risultati della quarta campagna di ricerche nel fiume Stella del progetto Anaxum, condotto da Università di Udine e Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Queste nuove scoperte si aggiungono a quelle ottenute dal 2011 a oggi grazie al progetto Anaxum e che costituiranno la spina dorsale del futuro parco eco-storico del fiume Stella. Anaxum, antico nome latino dello Stella, è l’unico esempio in Italia di cantiere-scuola di archeologia subacquea in un fiume. I risultati delle ricerche, svoltesi nel tratto d’acqua compreso tra i comuni di Palazzolo dello Stella e Precenicco, sono stati presentati oggi all’Università.
 
A illustrarli il rettore dell’Ateneo, Alberto Felice De Toni, il Soprintendente vicario per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Domenico Marino, e il coordinatore del progetto Anaxum, Massimo Capulli. Sono inoltre intervenuti il presidente della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, e il presidente della Fondazione Crup, Lionello D’Agostino. Erano presenti anche i sindaci e loro rappresentanti dei comuni del bacino dello Stella.
 
Le ricerche subacquee nello Stella. Durate sette settimane (fine giugno-prima metà di agosto 2014) le indagini si sono concentrate nell’area del sito “Stella 1” (a nord del ponte pedonale tra Piancada e Precenicco). In questo tratto di fiume si trovano la struttura lignea lunga circa 6 metri e di cui si sta studiando la funzione; i resti del relitto “Stella 1” (scavato e rilevato nel 2011), e una vasta zona di dispersione di reperti archeologici, solo in parte appartenenti al relitto. Nel 2014 la campagna di recupero di tutti i reperti sparsi su questo tratto del letto del fiume, iniziata l’anno precedente, ha portato al rinvenimento di oltre 3,2 tonnellate di materiale archeologico, compresi i laterizi. I lavori hanno visti impegnati 13 studenti delle università di Udine, Padova, Pisa, Sassari, Trieste e dell’americana Texas A&M, consorziata al progetto. La didattica è stata parte integrante della missione archeologica nello Stella. Più della metà degli studenti erano infatti alla prima esperienza di scavo subacqueo. Ora l’attività prosegue presso il Dipartimento di storia e tutela dei beni culturali nel Laboratorio di archeologia delle acque (Lada), dove è stato avviato lo studio dei reperti di alto valore informativo. Tra questi rivestono grande interesse il giogo di bilancia a bracci uguali in bronzo dorato con le tacche da semioncia per beni preziosi, e la ceramica d’importazione, che conferma l’appartenenza dello Stella alle vie d’acqua del Mediterraneo romano. Nella campagna 2014 gli archeologi hanno effettuato 164 immersioni per complessive 175 ore di lavoro sott’acqua.
 
Il relitto dell’XI secolo di Precenicco. La barca abbandonata in una area marginale del fiume Stella e ritornata alla luce dopo mille anni, è un unicum mondiale per la storia della costruzione navale perché rappresenta una forma di transizione tra il modo di costruire del mondo antico e quello medievale-moderno. Forma e sistema costruttivo utilizzati trovano parziali confronti solo con uno dei relitti bizantini di Yenikapı, l’antico porto di Istanbul, e con quello di Serçe Limani, sempre in Turchia. Il relitto in legno è ciò che resta di una imbarcazione risalente all’XI secolo, a uso non esclusivamente fluviale, ma anche lagunare. Lo scafo è stato individuato nel 2012 presso Precenicco nell’ambito delle attività di tutela archeologica della Soprintendenza, durante i lavori di sistemazione delle sponde dello Stella da parte del Consorzio di bonifica Bassa friulana. Il 25 agosto 2014 sono iniziati i lavori di scavo archeologico condotti da ArcheoLAB per riportare alla luce il relitto, situato due metri sotto terra, in una zona un tempo golena del fiume. Dopo la completa messa in luce dello scafo, ai primi di ottobre il relitto è stato inserito in una struttura metallica da parte della ditta Diego Malvestio e C. e trasportato ai magazzini del sale di Villa Ottelio, ad Ariis di Rivignano Teor, di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia. Qui è stata realizzata tutt’attorno una vasca di contenimento per tenere il legno costantemente immerso in acqua in attesa del restauro. Lo studio del relitto è stato affidato all’equipe del Progetto Anaxum in cui questa scoperta viene ad inserirsi.
 
La mostra fotografica allestita nell’atrio di palazzo Antonini racconta, con una decina di gigantografie, le fasi di scavo e recupero dell’imbarcazione sotto la direzione scientifica della Soprintendenza e la direzione operativa dell’ateneo friulano. La mostra è visitabile fino al 14 marzo, da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 18.30, e sabato dalle 8 alle 13.
 
Il progetto Anaxum-Archeologia e storia di un paesaggio fluviale, nato nel 2011, coinvolge il dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università di Udine e la Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Vi collaborano le americane Texas A&M University e l’Institute of Nautical Archaeology, specializzate nel settore dell’archeologia navale, e gli atenei di Padova, per lo studio geomorfologico; Trieste, per le prospezioni geofisiche, e Sydney (Australia), per il telerilevamento. Obiettivo del progetto è indagare il paesaggio archeologico dello Stella sulla base di scavi mirati, metodologie di indagine non invasive e studio dei reperti. Cuore dell’iniziativa è l’utilizzo del fiume come laboratorio per la formazione di archeologi subacquei (studenti e dottorandi) in un ambiente problematico quale quello fluviale, sviluppando al contempo tecniche integrate e innovative da esportare in altri corsi d’acqua.
 
«Grazie ad Anaxum l’Università di Udine – ha sottolineato De Toni – si è posta in questi anni al vertice della formazione archeologica subacquea in Italia e con capacità di attrarre studenti anche dall’estero, ciò grazie alla assoluta unicità di una attività condotta in un contesto fluviale. I risultati delle ricerche ci consentono inoltre di restituire alla collettività non solo nuovi dati sul nostro passato, ma anche potenziali risorse per le comunità che vivono vicino al fiume Stella e per il Friuli tutto».
 
«Il progetto Anaxum – ha dichiarato il Soprintendente per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, Luigi Fozzati – costituisce l’unico esempio in Italia di cantiere-scuola di archeologia subacquea in un fiume. Estremamente importanti appaiono, dunque, i risultati, non solo a fini scientifici, ma anche didattici, della quarta campagna di scavo e rafforzano l’impegno della Soprintendenza per il prosieguo del progetto».
 
«Tanti i traguardi raggiunti con Anaxum – ha spiegato Capulli, archeologo subacqueo e docente di metodologia della ricerca archeologica all’ateneo friulano –, ma sono tante anche le pagine di storia che giacciono ancora sul fondo del fiume Stella in attesa che qualcuno le recuperi alla memoria. I recentissimi risultati delle analisi al radiocarbonio della struttura lignea del sito stella 1, che si data ora al III-II sec. a.C., apre ad esempio a nuovi scenari, costituendo di fatto la più antica testimonianza della romanizzazione di questo territorio».
 
 

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